L’avvento ci aiuta a trovare le parole per capire ed esprimere quello che stiamo vivendo. Le cose di Dio non stanno nei cieli e basta, ma si uniscono a quelle nostre, a quelle della terra, così come sono e siamo. Le cose di Dio ci aiutano a trovare il senso della nostra vita, a volte così difficile da capire anche per noi. Ad esempio quante volte ci interroghiamo sul perché abbiamo fatto certe azioni, perché non può essere un caso! Spesso abbiamo paura di farlo fino in fondo, perché non riusciamo nemmeno noi stessi a capire, a spiegare noi stessi, come se scoprissimo una forza dentro di noi che ci ha portato a fare del male e farci del male. E questo ci angoscia. Tutti abbiamo diritto a un futuro. E per questo c’è il Natale, per noi uomini che non ne abbiamo più. Vorremmo dimenticare il passato e ci troviamo senza un domani.
Dio viene sulla terra per aiutarci e per farlo non da lontano (come spesso fanno gli uomini che danno buoni consigli agli altri ma senza alzare mai un dito per davvero!) Viene per noi e perché la nostra attesa trovi già da adesso una risposta. Se vediamo la risposta, se sappiamo dove dobbiamo arrivare, se capiamo qual è il nostro futuro camminiamo tutti più veloci, meno incerti; superiamo le difficoltà, perché sappiamo che c’è un posto dove arrivare, come quando siamo stati male e abbiamo visto che cosa ci succede.
Natale è Dio che sceglie. Infatti nasce. È una scelta, perché così non può più tornare indietro, non può scomparire, volatilizzarsi come spesso facciamo noi che restiamo virtuali, non ci leghiamo mai agli altri fino in fondo e pensiamo si possa staccare e riattaccare come ci piace a noi. Dio sceglie una volta per sempre. Il suo amore è definitivo. Dio scommette su di noi. Davvero ci sembra impossibile. Ed è impossibile! Scommette su di me? Forse non mi conosce, non ha capito chi sono! Anche il più presuntuoso tra noi sa bene che non merita nulla. Dio scommette su di noi, mentre spesso, purtroppo, il mondo non solo non scommette ma ci ricorda continuamente il nostro passato e non ci aiuta a cercare e a credere nel futuro. Il futuro non viene da un momento all’altro, ma occorre costruirlo. E inizia da me! “Egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia”, dice l’Apostolo. Perché “giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna”. Non è scontato. Sappiamo bene come spesso la condanna resta, lo vedi negli sguardi, lo senti dentro, ti accorgi da quello che non è più possibile. E poi c’è quello che manca a te e, più importante ancora, quello che fai mancare agli altri. Quanto ci fa stare male che per colpa nostra manchi un posto a chi sappiamo ci vuole bene!
Il futuro inizia dentro il cuore, aprendo quella cella che spesso teniamo chiusa, nascosta, ma così nascosta che non sappiamo più parlare di quello che abbiamo dentro. Dio scommette su di me? Gli piace vincere difficile! Davvero difficile! Su uno come me? Papa Francesco si interroga sempre, andando a visitare le carceri (e ci va in tutte le città che visita perché non dimentica mai i suoi fratelli carcerati) “perché io non sto qui?”. Cioè: “Siamo tutti peccatori, tutti possiamo sbagliare, tutti abbiamo sbagliato. Dio scommette su noi, così come siamo. Lo ameranno proprio i peccatori, quelli che hanno sbagliato tutto! Non lo capiranno, invece, i giusti o quelli che, ipocriti, si ritengono a posto. A me ricorda un mio amico di Trastevere, che non aveva mai una lira. Si era innamorato di una ragazza e faceva finta di essere ricco. Lo faceva con i soldi miei, perché non aveva davvero una lira e mi veniva a chiedere qualcosa per fare scena e portarla a cena fuori. La invitava nei ristoranti buoni, sperando che lei così si innamorasse di lui. Un giorno la ragazza scoprì che era un poveretto. Lui si mise a piangere, perché pensava che sarebbe finito tutto, che lei lo avrebbe lasciato. Ma la ragazza, che era davvero innamorata di lui, ma lui non lo credeva anzi pensava che interessasse solo per il conto che saldava, gli disse: “io avevo capito chi sei, mi piaci come sei non per le cene che mi paghi!”. Lui disse: “Io pensavo che tu mi avresti lasciato!”. Lei si mise a ridere! “Ma io ti amo!”, gli disse, “per quello che sei!”. E stanno ancora assieme, anzi lui finalmente si è messo a lavorare! Ecco cosa fa Dio con noi! Scommette su di noi. Si è innamorato di noi!
Infine di fronte a qualcuno che ci vuole bene ci possono essere due atteggiamenti. C’è chi se ne approfitta e chi, come quel mio amico, cambia, apre la cella del suo cuore, si fa volere bene così com’è, vuole bene. Certo approfittarsi di chi ti vuole bene è davvero da infami! Ti approfitteresti di tua madre? Vuol dire che proprio hai perso tutto! Ecco, non approfittiamo di Dio perché ci ama, ce lo dice con questo bambino di tenerezza infinita. Ci fa capire che Dio scommette su di noi, su di te, sul mondo. È venuto per dirci questo. Nasce per non andare più via. Natale ci apre alla speranza, che spesso non abbiamo più. Ma davvero non si può vivere senza speranza. E questa ci fa bene. Tanto. Infine oggi sentiamo l’amarezza perché non stiamo con nostri cari. Ci dispiace. E forse ci fa bene, perché ci aiuta a capire quanto ne abbiamo bisogno e anche per loro vogliamo guardare al domani. Qualcuno ha tanta amarezza perché fa mancare qualcosa a loro! Sono loro che stanno male per il fatto che noi non ci stiamo. E questo ci dispiace, forse ancora dipiù: quello che facciamo mancare alle persone che amiamo.
Natale dice però una cosa: non ti rassegnare! Io vengo! E la mangiatoia a Natale è una sola: il mio cuore. Dio si fa deporre lì. Ma è una mangiatoia!! Lo sa. E si lascia mettere lì perché diventi il luogo più grande che c’è al mondo. Ecco la vera gioia del Natale. E gioia a Dio nell’altro dei cieli!
Pace in terra agli uomini che egli ama e scommette su di loro perché l’attesa abbia una risposta!
Grazie Dio e insegnaci a custodirti dentro la mangiatoia del mio cuore. Grazie: grazie, perché fai tutto questoper me.
S. Messa di Natale
25/12/2016
