S. Messa esequiale in suffragio di Marilena Ferrari Presidente di FMR – ART’E’

Bologna S. Caterina di Strada Maggiore

Siamo qui convocati nel nome della Santissima Trinità, per celebrare l’Eucaristia in suffragio di Marilena Ferrari, entrata nella vita eterna a sessant’anni, al culmine della sua esperienza umana e imprenditoriale. Con questa Messa noi rendiamo grazie al Signore per i talenti donati a questa nostra sorella e imploriamo la divina misericordia, perché “redenta dalla morte, assolta da ogni colpa, riconciliata con il Padre, partecipi alla gloria eterna nel regno dei cieli” (Rito delle esequie, 80).

La Divina Provvidenza ha voluto che l’esistenza terrena di Marilena Ferrari avesse il suo compimento nel giorno in cui la cristianità celebra il Natale del suo Signore: giorno di stupore, di gioia, di fede umile e riconoscente, per il mistero del Figlio di Dio che si è fatto uomo”per la nostra salvezza”. Marilena ha emesso il suo ultimo respiro mentre la Chiesa, nei secondi Vespri, cantava il «De profundis», “il più bel grido di speranza uscito dal cuore dell’uomo” (In G.Ravasi, Il Libro dei Salmi, III, 632). Oggi, lo abbiamo riascoltato dopo la prima lettura: «Dal profondo a te grido, o Signore… ascolta la mia voce. I tuoi orecchi siano attenti alla voce della mia preghiera » (Cf Salmo 129).

Questo Salmo penitenziale, è entrato nel Vespro di Natale, perché esprime il senso profondo dell’incarnazione: Dio facendosi uomo ha assunto nella sua persona divina anche la natura umana, compresa quella più oscura dei bassifondi del mondo. Gesù, infatti, nasce per disperdere le tenebre del peccato, mediante lo splendore del «Verbo della vita» che, rendendosi visibile, ha aperto la “via pulcritudinis” (la via della bellezza) che Marilena Ferrari ha percorso dando forma al suo talento imprenditoriale.

Nella prima lettura il Profeta Isaia annuncia la distruzione della «città del caos» (Cf. Is 24,10), l’antica Babilonia, attraverso lo sviluppo del tema del giudizio di Dio sui potentati del mondo, che di fatto lo hanno espulso dalla storia, puntando tutto sull’autosufficienza umana, che porta inesorabilmente alla rovina (Cf. Is 24,10-12). Ma Isaia – che significa «Dio salva» – esprime anche l’aspetto salvifico del giudizio e mostra la città redenta, la nuova Gerusalemme (Cf. Ap 21.2), dove sulla rocca di Sion, “in quel giorno il Signore preparerà un banchetto per tutti i popoli” (Is 25,6). Solo in forza di questo “banchetto” – già imbandito oggi nell’Eucaristia – verrà strappato il “velo” dell’ambiguità che copre, qui in terra, “la faccia di tutti i popoli” (Cf. Is 25,7). É grazie al “pane della vita” (Gv 6,35) che “la morte verrà eliminata per sempre e le lacrime verranno asciugate su ogni volto”(Cf. Is 25,8).

Marilena questo lo sapeva e ne ha dato prova quando, a mezzogiorno della Vigilia di Natale, ha ricevuto i Sacramenti della fede (Confessione, Unzione e Viatico), fisicamente debilitata, ma ancora pienamente consapevole. Con il suo ultimo “Segno della Croce” e il suo sguardo vivo e penetrante ha esortato tutti noi a non demordere di fronte alla necessità di una riqualificazione culturale e spirituale di questa nostra Italia.

La liberalizzazione selvaggia delle attività commerciali, in atto nel nostro Paese, rischia di demolire i referenti fondamentali dell’identità italiana. Di fronte a queste insipienze, Marilena e i suoi collaboratori hanno programmato nuove iniziative editoriali – come la collana «Italia della fede» – dove, nel primo volume dedicato ai Santi Patroni, vengono intersecati i bisogni più veri e profondi dei singoli e delle collettività civiche e nazionali.

