Messaggio all’Arcivescovo di Genova nell’anniversario della morte di don Andrea Gallo

Caro Vescovo e cari tutti,

nel cuore della sua Genova, oggi ricordate quel cuore appassionato e pieno di umanità e di spirito che è stato don Andrea Gallo. In quei quartieri “dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi” ha portato tanta luce di passione e di amore, ha insegnato a non giudicare e a non condannare, ma a capire e cercare “fino in fondo” perché sono figli e vittime di questo mondo. Era sempre alla ricerca di una nuova “convivenza” che mettesse al centro la persona e difendesse i fratelli più piccoli di Gesù.

La sua San Benedetto era una casa accogliente, dove il forestiero si riaveva un poco, era una rete “solidale” e una sinergia con tutti, perché l’interesse coinvolge tutti e sconfigge l’indifferenza. Lo fate senza retorica – don Gallo non lo perdonerebbe – nella sua chiarezza, consapevoli che la memoria ci spinge a scegliere oggi di continuare la direzione ostinata e contraria all’individualismo e al disinteresse, all’indifferenza e ad un cristianesimo tiepido e borghese.  Ha sempre richiamato Genova, cristiani e non, ad essere comunità umana, una città più giusta, nel centro storico come nelle periferie vecchie e nuove. Ecco perché un ponte. Il suo ricordo ci suggerisce quella “fantasia del bene” con il quale lo ricordò il Cardinale Bagnasco in occasione dei suoi funerali. E la fantasia del bene parla sempre di quel Signore Gesù che ha amato e che lo ha spinto a farsi pellegrino di solidarietà e di condivisione, libero ed esigente nell’amore e nella scelta degli ultimi per parlare a tutti. Ancora “è fiorito il suo sentiero” e il suo ricordo ci spinge a cercare nell’umanità scartata quel cielo “dove in pieno giorno risplendono le stelle”. La sua ci rallegra e ci aiuta a credere nella Luce di Dio.

Genova, chiesa del Carmine
10/05/2023
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