BOLOGNA – Dopo l’Assemblea diocesana nella quale sono state presentate le linee guida per il piano pastorale 2024-2025, sabato 19 ottobre 2024 il Consiglio Pastorale Diocesano si è ritrovato presso il Seminario Arcivescovile.
Nel primo incontro di questo nuovo anno pastorale, il Consiglio è stato chiamato a riflettere su come prepararsi a vivere l’anno del Giubileo Ordinario, la cui apertura è fissata per il 24 di dicembre.
“Caspita quanto ci serve il Giubileo” con queste parole il Cardinale ha aperto il confronto sul tema con un discorso introduttivo nel quale ha sottolineato la provvidenzialità dell’arrivo del Giubileo della speranza, una delle poche realtà universali del nostro tempo, in questo momento storico in cui governa la paura e dobbiamo ritrovare la capacità di cercare la speranza.
Don Fabio Quartieri, ha proseguito la riflessione facendo luce sui significati che la prassi penitenziale del Giubileo può assumere e individuando i segni di speranza che Papa Francesco ha indicato nella Bolla di indizione “Spes non confundit”.
Rimanendo sul tema della speranza, i membri del Consiglio si sono divisi in gruppi e hanno cercato di identificare quali sono le presenze, le situazioni e i luoghi di speranza già presenti nelle realtà che rappresentano (comunità, associazioni e movimenti), come queste occasioni di speranza interpellano il singolo e la comunità e perché generano speranza.
Superata la fatica iniziale di concentrarsi sulla positività, sono stati tanti i segni di speranza individuati, che incoraggiano a non cercare per forza altro bensì a trovare valore in ciò che già c’è, dalle tante opere di carità alle occasioni per stare insieme e sentirsi sempre più una comunità in cammino.
Al termine degli interventi, e prima della conclusione, Mons. Federico Galli, incaricato diocesano per il Giubileo, ha presentato le numerose iniziative proposte sia a livello universale che, soprattutto, a livello diocesano, pensate per vivere appieno l’esperienza del pellegrinaggio in questo anno giubilare che ci attende.
Terminati gli impegni diocesani e non, infine, l’Arcivescovo ha concluso riprendendo il grande bisogno di spiritualità emerso nelle tante testimonianze della mattina e sottolineando l’importanza di maturare la consapevolezza che “siamo più luce di quanto pensiamo”.