Novena in tempo di epidemia – Quinto giorno

Bologna, Cattedrale

Ci ritroviamo per pregare assieme in questo legame che non è virtuale, ma spirituale, comunione che unisce nel profondo e non è un gruppo whats-app. La nostra è unità di cuori che lo Spirito realizza al di là delle nostre persone e che strappa dall’anonimato. Il Signore ci dona la gioia essere parte di questa famiglia: siamo isolati, ma non soli; siamo distanti ma non abbandonati. Ci siamo accordati per chiedere qualcosa al Signore, perché Gesù ci ha detto che “se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Matteo 18,19-20).

Oggi meditiamo i misteri luminosi. Quanto abbiamo bisogno di luce immersi come siamo nelle tenebre dell’incertezza, nel buio del futuro, quando non so se sto bene o se starò bene, quando siamo soli con tante domande e con la difficoltà di trovare un cammino. Gesù è la luce. Viene nel mondo perché il suo amore accenda la lampada della nostra vita e noi stessi possiamo dare la luce dell’amore a chi abbiamo vicino. Cambia tutto se, nel buio, vediamo anche lontana, una piccola luce! Al povero Lazzaro, di cui abbiamo ascoltato nel Vangelo di oggi, manca intorno a lui la luce. Lo circonda infatti il buio dell’indifferenza del ricco e l’indifferenza spegne la vita di Lazzaro ma anche del ricco.

Il ricco era preso dai suoi stili di vita, per cui più ha meglio sta, consuma quindi esiste, il verbo è avere e non essere, nutre il corpo ma la sua anima è spenta. In questi giorni abbiamo bisogno di luce tutti e ci sentiamo mendicanti di luce. Capiamo di più i poveri Lazzaro, che hanno aura e che sono precipitati a terra. Facciamo sempre agli altri quello che vogliamo sia fatto a noi e oggi impariamo che se non lo facciamo qualcuno sta male, male per davvero. Gesù è luce. Viene alla luce per portare la luce a quel povero Lazzaro che ha bisogno di protezione. L’uomo non può vivere nelle tenebre. Non sa più chi è, ha paura di tutto come avviene quando siamo nel buio, si perde, perché la vita è luce e l’uomo muore quando è senza la luce dell’amore.

Oggi chiediamo, sempre con l’intercessione di Maria, che a nessuno manchi la luce dell’amore di Dio e degli uomini, che fa sentire amati, preziosi. Ci uniamo a quanti non possono vedere i loro cari così come vorrebbero, come gli anziani negli istituti, a quanti vivono nel buio della depressione o di fragilità psichiche questi giorni così delicati per tutti e che accentuano la nostra debolezza. Chiediamo luce per chi lavora ad alleviare le sofferenze dei malati, luce per evitare la crisi economica e per quelli, tanti, che iniziano a pagarne le conseguenze e hanno perso subito il lavoro, ma anche luce di speranza per tutti, specie per chi ha visto la morte spegnere la vita di qualche loro caro e si è spento così qualcosa anche dentro chi resta.

Un riflesso di questa luce di amore è affidato ad ognuno di noi. Lo è innanzitutto questa nostra preghiera. Mandiamo frammenti di questa luce a chi è nell’oscurità della solitudine con la nostra attenzione, sensibilità, vicinanza. Non può essere fisica, ma certo è umana. Mandiamo un messaggio o un regalo, segni che è nei nostri pensieri. Offriamo disponibilità pratica per alleggerire il peso dell’isolamento a chi deve sopportare in famiglia già situazioni di malattie e disabilità. Offriamo luce ma vedremo anche noi la luce che permette di combattere il male.

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?

12/03/2020
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