1/ «E questa è la volontà di colui che mi ha mandato,
che io non perda nulla di quanto mi ha dato». Celebrando la divina Liturgia
in suffragio del nostro fratello, la parola evangelica ci riporta all’origine
di tutto: la decisione del Padre di “darci a Cristo”. Egli ha pensato
e voluto ciascuno di noi in Cristo, membra del suo corpo.
Su questa stessa appartenenza anche l’apostolo ci invita a meditare: «sia
che viviamo, sia che moriamo, siamo … del Signore». Un’appartenenza
fondata e costituita dalla sua morte e resurrezione «per questo infatti
Cristo è morto ed è ritornato alla vita, per essere il Signore
dei morti e dei vivi».
Questa gratuita decisione del Padre deve essere fatta propria, deve essere corrisposta
dall’uomo, se vuole entrare nella vita eterna. La risposta umana è la
fede nel Signore Gesù: «chiunque vede il Figlio e crede in Lui ha
la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Carissimi fedeli, quanto la parola di Dio ci dice oggi assume un particolare
significato per noi sacerdoti.
La nostra appartenenza a Cristo consiste anche nel fatto che Egli ci ha chiamati
al suo servizio redentivo. Siamo stato costituiti “servi di Cristo” in
ordine alla redenzione dell’uomo. Chiamati a partecipare alla sua stessa
opera di salvezza dell’uomo.
2/ Questi pensieri guidano in modo particolare questa liturgia di suffragio per
un nostro fratello sacerdote.
Don Vittorio ha svolto un lungo servizio sacerdotale. Egli infatti venne ordinato
il 12 agosto 1945: stava per compiersi il suo sessantesimo di sacerdozio.
Don Vittorio ha vissuto il suo sacerdozio nel ministero parrocchiale soprattutto,
in quel ministero cioè di quotidiana vicinanza e presenza in mezzo al
popolo, attraverso il quale soprattutto l’opera redentiva si compie. Egli
appartiene a quegli umili servitori di Cristo verso i quali la comunità cristiana
ha così grandi debiti di riconoscenza.
Ma Don Vittorio visse la sua appartenenza a Cristo svolgendo, una volta ritiratosi
dalla parrocchia, anche quel preziosissimo servizio sacerdotale che è il
ministero di confessore. Presso il Santuario di S. Maria della Vita, di cui era
Rettore, esercitò assiduamente questo servizio.
Affidando al Signore la sua anima, preghiamo colla liturgia che don Vittorio
possa ora celebrare nella verità quei misteri che egli ha celebrato nel
sacramento.
è il primo sacerdote, o Signore, che presento al tuo cospetto, come pastore
di questa Chiesa di Bologna. Caro don Vittorio, prega per me il Cristo nostro
Signore che, lo speriamo con fede, ora vedi in tutto lo splendore della sua gloria.
