Ordinazione don Simone Baroncini

La Parola di Dio è lampada per i nostri passi. Lasciamoci illuminare da questa luce che risplende nel buio, orienta e consola. Il buio scende nei nostri cuori improvviso, inquietante, rende la vita insignificante, fa sentire perduti, rivelando la fragilità del soffio che siamo.

Senza la dolce luce della Parola facilmente siamo attratti da luci piene di inganni. Il diacono solleva la Parola in alto dopo averla proclamata perché rischiara tanti dubbi, perché è luce che illumina tutta la casa, posta in alto perché la città la veda, benedizione per i nostri cuori e per il mondo.

Oggi sperimentiamo con te, caro Simone, nella bellezza di questa casa e della comunione che rappresenta e che ci unisce, quanto è vero che nella casa del Padre tutto quel che è mio è tuo. Sentiamo con te e tra di noi la gioia di essere del Signore, di essere chiamati da Lui a fare parte di questa che Gesù ha dichiarato essere la sua famiglia.

Come non amarla e come non mettersi al suo servizio? Spesso proviamo davanti alla chiamata di Dio l’inadeguatezza, pensando alle nostre povere persone, alla miseria del nostro peccato e della nostra umanità. Ricordati sempre, caro Simone, che Dio chiama i peccatori, chi come l’Apostolo non riesce a fare il bene che vuole e compie il male che non vuole.

Dio si affida a uomini di poca fede, che a volte credono solo a quello che vedono e toccano loro. Non scandalizzarti della tua e dell’altrui fragilità, ma scandalizzati solo dell’orgoglio e della presunzione che la nasconde. Gesù chiama i malati e i peccatori, non i sani o i giusti. Per questo non ci arrendiamo alle difficoltà chiudendoci in luoghi fuori dal tempo e dall’umanità, perché l’amore di Dio è più resistente del nostro peccato e più forte del male, capace di rispondere ad ogni imprevisto.

Caro Simone, lasciati guidare sempre dalla Parola che permette di trovare le risposte che non sai e ti libera dalla tentazione di cercarle tutte prima o di saperle senza amare. Non fare passare giorno senza fermarti un poco in sua compagnia, per porre sul tuo capo il suo giogo dolce e soave, per trovare e donare la consolazione della sua compagnia e la forza della sua speranza.

Nutrendoti potrai nutrire. Essendo figlio sarai padre e fratello. Rendi la tua vita tutta parola di gioia e di luce per quelli che incontrerai. La sua, e quindi la nostra, è come dice l’Apostolo una sapienza pura, non perché perfetta (che errore confondere le due cose, perché puro non è chi non sbaglia ma chi è amato da Dio!), libera dai calcoli, che ci aiuterà sempre a vivere bene. La sapienza che chiediamo questa sera per te e che ti è affidata oggi è pacifica e capace di dare pace, libera dal veleno della divisione, mite, arrendevole, “piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera”.

Troviamo risposta ai nostri desideri donando non prendendo. Quando ci impadroniamo non siamo mai soddisfatti. Possiede chi ama e ottiene per sé chi chiede per il prossimo. Certo, Gesù non ti parla di una vita senza problemi! Anzi, per certi versi la complica. Ci confida la sua sofferenza e ci insegna ad essere attenti a quella del prossimo.

Abbiamo visto in questi terribili mesi della pandemia la debolezza della nostra condizione. Gesù parla di sofferenza perché vuole la gioia, ma una gioia vera, non un paradiso finto. I suoi discepoli non capiscono, anche perché stanno discutendo tra loro. Lui confida la sua vita; loro fanno i confronti. Sono presi da sé. Chi ama non scappa davanti al male, ma trova la gioia vera. Non è coraggioso ma pieno di amore. La fede è la nostra forza. I discepoli discutevano su chi tra loro fosse il più grande. Quanto è facile, anche nella comunità dei fratelli.

Avviene sempre quando Gesù non viene ascoltato e ci facciamo prendere da una discussione infinita che produce però divisione, spesso anche depressione su chi non lo è e penoso orgoglio in chi crede di essere grande. Gesù non ci vuole mediocri ma grandi di amore. Il più grande è chi serve i piccoli. Il primo è chi rende primi gli altri, non chi si impadronisce, chi possiede, chi calcola tutto per sé, chi non deve chiedere, chi si impone, chi la sa lunga, chi salva se stesso! Lava i piedi, non se li fa lavare. Si dona, non si conserva. Serve, non si fa servire.

