Omelia nella Messa conclusiva della Visita pastorale alla Zona Mazzini nella solennità di Pentecoste

“Fratelli, camminate secondo lo Spirito”. È l’invito che ci ha accompagnato in questi giorni. È la tanta gioia del camminare insieme, diversi come siamo: anziani che sperimentano l’amarezza della solitudine ma anche il desiderio di sempre nuova speranza, adulti forti che, qualche volta, si credono onnipotenti e scoprono poi con amarezza la propria fragilità, adolescenti che si misurano con un mondo pieno di pericoli che li minacciano e giovani che vogliono costruire un mondo diverso ma non sanno come. È stata una grande esperienza dello Spirito di Dio, una vera Pentecoste, proprio come quella della prima comunità che ci fa contemplare la promessa del Signore di non lasciarci orfani, soli. Gesù va via ma resta con noi. Non lo vediamo più, come i due discepoli di Emmaus, eppure lo vediamo con gli occhi del cuore, lo sentiamo nel profondo dell’anima e della nostra amicizia, lo tocchiamo nella sua presenza eucaristica, quella del suo corpo deposto sull’altare, della sua parola aperta sull’ambone e nel corpo dei nostri fratelli più piccoli. Se cerchiamo qualcosa che si imponga da solo, che ci convince perché evidente, una forza che ci schiaccia e ci rende invulnerabili e senza problemi – proprio come quella che cerca il mondo con la sua promessa di felicità – torneremo delusi. Lo Spirito è amore, tenerissimo e fortissimo, fragile di fronte alla forza del male ma resistentissimo, non si piega a questa e la sconfigge. Cos’erano quelle poche persone nella grande Gerusalemme? Eppure da loro è iniziata la storia che arriva fino a noi oggi. È amore, intimo, personale ma non solitario, anzi, proprio perché amore libera, affranca dalla paura, non per fare come vogliamo ma per metterci in comunicazione con il prossimo.

Lo Spirito non è un’emozione, che passa e lascia solo delusione e inquietudine, ma è presenza – una persona – continua, più forte del nostro peccato, e sappiamo, sentiamo, sperimentiamo che c’è e non ci abbandona, che insegna a vedere quando invece ci sono buio e impurità, gioia che resta e ci accompagna, amore dal quale nessuno ci può separare, riflesso, anticipo e pegno dell’amore invisibile che ci fa capire le cose visibili. Non abbiamo capito tutto, non abbiamo risolto tutto e una volta per tutte, ma abbiamo compreso l’amore che non ci abbandona, l’intelligenza che ci suggerirà le scelte da compiere, la forza che ci renderà capaci di affrontare le avversità, la presenza che ci consolerà nelle sofferenze, il fuoco che ci riscalderà quando siamo più tiepidi e tutto ci sembra vano  e senza sapore, la sapienza che ci renderà intelligenti per combattere le insidie del male, il perdono che restituirà l’innocenza al peccatore. E allora possiamo scoprire la bellezza nella vita ordinaria. In un mondo così sfacciatamente duro e violento, follemente inconsapevole, pericoloso, sembriamo non renderci conto, illusi, tanto da fare come tutti, cioè salvare se stessi, voler bene solo se conviene. Lo Spirito è amore che ci libera dalla competizione, dai confronti, dall’orgoglio, che non ci fanno chiedere scusa, dal rancore, dall’odio, dal pregiudizio, dall’attrazione per la morte.

Quanto ci aiuta camminare insieme! Significa che siamo una comunità e non degli estranei che vanno ognuno per conto proprio, in ordine sparso. Siamo una famiglia, fratelli e sorelle tra noi e possiamo essere amici perché il Signore ci unisce ed è amico. È una famiglia che parla la stessa lingua pur essendo diversi tra noi, cerchiamo di amarci in un mondo che insegna a guardarsi con diffidenza e aggressività, insensibile verso i più deboli e quindi anche verso se stesso. Il mondo cerca tanto benessere e non lo trova, perché lo cerca prendendo e non donando, da soli e non insieme. Il frutto dello Spirito è parlare con parole di amore che tutti capiscono! La benevolenza è il primo modo per parlare la lingua dell’amore. La benevolenza significa cercare il bene, il motivo amare qualcuno.  Quanto c’è bisogno di persone spirituali, che non significa certo che non siano umani! Spirituale è chi sa che non si vede bene se non con il cuore, che l’essenziale è invisibile agli occhi ma è essenziale per vivere, perché è quello che muove tutto, che rende tutto interessante, bello, umano, un regalo per te, un incontro che ci fa sentire la gioia di essere vivi e di esserci. Camminiamo insieme nello Spirito perché c’è bisogno in un mondo che è una Babele di comunità, di persone che si pensano assieme e non in ordine sparso. Pieni di Spirito non abbiamo più paura di donare la vita, pensando che dobbiamo prima avere risolto tutto o possedere tutte le risposte.

Lo Spirito è la risposta, è la verità, perché è l’amore di Dio, è il Paràclito che ci guida a tutta la verità, prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. La capiscono tutti ed è per tutti. Iniziamo a parlare e poi gli altri lo capiranno. Aiutiamoci a parlare la lingua dell’amore, con l’interesse, con il riguardo, con la generosità. E tutti saranno stupiti: “Perché mi vuole bene lui che è un galileo, perché mi capisce tanto da essere familiare?”. In un mondo che è una Babele, che si divide e resta senza gli altri, spesso contro, la Chiesa annulla tutte le distanze, crea la relazione con tutti, ricompone la Babele e non rimane mai prigioniera di confini politici, razziali e culturali. A Babele non si capivano perché ognuno parlava per se stesso, sopra gli altri, senza comunicare, chiudendosi nell’etnia. A Gerusalemme gli Apostoli parlano lingue diverse in modo che ciascuno comprenda il messaggio nel proprio idioma. Ognuno può essere segno e strumento di unità di tutto il genere umano.

Vieni Spirito Santo e buono nel mio cuore. Io ho paura e finisco per non fare nulla o diventare aggressivo e vorace. Vieni e liberami dalla paura di amare perché solo donando trovo gioia vera e regalando possiedo. Vieni nel buio della guerra e della cattiveria del mio cuore e fa che io inizi la pace, non accettando l’odio ed essendo amico di tutti. Vieni, vieni, vieni e non lasciare solo nessuno, aiutami a fare compagnia, ad aiutare. Vieni e insegnami a stare vicino ai poveri per imparare l’amore gratuito e umano verso i tuoi e miei fratelli più piccoli. Vieni, il tuo perdono ridona l’innocenza ai peccatori e speranza ai disillusi. Vieni, Tu che non vai più via, gioia dalla quale nessuno può separarci, che non giudica perché ci ama sempre e ci spiega chi siamo aiutandoci a cambiare. Vieni, i tuoi santi doni mi fanno capire quanto è preziosa la nostra vita perché piena di Te e piena di amore. Vieni e oggi non ho più paura della morte perché vedo la tua luce e so che il tuo amore, mia gioia, è eterno.

Chiesa parrocchiale Santa Teresa del Bambino Gesù - Bologna
19/05/2024
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