CITTA’ DEL VATICANO – Il nostro arcivescovo Matteo Zuppi è cardinale: lo ha creato ieri a Roma papa Francesco assieme ad altri 12 confratelli nel solenne Concistoro che si è svolto nel pomeriggio nella Basilica di San Pietro.
Il Santo Padre gli ha attribuito il titolo di cardinale prete di Sant’Egidio in Trastevere. Con questo Concistoro, nel Sacro Collegio è tornato dopo molti anni un porporato «romano di Roma», Zuppi appunto, anche se ormai bolognese d’adozione.
Semplice e insieme solenne la celebrazione del Concistoro: una lettura evangelica, poi la riflessione del Papa, rivolta ai nuovi cardinali; che poi ha nominato uno ad uno. Essi poi hanno emesso, davanti al Papa, la professione di fede e il giuramento di fedeltà a lui e ai suoi successori. Quindi il momento culminante: papa Francesco ha imposto ai singoli cardinali lo zucchetto e la berretta rosso porpora, simbolo della loro dignità e dell’impegno di servire la Chiesa e il Papa «fino all’effusione del sangue» (per questo i cardinali sono definiti «porporati»). E ha consegnato loro l’anello proprio del loro stato, la Bolla di nomina cardinalizia e il «titolo» (la cura di una chiesa di Roma) oppure la «diaconia» (un incarico nella Curia romana) che è stata loro assegnata. Infine l’abbraccio tra il Papa e i neo cardinali, espressione di una comunione che è divenuta, ora, ancora più forte e profonda.
Una grande gioia e forte emozione per i numerosi bolognesi che hanno accompagnato il loro arcivescovo in questa importante «trasferta romana» e poi lo sono andati a salutare e ad esprimergli le proprie felicitazioni nella «Visita di cortesia» che si è svolta subito dopo la celebrazione, nell’aula Paolo VI. Un momento di gioia e di profonda comunione attorno al pastore della diocesi, che proprio il giorno prima aveva presieduto la Messa solenne per la festa del patrono san Petronio, sulla cui cattedra siede e che ora, come succede da secoli, è stato elevato alla dignità della Porpora. «La prima parola che mi sento di dire è quella che ci ha detto il Papa: compassione». Così il neo cardinale Matteo Zuppi ha risposto ai giornalisti che lo hanno intercettato poco prima della visita di cortesia, dopo il rito in San Pietro. Zuppi, che ha anche raccontato di avere appena visitato il papa emerito Benedetto XVI, ha aggiunto che la sua «seconda parola» è «gioia», «perché – ha detto – volere bene, esercitare la compassione produce anche una grande gioia. Non è un sacrificio, ma dare cuore e ricevere cuore. E la terza è “buonumore”, che aiuta sempre». Molte le cose da fare e da pensare per Bologna; ma il primo pensiero va «ai miei predecessori, che come me hanno guidato la Chiesa bolognese, perché la Chiesa è una continuità, è tradizione. Noi tutti abbiamo ricevuto tanto da loro, e anch’io, perciò dobbiamo essere loro grati».
E ha annunciato un gesto molto significativo: «Tra poco – ha detto – toglierò lo zucchetto color porpora che mi è stato imposto e lo sostituirò con quello del cardinale Caffarra, che mi ha dato il suo segretario». Nella Chiesa c’è sempre un amore che si trasmette, e così come abbiamo ricevuto tanto dai nostri predecessori, così spero anch’io di poter trasmettere qualcosa: per questo voglio lavorare sempre di più per stare vicino alle persone con compassione, e trasmettere l’amore di Cristo».
I bolognesi erano giunti a Roma in mattinata, anche con un treno speciale allestito e organizzato dall’agenzia Petroniana Viaggi; e l’arcivescovo era con loro! Molto l’entusiasmo e l’attesa anche durante il viaggio. Zuppi ha voluto andare a Roma in treno con i fedeli «perché – aveva detto in mattinata – il titolo di cardinale è una gioia per tutta la diocesi, ed è giusto condividerla con tutti. Manterrò le stesse abitudini, alla mia età è difficile cambiare!».
Chiara Unguendoli
Gli altri servizi di 12Porte sulla giornata del 5 ottobre 2019.
Le fotografie di Antonio Minnicelli.