Carissimo Simone, non mancheranno dentro e fuori di te le discussioni, con modalità e classifiche molto mutevoli e peraltro senza fine: tu segui sempre Gesù, sii suo semplice e povero imitatore, vivendo tutto in comunione con la comunità dei fratelli e delle sorelle, perché il prete non è un single, ma un padre, un fratello e un figlio. Presiedi la comunione nella comunione. Non devi fare tutto, ma condividere e fare tutto con amore.

Quando invidiamo i primi posti, sgomitiamo per arrivarci, ci sentiamo falliti se non ci riusciamo o riusciti se li abbiamo conquistati non importa a quale prezzo, il Signore ci ricorda che quelli che contano e che lui mette al centro sono gli ultimi! Un mondo di egocentrici, dove tutto deve girare intorno a sé, finisce per renderci meschini e per essere cattivo e duro per tutti. E poi ricorda sempre che servire vuol dire, anche, che noi stessi serviamo a qualcosa, siamo utili. È la tua gioia profonda di oggi. Lo capiamo bene in questa marea della pandemia che ci ha sommerso e dalla quale iniziamo a vedere riaffiorare un mondo da amare e ricostruire, cui comunicare l’amore e trasmettere la fede.

Al centro della comunità c’è Gesù, la sua Parola e il suo Corpo e ci sono i suoi fratelli più piccoli, corpo del prossimo. Non ti fidare mai di chi contrappone l’uno all’altro o pensa di potere fare a meno dell’uno o dell’altro, perché finisce che ne restiamo senza e per mettere al centro solo il nostro io. La gioia di questo giorno ti accompagni tutta la vita, anche nelle notti della fatica e del dubbio, quando ti sembrerà inutile amare o troppo complicato il modo. L’amore non è mai perso. Comunica la fede in questo Signore con la tua parola e la tua vita, sempre in comunione con la comunità che servi. Non ti pensare mai da solo, con amarezza o presunzione, perché, come ci ha detto Padre Timothy, “se impariamo a leggere i volti, in tutta la loro complessità umana, vedremo il volto di Dio cento volte al giorno”. 

Ti affido al prossimo beato Giovanni Fornasini, testimone della forza dell’amore, che ha vinto la pandemia del male. Prendi tu la sua bicicletta e vai di corsa incontro a tutti a portare Dio e il pane, la fede e quello che serve per vivere. Troverai tanta sofferenza ma anche tanta consolazione, molte lacrime da asciugare. No, davvero non era un illuso. Illusi erano i forti, in realtà vigliacchi e resi disumani dall’ideologia pagana e dalla guerra. Ti insegni il dolce sorriso di don Giovanni a sorridere sempre, perché pieno della forza debole dei cristiani. 

“Noi siamo i seguaci di Colui che il mondo cieco ha chiamato il più grande illuso della storia…”. Motto: “Contro corrente”. Arma: “Il buon esempio”. Sii “sempre portatore di allegria tra i compagni”, “promotore di belle iniziative e allegre trovate”. Fai centro nell’Eucarestia, se no siamo scentrati! Esamina i rapporti delle cose nella trasparenza dell’Ostia. Pensa che tu di fronte a Dio “sei più piccolo di un filo d’erba in confronto al mondo intero. E quanto più riconoscerai l’immensità di questa distanza tanto più Dio ti darà la possibilità di ridurla”. Ti aiuterà la Vergine Maria da Fornasini invocata così: “Mamma, voglio tirare alla Bartali, voglio iniziare un inseguimento poderoso. Mi scoppieranno i tubolari, spaccherò la forcella, prenderò delle cotte, ma ci sei Tu a passarmi la gomma, a darmi un telaio nuovo, a tirarmi! In te confido”. Bada che il cuore sia “incandescente d’amore, di Carità” e “l’agire non sia effetto di una fede addormentata”. “Fai un nodo nel fazzoletto, per ricordarti di uno che in te è più di te stesso. Frammento per frammento, ora per ora. Fino al Sacrificio, in cui ti immolerai con Cristo per tutti”. E lui si è immolato. 

Testimonia con dolcezza e fermezza un amore così. Concludeva Fornasini, con la sapienza grande dei piccoli di Dio, quelli che spiegano la vita ai dotti e agli intelligenti: “Ogni cosa sottratta all’amore è sottratta alla vita”. Ogni cosa donata all’amore ti farà trovare la vita. Sia così. Amen 

 

Bologna, Cattedrale
18/09/2021
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