Al Quartiere San Donato-San Vitale, è stato presentato il progetto «Cura delle relazioni per la prevenzione del disagio».
Promosso da Odv Sokos (associazione di volontariato per l’assistenza socio-sanitaria alle persone fragili) con la partnership del Centro medico legale di Inps, il progetto è stato presentato nella seduta convocata dalla commissione Disabilità del Comune.
Il coordinatore, Vanni Sgaravatti, ha illustrato alla cittadinanza le attività del progetto: dall’ascolto dei bisogni (triage sociosanitario burocratico), all’individuazione delle possibili soluzioni e accompagnamento fisico e virtuale ad enti ed istituzioni con un ruolo di tutor, in particolare, per le pratiche e le misure di welfare di Inps, e per quelle di pertinenza di Acer, Asp, Ausl, della Questura.
Il progetto prevede, inoltre, l’organizzazione di sessioni formative per gli operatori sociosanitari, finalizzate anche alla prevenzione dello stress cronico (burnout), oltre ad attività di mediazione sociale per il rispetto dei diritti, svolta insieme ai soggetti istituzionali, con il supporto dell’associazione «Avvocati di strada». Tutto questo a beneficio di persone con diversi gradi di fragilità: dagli anziani soli, ai disabili, ai migranti, ai senza tetto, ma anche a beneficio di associazioni e cooperative sociali che richiedono il supporto per il superamento di un «dolore burocratico» che produce senso di estraneità, inadeguatezza e oggettive difficoltà nell’accedere ai propri diritti.
Un «dolore» che può essere drammatico. Un esempio: ragazzi mutilati che richiedono permessi di soggiorno della durata della cura e non di sei mesi rinnovabili come talvolta succede, per poter usufruire di indennità erogate da Inps per pagare la protesi. O può comunque generare disagio, come quello vissuto da persone che chiedono un accesso al Servizio sanitario nazionale per vi- site urgenti e indifferibili, ma non hanno i requisiti perché l’operatore rilasci il «lasciapassare» (Stp), anche se hanno diritto ad accedervi secondo la Costituzione, che parla dell’universalità della cura degli individui e non solo dei cittadini.
«Queste attività contro il “dolore burocratico” – ha spiegato Sgaravatti – sono state attuate da un coeso e motivato gruppo di volontari con competenze ed esperienze elevate: medici, funzionari amministrativi in pensione e in attività, giovani assistenti sociali e psicologi, esperti legali». Volontari che hanno potuto contare e, in prospettiva integrarsi, con i medici di Sokos, che da trent’anni gestisce un poliambulatorio per persone fragili, che non hanno accesso al Sistema sanitario nazionale. Un’attività che viene evidenziata anche dai numeri: circa 40 medici, con 110 mila visite in totale, 4000 visite e 750 nuovi pazienti all’anno, per un costo di 9 euro a paziente. Volontari che, in questo progetto, hanno po- tuto contare sul Centro medico legale di Inps che ha permesso di seguire ed ascoltare non tanto le pratiche, ma le persone che vi stanno dietro, di suggerire vie per poter risolvere problematiche, di comprendere meglio i disagi e, a loro volta, di essere compresi, quando si tratta di rispettare le norme che presiedono la concessione dei benefici. Un rapporto che, come dicono sia la responsabile del Centro medico legale di Inps Lucia Zanardi, che l’infermiera Silvia Fattori, hanno avuto effetti benefici sugli stessi operatori e assistenti, dando la possibilità di ritrovare un senso e un’umanità nella relazione con i richiedenti e prevenendo i disastrosi effetti di burnout che impattano sulla qualità di tutto il servizio.
«L’intercettazione degli invisibili – ha ribadito il coordinatore del progetto – va intesa non solo come caratteristica di un soggetto da assistere, ma come continua attività di ricerca del contatto con quelle fragilità sociali e individuali persino non riconosciuti o non espresse dallo stesso soggetto». E poi ancora ha ribadito l’importanza del «dolore burocratico», che deve essere affrontato con nuove alleanze tra assistito e assistente, considerando che, «da una parte, non si può vivere insieme senza norme e classificazioni, ma che, dall’altra, occorre ricordare anche che le norme riflettono un mon- do parcellizzato e frammentario, di cui tutti ci lamentiamo ».