1. «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Ancora una volta, il diacono ci ha fatto ascoltare l’annuncio di un fatto che, pur accaduto duemila anni orsono, non finisce mai di essere contemporaneo.
Il fatto annunciato è che il Figlio di Dio, il Verbo «che è irradiazione della sua [= di Dio] gloria e impronta della sua [= di Dio] sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua gloria», si è fatto carne. La maestà divina ha rivestito la nostra umiltà ; la ricchezza infinita si è fatta povertà ; la forza debolezza. Questo è il fatto che la Chiesa oggi narra all’uomo.
Ma l’uomo di oggi, l’uomo del terzo millennio può credere, anzi può avere interesse ad ascoltare questa narrazione? è ragionevole continuare a credere ad essa? Sembrerebbe di no. Tanto è vero che da qualche secolo gli uomini in Occidente hanno cercato, e cercano anche oggi, di costruire un mondo ed una società “come se Dio non ci fosse”. Più precisamente. Non è tanto l’esistenza di Dio come tale che è messa in discussione o comunque ritenuto un tema non degno di considerazione. è la presenza di Dio venuto ad abitare in mezzo a noi, che è rifiutata o comunque ritenuta non necessaria in ordine ad una buona vita umana. Non è la verità religiosa: Dio esiste, in questione; è la verità cristiana: Dio «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Se Dio c’è, non c’entra: sembra essere questa la formula dell’ateismo contemporaneo.
è una presenza ritenuta superflua: sarà la scienza e la tecnica a risolvere i problemi umani. è una presenza ritenuta dannosa: dalla società la fede in un Dio presente deve essere emarginata, poiché – si dice – essa ha in sé il veleno dell’intolleranza.
Quando, tuttavia, guardiamo la realtà , la riflessione sui destini dell’uomo si fa più prudente, e meno incantata dalle “magnifiche sorti e progressive”.
Cristiani che avevano solo il torto di essere riuniti in preghiera, vengono massacrati. La crisi finanziaria che nessuna scienza economica aveva previsto, ha ridotto al lastrico milioni di famiglie. E che dire dell’oscurarsi delle evidenze originarie che da sempre avevano guidato l’uomo? Il matrimonio non è più solamente la legittima unione fra l’uomo e la donna; il suicidio viene nobilitato come un gesto di coraggio; l’affettività umana disintegrata dalla ragione è diventata incapace di istituire legami stabili.
Ogni uomo, ogni donna pensosi dei destini dell’uomo non può non cominciare a dubitare quanto meno che l’uomo non potrà salvare l’uomo; che l’uomo ha bisogno di una salvezza che non può darsi da solo. Per quale ragione? Perché la libertà umana è tesa tra bene e male, vita e morte, senso e assurdità . Questo è il vero problema dell’uomo, il cuore del dramma dell’uomo.
«Poiché l’uomo rimane sempre libero e poiché la sua libertà è sempre anche fragile, non esisterà mai in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidato» [Benedetto XVI, Lett. Enc. Spe salvi 24b]. Chi promette una società per sempre immune dalle insidie di una libertà che decide di sradicarsi dal bene, fa una promessa falsa e dannosa.
è proprio da questa ferita della sua libertà che l’uomo ha quotidianamente bisogno di essere medicato e guarito.
2. La Chiesa, oggi, dice all’uomo: Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, Dio stesso è presente in mezzo a noi come nostro Salvatore, Redentore della nostra libertà . In che modo? Riascoltiamo la pagina evangelica.
«Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo».
Il nostro Redentore e chi lo accoglie mediante la fede non dona la legge: non è semplicemente insegnando all’uomo ciò che è bene o male, che l’uomo viene redento. Se uno sta soffrendo di una grave indigestione, non lo aiuto spiegandogli la chimica della digestione. Se uno sta annegando e non sa nuotare, non lo salvo insegnandogli da riva il nuoto.
Il Figlio di Dio fattosi uomo guarisce interiormente la nostra libertà , perché in chi crede in Lui Egli diventa sorgente di una vita nuova.
Oggi, proprio oggi, Dio viene nuovamente «fra la sua gente», viene nella nostra città , e a chi l’accoglie dà «il potere di diventare figlio di Dio»: di divenire una nuova creatura. A chi crede in Lui è dato di vivere nella propria intera umanità la sua stessa vita. La fede è l’esperienza vissuta dell’incontro col Dio venuto ad abitare in mezzo a noi.
Ed allora, cari amici, mi piace concludere colle parole di un grande pensatore russo. «Su Cristo, potete discutere, non essere d’accordo … Tutte queste discussioni sono possibili e il mondo è pieno di esse …
Ma … sappiamo che sono tutte sciocchezze, che Cristo – in quanto solo uomo – non è Salvatore e fonte di vita, e che la sola scienza non completerà mai ogni ideale umano e che la pace per l’uomo, la fonte della vita e la salvezza dalla disperazione per tutti gli uomini, la condizione sine qua non e la garanzia per l’intero universo si racchiudono nelle parole: il Verbo si è fatto carne e nella fede in queste parole» [F. Dostoevskij, cit. da A. Sicari, Viaggio nel Vangelo, Jaca Book, Milano 1995, 149].