Sono molto dispiaciuto di non potere essere con voi. Non vi nascondo che è un incontro che ho molto desiderato, per me importante per ringraziarvi del servizio che svolgete con tanta competenza e dedizione, per ascoltarvi nelle difficoltà, nelle proposte che avete, per confrontarci su quali scelte dobbiamo compiere per rispondere alle tante domande che ci sono rivolte. Purtroppo dovevo partire questa mattina presto da Reggio Calabria dove ieri sera avevo l’Assemblea diocesana per il Giubileo. Il maltempo non ha permesso arrivasse l’aereo che doveva partire stamattina presto. Non credo arriverò in tempo. Vi abbraccio e vi auguro un Giubileo di rinnovamento e di tanta speranza, per ognuno di voi, per la nostra Chiesa, per il mondo. Sappiamo quanto gli aspetti pratici siano importanti e come affrontarli con competenza e disinteresse permette alla Chiesa di essere sé stessa, di non farsi condizionare, di essere a servizio, di programmare cose nuove, di offrire le risposte necessarie a chi non ha nessuno che si prende cura di lui, di garantire la cura e la crescita di opere che sono nate per aiutare i più piccoli e indifesi, come le scuole materne o, in alcuni casi, le case per anziani.
Sappiamo anche come dobbiamo essere credibili e anche esempio di una buona amministrazione, previdente e generosa (i due aspetti possono andare assieme!) anche per realizzare sogni che hanno bisogno di concretezza, audacia e solidarietà. Oggi si presenta il primo rendiconto di missione, delle nostre attività. Ringrazio di cuore l’economato per il tanto lavoro di ascolto, aiuto, programmazione, supporto alle nostre parrocchie. Mi auguro che questo possa crescere, nelle responsabilità di ciascuno ma anche nella collaborazione indispensabile per affrontare i problemi, prevenirli, avere una visione comune, senza deleghe ma anche con tanta comunione. Nel rendiconto si capisce anche quante cose la Diocesi, quindi tutti noi, facciamo e anche quanto possiamo fare, sempre ricordando che in realtà abbiamo solo cinque pani e due pesci e che questi saranno nostri se li pensiamo per condividere il pane della terra, come ricordava il cardinale Lercaro, facendone quindi buon uso.
Comunicarlo non è assolutamente per vanto. Sappiamo come possiamo e dobbiamo fare di più, ma condividerlo significa ringraziare di tanta solidarietà e mostrare che è possibile dare risposte. Ci inseriamo nelle raccomandazioni del Sinodo generale della Chiesa cattolica e anche nella discussione del nostro Cammino sinodale. Se avete suggestioni e anche difficoltà fatele presenti, con molta libertà evangelica e anche sempre senso di servizio a questa nostra Madre Chiesa che ha tanti figli ai quali non vuole fare mancare risposte. A volte, come per l’otto per mille, rischiamo di pensare che tutto sia dovuto. Nelle realtà più piccole capiamo meglio come senza impegno non si riesce ad andare avanti. Preoccuparsi di lasciare risorse sufficienti è il modo previdente, da buoni padri e madri di famiglia, per guardare al futuro. Dobbiamo sollevare i nostri sacerdoti da tante incombenze che li preoccupano ma allo stesso tempo non dobbiamo mai fare mancare lo spirito di comunione nelle nostre scelte e nel discernimento di queste. Non abbiamo timore, anzi, di prendere, come raccomandati dal Sinodo, iniziative in materia di safeguarding per l’amministrazione delle finanze e dei beni temporali, di crescere nella cultura della trasparenza, del rendiconto e della valutazione. I
l documento finale del Sinodo, approvato da Papa Francesco, (101) raccomanda che “Oltre a osservare quanto già previsto dalle norme canoniche in materia di criteri e meccanismi di controllo, compete alle Chiese locali, e soprattutto ai loro raggruppamenti, costruire in modo sinodale forme e procedure efficaci di rendiconto e valutazione, appropriate alla varietà dei contesti, a partire dal quadro normativo civile, dalle legittime attese della società e dalle effettive disponibilità di competenze in materia. In questo lavoro occorre privilegiare metodologie di valutazione partecipativa, valorizzare le competenze di quanti, in particolare Laici, hanno maggiori dimestichezze con i processi di rendiconto e valutazione, e operare un discernimento delle buone pratiche già presenti nella società civile locale, adattandole ai contesti ecclesiali. In particolare, in forme appropriate ai diversi contesti, pare necessario garantire quanto meno: a) un effettivo funzionamento dei Consigli degli affari economici; b) il coinvolgimento effettivo del Popolo di Dio, in particolare dei membri più competenti, nella pianificazione pastorale ed economica; c) la predisposizione e la pubblicazione (appropriata al contesto locale e con effettiva accessibilità) di un rendiconto economico annuale, per quanto possibile certificato da revisori esterni, che renda trasparente la gestione dei beni e delle risorse finanziarie della Chiesa e delle sue istituzioni; d) la predisposizione e la pubblicazione di un rendiconto annuale sullo svolgimento della missione, che comprenda anche una illustrazione delle iniziative intraprese in materia di safeguarding (tutela dei minori e delle persone vulnerabili) e di promozione dell’accesso di persone laiche a posizioni di autorità e della loro partecipazione ai processi decisionali, specificando la proporzione in rapporto al genere; e) procedure di valutazione periodica dello svolgimento di tutti i ministeri e incarichi all’interno della Chiesa. Abbiamo bisogno di renderci conto che non si tratta di un impegno burocratico fine a sé stesso, ma di uno sforzo comunicativo che si rivela un potente mezzo educativo in vista del cambiamento della cultura, oltre a permettere di dare maggiore visibilità a molte iniziative di valore che fanno capo alla Chiesa e alle sue istituzioni, che restano troppo spesso nascoste.
