1. “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria,
tua sposa, poiché quel che è generato in Lei viene dallo Spirito
Santo”. In queste parole è racchiuso tutto il «mistero» di
Giuseppe ed è interamente manifestata la «missione» della
sua persona. Egli viene introdotto da quelle parole nel Mistero tenuto nascosto
per secoli dal Padre: nel mistero della nostra redenzione in Cristo, della
nostra predestinazione ad essere partecipi della stessa vita divina. Giuseppe
vi è introdotto, per così dire, non direttamente ed immediatamente,
ma attraverso Maria, attraverso il vincolo coniugale che lo univa a Maria.
La fede della Chiesa ci insegna: “Piacque a Dio nella sua bontà e
sapienza rivelare se stesso e manifestare il mistero della sua volontà (cfr.
Ef. 1,8), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne,
nello Spirito Santo hanno accesso al Padre e sono resi partecipi della
divina natura (cfr. Ef. 2,18; 2Pt. 1,4)” (Conc. Ec. Vaticano II, Cost.
dogm. Dei Verbum 2). Di questo mistero divino Giuseppe è insieme con
Maria il primo depositario.
Quale è stata la via attraverso la quale Giuseppe vi è entrato
dentro? “Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo”.
Queste parole sembrano echeggiare singolarmente le parole con cui anche Maria
entra nel Mistero: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me
quello che hai detto”. La via è stata la fede: ciò che
Maria disse e fece, ciò che Giuseppe senza nulla dire fece, è la
purissima obbedienza della fede. E in questa fede Maria e Giuseppe trovarono
la più intima comunione di vita e compartecipazione allo stesso destino. “ A
Dio che rivela è dovuta «l’obbedienza della fede»,
per la quale l’uomo si abbandona totalmente e liberamente a Dio, prestandogli
il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà ed assentendo
volontariamente alla Rivelazione da lui fatta” (ib. 5).
Questa descrizione della fede si applica perfettamente a Giuseppe: Egli si è totalmente
e liberamente abbandonato a Dio che gli parlava attraverso l’angelo e “fece
come gli aveva ordinato”. Fu il primo ossequio della sua volontà ,
nel quale poi – come in un grembo – tutta la sua esistenza seguente
viene concepita.
2. “Eredi… si diventa per la fede, perché ciò sia
per grazia e così la promessa sia sicura per tutta la discendenza”.
L’esperienza di Giuseppe è paradigmatica: è esemplare per
ogni uomo. Essa ci rivela una verità fondamentale per capire la persona
umana e la sua vocazione. Quale? Che “eredi si diventa per la fede, perché ciò sia
per grazia”. Eredi, cioè destinati alla salvezza che il Padre
ci offre in Cristo, lo si diventa per la fede. A ciascuno di noi, come a Giuseppe, è chiesto
per entrare nell’opera della salvezza, di accogliere la proposta divina.
Al principio, perché si costituisca il patto, l’alleanza fra il
Padre e ciascuno di noi, ci è chiesto di dire come Maria: “avvenga
in me secondo la tua parola” e di agire come Giuseppe: “fece come
gli aveva ordinato l’angelo”. E’ l’abbandonarsi a Dio
totalmente e liberamente, prestandogli il pieno ossequio della nostra intelligenza
e della nostra volontà .
“Chi si abbandona totalmente nelle mani del Signore può essere
certo di essere guidato. Tutto quello che si consegna a Lui non va perso, anzi
viene custodito, ampliato, innalzato e giudicato in modo giusto. E’ questo
che deve avvenire: l’abbandono totale nelle mani di Dio, senza alcuna
sicurezza umana” (S. Teresa Benedetta della Croce).
Il Signore ci doni la stessa fede e purezza di cuore che animò S.
Giuseppe nel seguire il Figlio di Dio, nato da Maria.
L’uomo giusto è stato introdotto nell’inizio della nuova
ed eterna Alleanza che è Gesù Cristo: che egli ci ottenga di
conoscere le vie attraverso le quali introdurre la nostra vita dentro al mistero
ineffabile dell’incarnazione del Verbo, del mistico coniugio del Verbo
colla nostra umanità .
3.Questa Parola e la testimonianza di Giuseppe che l’ha vissuta, accompagnano
in modo singolare la tua persona, carissimo Alessandro. Oggi lo Spirito Santo
mediante l’imposizione delle mie mani ti introduce nel sacro ministero
apostolico. Anche a te accade oggi, in un certo senso, ciò che è accaduto
a Giuseppe: vieni introdotto con una modalità nuova dentro al Mistero.
Al Mistero nascosto da secoli e rivelato in Cristo nella pienezza dei tempi,
dal momento che il ministero apostolico è una partecipazione singolare
alla rivelazione e alla realizzazione dell’opera di Cristo.
E come Giuseppe vi è stato introdotto non direttamente ed immediatamente,
ma mediante Maria, così tu lo sei mediante la Chiesa. Oggi si istituisce
fra la tua persona e la Chiesa un patto, un’alleanza singolare. è così profonda
questa unione colla Chiesa, che da oggi ad un titolo singolare – nella
Liturgia delle Ore – tu avrai «piena libertà di entrare
nel santuario per mezzo del sangue di Gesù» [Eb 10,19], e parlare
al Padre a nome della Chiesa.
Si compia spiritualmente in te quanto le Sacre Scritture dissero di Mosè:
sii sul monte un orante instancabile fino a quanto tutti i nemici siano posti
sotto i piedi di Cristo.
Giuseppe assieme ai vostri santi, ai santi cui la vostra comunità ha
voluto affidarsi in modo particolare, ti accompagni ora e sempre. Amen.