Seconda domenica di Quaresima

Bologna, Cattedrale

Gesù ci chiede di salire con lui sul monte. Condivide tutta la sua vita perché vuole che la sua bellezza diventi la nostra. Gesù è un innamorato che vuole raggiungerci con la sua luce perché conosce quanto ne abbiamo bisogno e sa come spesso le nostre vie sono difficili e al buio. Chiamerà quegli stessi discepoli a stargli vicino al Getsemani, prima di salire sul monte nella notte dell’impero delle tenebre, dell’angoscia, del dolore, della fine di tutto, del calice amaro, della solitudine assoluta della morte, cercando luce nella nostra compagnia.

Gesù continua a trovarci addormentati, perché crediamo che il buio sia l’ultima parola e la luce sembra un momento meraviglioso ma fugace, mentre il buio è definitivo, cancella tutto con la sua forza. Anche noi capiamo davvero poco la resurrezione, ci lasciamo vincere dal sonno e dalla tristezza, non crediamo che questa luce sia più forte delle tenebre.

Gesù uomo mostra la bellezza nascosta in noi, la luce che portiamo con noi e che può trasfigurare la nostra vita. Gesù Dio rivela la pienezza della sua luce, quella di cui abbiamo disperato bisogno e che la vita, che è luce, cerca, per non finire. E’ la luce che avvolge la vita di chi non c’è più.

La Quaresima è lotta tra la luce e le tenebre, tra l’amore e la solitudine, tra la speranza e la disillusione, tra la fiducia e la paura, tra la gioia e la tristezza, tra l’umiltà e l’orgoglio. Come nella pandemia. La vita è sempre lotta, per tanti, tantissimi molto dura. Il virus vuole spegnere la luce della vita, isolarla, toglierle il gusto, nascondere la bellezza, renderci incapaci di riconoscerla, confonderci tanto da sciuparla, da rovinarla possedendola fino a credere che decidiamo di scartarla o toglierla.

E’ questo il virus del pungiglione della morte. Questa lotta la capisce bene chi non ha salutato la persona amata che non c’è più ed è rimasto col buio dentro. Per chi ama l’amato è sempre unico ed è faticoso e insopportabile non sia vicino! Così siamo amati noi da Dio che vuole vincere le tenebre e viene nel mondo perché tutti possano vedere la luce. La vita è luce, l’amore è luce, Dio è luce. La pasqua è luce, che inizia oggi quella che non finisce.

La trasfigurazione ce la mostra oggi perché possiamo sapere che c’è, per portarla con noi specie nel buio più profondo, quando tutto sembra finito. E’ nel buio che dobbiamo credere alla luce! Papa Benedetto ricordava come è proprio quando la notte è più scura che le stelle si vedono di più e che l’alba è più vicina! Nel buio, lo sappiamo, i pericoli diventano tanti e non sappiamo riconoscerli e questo ci spaventa ancora di più.

Tutti proviamo nella pandemia il peso di tanta oscurità, la fatica di non vedere il futuro davanti a noi, l’angoscia di problemi che non solo non si risolvono, ma si presentano di nuovo, imprevedibili, più forti delle nostre abitudini e anche presunzioni. E con quanto poco siamo presuntuosi, tanto da permetterci essere sconsiderati!

E’ una luce che possiamo portare con noi! Gesù si trasfigura proprio mentre è in preghiera, cioè quando sperimenta la compagnia e l’intimità di Dio padre nel suo cuore. E’ sempre lo stesso Gesù, ma trasformato. Giovanni definirà la croce come la gloria di Gesù. La gloria di Dio è nel suo amore fino alla fine, non nell’orgoglio manifestazione della propria forza così penosa e spesso distruttiva. Quando siamo pieni della sua luce, cioè santi, anche la nostra vita diventa luminosa, rende luminosa quella del prossimo e sa riconoscere i segni e la bellezza del suo amore, come Pietro.

Un giornalista che ha vissuto recentemente l’esperienza del Covid, racconta di come quando era ricoverato in ospedale le sue tenebre furono illuminate e lui trasfigurato da un gesto di una infermiera che vendendolo angosciato gli dette una carezza e un bacio sulla fronte, pur con i tanti diaframmi di mascherine varie. Un gesto gratuito, solo per amore nel quale vide l’amore di Dio che squarciava le sue tenebre. Quanto abbiamo bisogno di questa luce che si rivela in un’esperienza umana, concreta! Quella luce c’è data per portarla nel cuore e trasmetterla a tanti, specialmente a chi soffre, a chi è nel buio della solitudine, a chi non sa guardare avanti a sé.

La trasfigurazione non è una vittoria definitiva, che sistema tutto una volta per sempre, come una fede pigra potrebbe desiderare. La vittoria sarà solo attraversando fino in fondo come e con Gesù la sua e nostra debolezza, il dolore, il sentirsi abbandonati e il sofferto abbandono alla volontà del Padre. La sua luce, che rende tutto “bello” perché amato e capace di amare, la dobbiamo conservare nella capanna del nostro cuore, luce di resurrezione e di eternità. Quanti segni di trasfigurazione ci hanno accompagnato e quanti fratelli ce lo hanno rivelato, manifestando la gloria di Dio nella loro vita, negli occhi semplici quelli che, come dice Gesù, rendono tutto il loro corpo luminoso (Lc 11, 34). Era una luce che rendeva bella la vita anche quando si spegneva fisicamente.

Pietro vuole prolungare quella bellezza il più possibile, possederla, essere sicuro non finisca. La vera trasfigurazione della nostra povera umanità non è un attimo da conservare. La luce resta con noi perché è Gesù, che cammina con noi, non va più via, resta con noi tutti i giorni pellegrino delle nostre vie.

E’ bello stare qui e questo fa scoprire anche nella vita più insignificante e mal ridotta l’angolo della bellezza che è nascosto in essa e ci fa vedere anche nelle situazioni più tristi la luce di speranza che non fa arrendere al male. La sua luce non sta in un luogo e in una condizione straordinaria dove fermarsi o da ricreare, perché la portiamo con noi, sta con Cristo, l’unico che rimane, che dobbiamo ascoltare perché manifesta la forza di amore di Dio. E’ la lampada della sua Parola che guida i nostri passi. Il credente non è preservato dalle avversità, dalla sofferenza, dall’oscurità del peccato e del male, ma non smette di sperare perché vede già la luce piena. “Ascoltatelo”. Ascoltiamolo, cioè prendiamolo sul serio, mettendo in pratica con umiltà quello che chiede. Non siamo trasfigurati restando fermi, ma seguendolo! Sul monte non c’è data una nuova legge, ma un uomo da seguire.

Signore, Tu solo hai parole di vita eterna e seguirti ci fa vedere la bellezza della nostra vita e quello che resta di noi. Tu sei la verità che illumina il buio del male. Tu rendi tutto luminoso perché amato da Te. Signore, Tu resti con noi tutti i giorni. Donaci di riconoscerti e di donare a chiunque la luce del tuo amore che trasfigura la debole vita degli uomini, anticipo di quella che non finisce.

28/02/2021
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