Memoria di San Silvestro I Papa Memoria di San Silvestro I Papa

Celebriamo la memoria di San Silvestro e ci prepariamo a ringraziare Dio per il dono degli anni. Quanta tristezza la celebrazione dei nostri giorni che passano se non contempliamo il regalo della vita e senza affidarci all’Autore della vita!  Qualche volta sentiamo come una condanna, inesorabile, malinconica, intristente gli anni che passano. Non serve dimenticare, fare finta, vivere alla giornata, come viene. Non ci riusciamo e le domande si riaffacciano, prepotenti, perché di queste è segnato il nostro corpo, con la sua fragilità. Troviamo gioia e protezione nel sapere che i nostri giorni non vanno a casaccio, verso il nulla, ma sono accompagnati dall’amore di Dio già oggi e vanno verso la casa del cielo, domani. Per questo ringraziamo. Il senso dei nostri giorni non è nell’attivismo, anche se dobbiamo spendere le nostre energie e i nostri talenti per lasciare qualcosa. Ma non è nelle cose che facciamo. La vita va spesa, investita, non lasciata consumare nella paura, nelle abitudini, nell’amore per noi stessi. E nell’amore che diamo, nella preghiera che ci fa vivere in comunione con Dio e gli altri, che comprendiamo il nostro cammino. Guardiamo il nostro futuro. Sentiamo spesso inquietudine. Che saremo? Se lasciamo un poco l’ottimismo pigro del non pensare, dello scappare dai problemi, del cercare risposte nel possedere e nel consumare, ci ritroviamo pieni di paure. Basta riflettere sulla debolezza della nostra vita o delle persone cui vogliamo bene. Per qualcuno porsi domande appare come di cattivo augurio: tutto deve andare bene, è meglio non pensare, si vedrà, abbiamo tempo per accorgerci e correre ai ripari. Non serve rimandare sempre, perché le paure, la violenza imprevedibile del terrorismo agitano i nostri cuori. Cosa sarà di questo mondo malato, rovinato dagli uomini stessi? Non dobbiamo solo cambiare data al calendario! Cambiamo per rendere migliore questo mondo! Questa è la vera scelta alla fine di un anno ed all’inizio dell’anno nuovo.
Ci aiuta San Silvestro, testimone del Vangelo. Egli fu il primo Vescovo di Roma che visse senza le persecuzioni. La sua testimonianza è proprio quella di non perdere l’urgenza della fede e il combattimento contro il male anche nel benessere. Le difficoltà ci mettono alla prova, sfidano i cristiani. Ma come essere forti nella vita ordinaria, quando il male diventa più invisibile, insidioso perché sembra innocuo mentre mette sempre in discussione la nostra forza? Come non diventare tiepidi, smettendo di combattere contro il nemico della vita che continua a fare crescere l’indifferenza, la divisione, la solitudine? E non dimentichiamo anche i tanti, troppi, martiri di oggi, cioè coloro che in molti paesi sono minacciati a causa della loro fede e che sono oggi messi a morte, proprio come i primi cristiani.
Con Papa Silvestro i cristiani che si ritrovavano nelle case iniziarono a pregare nelle grandi Basiliche. A Roma le prime grandi costruzioni cristiane sono proprio del tempo di Papa Silvestro, San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Croce. La sfida era ed è quella di restare sempre una famiglia, una chiesa domestica, che si riunisce in luoghi più confortevoli, ma non smette di mettere in pratica personalmente e come comunità il Vangelo. Oggi è un po’ il compleanno di questa casa! Sappiamo quanto è facile vivere, invece, in maniera impersonale, da spettatori, prendendo quello che serve a noi ma come se fossimo estranei, degli utenti. Ma l’amore non è mai impersonale e quando lo viviamo così diventa un’altra cosa. Gesù ci ha detto di essere fratelli e sorelle, non parenti lontani o condomini! Essere fratelli è la nostra gioia!
Infine Silvestro dovette combattere molte eresie, dissensi e discussioni che minavano l’unità della Chiesa. Le nostre discussioni sono meno sui contenuti e più legate alle nostre persone, spesso all’orgoglio di ciascuno. A volte le dispute sono solo le chiacchiere. La testimonianza di San Silvestro è quella di non rinunciare mai a cercare e a difendere l’unità tra noi, combattendo i semi di divisione con il perdono, con la chiarezza evangelica, con l’amore fraterno. Spesso vorremmo che la comunità sia come la pensiamo noi, mentre è sempre una comunione, dove cuori diversi si fondono assieme, ma restano diversi. Amiamo l’unità tra di noi, difendiamola dal suo nemico peggiore che è l’individualismo, quello per cui, proprio come scrive Paolo a Timoteo, ognuno cerca il proprio maestro “secondo le proprie voglie” e finisce per “volgersi alle favole”. Quanti maestri a poco prezzo prendiamo sul serio, invece di essere discepoli di Gesù con il suo amore personale, esigente! Vogliamo essere uniti, figli di questa madre che, come tutte le madri, vuole che i suoi si amino, mettendo in pratica il comandamento di Gesù e insistendo “in ogni occasione opportuna e non opportuna”, cioè anche quando non ci conviene. Papa Francesco ci chiede di essere missionari, cioè di portare sempre e ovunque il Vangelo, anche quando non ci sembra opportuno per pigrizia o quieto vivere e farlo soprattutto con la nostra vita.
Perché anche noi con Pietro, con San Silvestro e con i tanti testimoni che ci hanno aiutato a vivere il Vangelo diciamo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Signore tu sei la nostra salvezza, sei il senso dei nostri giorni fino al giorno che non conosce il tramonto, quello del tuo amore pieno e dell’unità senza divisioni tra noi.  Ti ringraziamo per il dono di questa madre che è la Chiesa. Insegnaci a non fare mai mancare il nostro personale amore, a viverla come una famiglia, perché tanti possano vedere nel come ci amiamo i frutti del tuo Vangelo e riconoscere la tua presenza. Custodiscici e benedici i nostri giorni. Amen.

31/12/2015
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