A chi voleva sopprimere le festività patronali, la Casa editrice FMR ha ricordato che i Santi Patroni appartengono alla preziosa eredità storica e culturale del popolo italiano. Essi formano, in Italia, quel «federalismo religioso» che cementa nel profondo l’identità del nostro Paese, ricca di potenzialità e incoraggianti prospettive, per recuperare quel sano principio di «laicità» che appartiene al DNA del cristianesimo: «Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21).

Marilena, come Isaia, non sopportava la «città del Caos» e voleva che l’Italia fosse traghettata nella postmodernità, aperta al nuovo, ma senza perdere gli stimoli capaci di promuovere una misura alta della vita quotidiana. Per questo, da buona laica credente, si impegnava a fondo per dare il proprio contributo “al progresso materiale e spirituale della società”, come chiede l’art. 4 della Costituzione Italiana, frutto della capacità argomentativa di uomini credenti e non credenti, guidati dalla ricerca del bene comune.

Cara Marilena, in questa liturgia di congedo lascia ora che io dica a te una parola, perché essa possa giovare anche a noi. Tu hai amato la bellezza; ma non la bellezza esangue, frequentata spesso con autocompiacimento dalla critica d’arte e dalle teorie estetiche: una bellezza che, per quanto ammirabile, finirà in polvere, come il mondo. Tu hai amato la Bellezza che è connotazione dello stesso essere di Dio, che è prerogativa fontale del Figlio di Dio, Gesù Cristo, Dio fatto carne: “Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo” canta il Salmo 45. É questa bellezza esemplare, ed esemplata in Lui, che assegna all’uomo, quando la riconosce, una vocazione all’eternità. É una bellezza che tu hai riconosciuto nel fulgore indicibile della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo; che tu hai cercato in immagine nelle creature, negli artisti e nelle meraviglie dell’opera del loro genio; e che tu hai voluto raccontare a noi con la tua straordinaria capacità imprenditoriale e con il coraggio della Verità. Ti sei innestata così nel grande alveo della tua professata fede cattolica: una fede consapevole  di essere debitrice di più a quella delle generazioni che ci hanno preceduto – cioè alla tradizione della Chiesa e alla storia del popolo di Dio – che non ai propri meriti personali. Così quella bontà di Dio che “ha sì gran braccia che prende ciò che si rivolge a lei” (Purg. 3,122) ti ha cercato, anche nei giorni lunghi e tormentati di una dura e impietosa malattia; e ti ha trovata generosa, pronta, obbediente e fedele.

La tua testimonianza, il tuo coraggio e la tua “parresia” progettuale ci dispone ad accogliere con ferma fiducia le parole del Vangelo di Giovanni: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me… io vado a prepararvi un posto… perché siate anche voi dove sono io» (Cf Gv 14,1-6).

A noi che ancora siamo quaggiù, a Sergio e a tutti i collaboratori di famiglia, ai parenti, al Vice Presidente Fabio Lazzari e a tutti collaboratori di FMR – ART’E’ è chiesto di rinvigorire la fede, che produce la pazienza e la capacità di resistere alla tentazione dello sconforto e della ribellione. L’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI è per tutti noi l’occasione per mantenere fisso lo sguardo su Gesù, senza tentennamenti e senza distrazioni, perché Lui solo è la “via”, la “verità” e la “vita” (Cf Gv 14,6).

La Madonna di San Luca, che Marilena amava e cercava, interceda per lei, perché possa al più presto raggiungere la felicità eterna, nella Santa Gerusalemme, accanto ai Santi Martiri Innocenti, che oggi la Chiesa celebra tra i primi testimoni dell’amore gratuito di Cristo.

 

 

28/12/2012
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