Questo incontro si inserisce nel nostro cammino sinodale, dove saremo chiamati a decidere alcune indicazioni per tutta la chiesa in Italia. Nello Strumento di lavoro che sarà discusso nella seconda assemblea sinodale e successivamente dall’assemblea della CEI, si chiede proprio di (64.10) Favorire e promuovere la conoscenza e l’utilizzo dei “bilanci di missione” nelle Diocesi e nelle parrocchie, e sviluppare processi di accountability per favorire trasparenza, corresponsabilità e sostenibilità della gestione economica. Elaborare un piano strategico di utilizzo del patrimonio immobiliare ecclesiastico (terreni e fabbricati), anche attraverso il coinvolgimento di soggetti specializzati e/o persone competenti già operanti nelle parrocchie e nelle Diocesi che, salvaguardandone la natura e la specificità, possa perseguire al meglio il raggiungimento dei fini propri (cf. can. 1254 § 2). Formare gli Organismi di partecipazione competenti e i parroci alla redazione di modelli di rendicontazione trasparenti e frutto del lavoro di corresponsabilità. Tra questi modelli valutare anche quello del “bilancio di missione”. Predisporre e comunicare il bilancio diocesano, preventivo e consuntivo (stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario), dotandolo di informazioni trasparenti, a partire dall’utilizzo dei fondi dell’8xmille, con il coinvolgimento del gruppo “Sovvenire”, fino alla redazione di un “bilancio di missione”. Valutare la possibilità di una certificazione esterna del bilancio diocesano (cf. Documento finale Sinodo 2021-2024, 102)
Promuovere a livello di parrocchia, di unità pastorale e diocesano incontri formativi, confronti periodici e buone pratiche sulla sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale e ambientale, fino alla creazione di modelli di autofinanziamento e di fundraising (raccolta fondi) coerenti con la missione evangelizzatrice e con le buone cause cui è destinato (di culto, caritative, pastorali, sociali, etc.). Chiedere a Diocesi e parrocchie e ad altri enti di redigere un “inventario” dei beni materiali (immobili e mobili) in vista di una valutazione sulla loro conformità ed effettiva “funzionalità” alla missione evangelizzatrice della Chiesa, criterio primario per ogni discernimento e scelta ecclesiale. Promuovere a livello parrocchiale e diocesano studi e confronti con modelli e buone prassi di governance, gestione, rifunzionalizzazione, anche a fini caritativi, e rigenerazione, così da ispirare un piano di valorizzazione del patrimonio diocesano, soppesando decisioni rivolte al suo mantenimento in forme sostenibili o alla sua dismissione. Pubblicizzare maggiormente il sistema “Sovvenire” (8xmille e offerte deducibili).
Grazie di cuore per l’aiuto che offrite a questa nostra Madre che vuole essere libera e vicina ai tanti suoi figli, specialmente quelli che hanno più necessità, salvaguardando i propri beni con intelligenza e previdenza e a trasformarli per rispondere alle domande di oggi. La Chiesa «si pone controcorrente perché si serve del denaro e non serve il denaro per nessun motivo, neppure quello più giusto e santo. In questo caso sarebbe sterco del diavolo, come dicevano i santi Padri». San Giuseppe ci protegga.