Padre Santo,
quella che abbiamo celebrato oggi è una Eucarestia che ci aiuterà a contemplare ogni nostra celebrazione, anche la più piccola, con questa larghezza, sull’altare del mondo. Oggi abbiamo spezzato il Corpus Domini e il Verbum Domini perché possiamo servire ed amare quell’altro Corpus Domini che sono i poveri e i fratelli. Pane, Parola, poveri. Tre amori che si uniscono e ci uniscono.
Capiamo meglio le parole che il Cardinale Lercaro voleva scritte sull’altare: “Se condividiamo il pane del cielo come non condivideremo quello terreno?”. Vogliamo continuare a nutrici del Verbum Domini perché generi e rigeneri tanta comunione tra i fratelli. Vogliamo apparecchiare con la nostra generosità e gratuità, tante mense per chi cerca gioia e speranza. La Parola vuole essere come il suono delle campane, antica e sentita tradizione della nostra Chiesa, che si effonde nel cielo e come disse Paolo VI alla fine del Concilio Vaticano II, arriva a tutti, a quelli che lo accolgono ed a quelli che non lo accolgono perché per la Chiesa nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano e ognuno è un chiamato, un invitato e in certo senso, un soggetto in una comunione che è sempre universale. La Parola di Dio che tra poco verrà distribuita a tutti è la lampada per il nostro cammino. La vogliamo portare con noi perché scaldi il cuore, apra gli occhi e continui a generare per tutti l’amore che è risposta al desiderio che ogni uomo mendicante di vita e di gioia porta con sé. Vogliamo comunicarla con la nostra vita. Vogliamo sia la nostra compagnia quotidiana e susciti tante comunità che abbiano un cuore solo e un’anima sola, dove l’io non si chiude nell’individualismo o nel protagonismo ma trova se stesso proprio in un noi di relazione e amicizia. Sceglieremo di non restare chiusi, di non essere un condominio o un club di giudici distanti, ma di costruire una Chiesa comunione, dove nessuno è spettatore e tutti sono accolti, che ripensa in maniera missionaria la sua presenza nella città degli uomini andando in tutte le sue strade e i suoi crocevia, specie quelli più deserti di amore.
Avevamo previsto a questo punto un saluto al Cardinale Caffarra, segno di ringraziamento per il suo servizio; ma lui purtroppo ci ha lasciato prima di questo appuntamento, da lui molto atteso. Siamo certi che prega dal cielo per la Chiesa tutta e in particolare per la sua Chiesa di Bologna, e noi un applauso glielo facciamo da quaggiù. Pregheremo per lei, Padre Santo. Che la Madonna di San Luca vegli su noi e ci insegni a compiere sempre il primo passo verso il prossimo e a credere nell’adempimento della Parola, per compiere, come lei, le grandi cose che possono fare solo gli umili.
Grazie Papa Francesco. Le vogliamo bene.
Saluto di commiato al Santo Padre Francesco
01/10/2017