PELLEGRINAGGIO A LOURDES

Carissimi fratelli e sorelle, le tre pagine mediante le quali oggi il Signore ci parla – quella evangelica, quella apostolica e quella profetica – sono profondamente unite fra loro. Iniziamo dalla pagina evangelica.

Essa si apre con uno sconvolgente dialogo fra Gesù e Pietro. L’apostolo si rivolge a Gesù, ma nelle sue parole Gesù sente parlare Satana stesso. Perché? Perché Pietro tenta di distogliere Gesù dalla via che il Padre aveva progettato per lui: la via dell’umiliazione, la via della debolezza, la via della croce.

Pietro diventa “la voce di Satana” perché è schiavo della mentalità del suo popolo. Esso non poteva neppure immaginare un Messia che compie la sua opera percorrendo la via della croce. La via del Messia non poteva, non doveva che essere di esaltazione, di potenza, di glorificazione. Gesù nelle parole di Pietro sente l’eco delle parole che Satana gli aveva rivolto nel deserto, all’inizio del suo ministero.

Ma la parola di Gesù prosegue. La via della croce non è solamente la sua via, ma è la via che ogni suo vero discepolo è chiamato a percorrere: «Se qualcuno vuole venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Che cosa vogliono dire queste parole?

Se ciascuno di noi desidera, vuole vivere nella verità e nella pienezza della sua umanità, se vuole seguire Gesù, non può accettarsi come si trova. Ciascuno di noi ha deturpato la sua stessa umanità colle scelte della sua libertà. L’immagine di Dio che ci definisce, è stata alterata dal nostro modo di vivere. Per ritrovare pienamente il vero “se stesso”, ciascuno di noi deve compiere un duro lavoro di “rinnegamento del falso se stesso” che ha costruito con l’esercizio sbagliato della sua libertà.

Al riguardo l’insegnamento che l’apostolo Paolo ci dona nella seconda lettura, ci fa comprendere più profondamente la parola di Gesù. «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente»: ci dice l’Apostolo.

La dimensione più profonda della nostra persona e la prima ad esigere un vero e proprio rinnovamento, è la nostra mente. è da essa infatti che vengono elaborati i giudizi di valore, la valutazione circa ciò che riteniamo bene o male per noi, più importante o meno importante. Ed è in base a queste valutazioni che noi facciamo le nostre scelte. La trasformazione di noi stessi, il rinnegamento di sé iniziano dal rinnovamento della nostra mente, e si radicano in esso.

Pietro commette un grave errore di valutazione perché ritiene che la via della croce sia indegna del Signore. La sua mente non si è ancora rinnovata, e quindi è incapace di «discernere la volontà di Dio, ciò che è buono e a lui gradito e perfetto». Quando questo rinnovamento sarà compiuto egli scriverà ai suoi fedeli: «Cristo patì per voi lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme» [1Pt 2,21]. Ed ancora: «Poiché dunque Cristo soffrì nella carne, anche voi amatevi degli stessi sentimenti» [4,1]. Insomma, è il pensiero di Cristo che dobbiamo assimilare; sono i suoi sentimenti che dobbiamo avere nel cuore.

L’esperienza del profeta Geremia, descritta nella prima lettura, ci aiuta infine a capire una verità assai importante. Chi ha in sé la parola di Dio, chi ha in sé il pensiero del Signore, si scontra prima o poi colla mentalità del mondo, fino a divenirne motivo di scherno.

30/08/2008
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