BOLOGNA – “Caspita, quanto è importante essere Chiesa!” con queste parole il Cardinale Zuppi ha aperto la prima riunione del 2024 del Consiglio Pastorale Diocesano dopo la presentazione e il saluto di don Vincent Mwagala, nominato a dicembre primo Vescovo di Mafinga, in Tanzania.
La nuova diocesi racchiude al suo interno 17 parrocchie, tra le quali quelle di Usokami e Mapanda, molto legate alla Chiesa di Bologna. Una bella testimonianza per ricordare, in questa epoca di divisioni e guerre, che il Vangelo è universale e deve avvicinare, non allontanare.
Il Consiglio Pastorale Diocesano, che si è ritrovato presso il Seminario Arcivescovile di Bologna sabato 17 febbraio 2024, ha poi ripreso e concluso il lavoro sinodale, iniziato durante l’incontro del 2 dicembre, per rispondere agli interrogativi posti dalla scheda “La missione secondo lo stile di prossimità”, scelta tra quelle proposte dalla CEI per questo anno di discernimento a cui tutta la Chiesa, in tutte le sue articolazioni, è chiamata.
I 5 gruppi, creati per concentrarsi su ognuna delle 5 domande rilanciate dalla scheda, nella prima parte della mattina si sono ritrovati per concludere il lavoro iniziato a dicembre, e proseguito in questi due mesi, e individuare alcune proposte concrete. Le domande affrontate nei singoli gruppi avevano ad oggetto diverse sfide dell’attualità: il passaggio da destinatari a interlocutori attivi, l’attenzione a situazioni esistenziali che si sentono emarginate, il superamento di nodi e barriere per ritrovare un terreno comune da cui ripartire, la risposta alle questioni che questo tempo storico pone come centrali e i punti di forza e le criticità delle Zone Pastorali.
A partire dai luoghi che frequentiamo, passando per le persone che incontriamo e per le modalità con le quali ci relazioniamo sia all’interno delle nostre realtà che verso l’esterno e terminando con le forme in cui ci organizziamo (dai Consigli alle Zone Pastorali), ogni gruppo ha fornito diversi spunti per rilanciare la Missione della Chiesa con uno stile che sia sempre più improntato ad una reale prossimità.
Terminata la rassegna delle proposte elaborate da ognuno dei cinque gruppi, con la consapevolezza dell’importanza di essere Chiesa, come ribadita dall’Arcivescovo in apertura, il Consiglio si è chiuso con l’auspicio che il percorso di discernimento iniziato prosegua con il coinvolgimento delle singole Comunità, rendendole interlocutrici attive in questo processo di cambiamento che è in corso.