Venerdì 6 gennaio

La Messa dei Popoli

Nella festa dell'Epifania la liturgia presieduta dall'Arcivescovo in Cattedrale

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Alle ore 17.30 in Cattedrale il Card. Zuppi ha celebrato, nella Festa dell’Epifania, la Messa dei Popoli

Qui il testo dell’omelia dell’Arcivescovo

Qui il libretto della celebrazione

Qui la fotogallery a cura di Antonio Minnicelli ed Elisa Bragaglia.

 

Per le comunità cattoliche nate dall’immigrazione nella nostra diocesi, la festa annuale dell’Epifania rappresenta uno dei momenti più significativi dell’anno liturgico e, da molti anni ormai, viene vissuta con una grande celebrazione corale in Cattedrale.

L’episodio evangelico del viaggio dei Magi verso la culla di Betlem ci ricorda infatti che la migrazione – che nasce evidentemente da problemi sociali – può avere, e ha di fatto, anche una profonda dimensione spirituale. Nel grande viaggio della vita, i migranti sanno di poter contare ogni giorno sulla guida di una stella, la fede, che orienta i loro passi, sostiene le loro decisioni e la loro ricerca di vita e di pace.

La bellezza della cosiddetta “Messa dei Popoli” consiste anzitutto nella profonda verità del modo in cui viene celebrata: l’utilizzo di molte lingue diverse, le sonorità utilizzate che vanno dai ritmi africani fino alle struggenti melodie dei popoli slavi non sono semplicemente elementi giustapposti gli uni agli altri, ma l’unico ambiente profondamente spirituale, che manifesta visivamente la comunione dei doni diversi e la profonda unità nella fede di queste comunità.

In questi anni, grazie anche alla diffusione in tutto il mondo di alcuni canti natalizi che sono entrati nel repertorio popolare di molte lingue e culture in tutto il mondo, i membri delle comunità Migrantes hanno sperimentato la bellezza e la gioia di condividere reciprocamente il canto facendo della differenza di lingue, alfabeti e ritmi un elemento di bellezza e non di disagio.

Quest’anno saranno 13 le lingue utilizzate, con alcuni aspetti significativi:

– le letture bibliche (per le quali ogni fedele sarà dotato di libretto con la traduzione in italiano) verranno proclamate in lingua malayalam (l’idioma di numerose religiose presenti a Bologna di congregazioni diverse) e in lingua cinese (per celebrare la nascita di un gruppo di studenti cattolici nell’ateneo);

– mentre le comunità e i gruppi linguistici comporranno una processione con i doni per l’Eucaristia e per la carità che ricorderà visivamente l’offerta dei Magi, sarà la comunità nigeriana ad eseguire il canto, anche per ricordare le difficoltà vissute dalla comunità cristiana in alcune aree di quel vasto paese africano;

– il coro ucraino accompagnerà con il canto “Kerubikon“della liturgia bizantina il momento della presentazione delle oblate all’altare e il rito della incensazione, unendosi alla implorazione di tutti per la pace in quel paese martoriato.

– nelle preghiere dei fedeli, il diacono proporrà in italiano l’intenzione di preghiera, mentre i lettori ne declineranno il contenuto, uno per ciascuna lingua.

– il Padre nostro verrà recitato contemporaneamente da ciascuno nella propria lingua natale: sarà un momento di apparente confusione dal sapore profondamente pentecostale.

– i canti rituali della messa saranno eseguiti con melodie conosciute a tutti, mentre il canto di inizio, di comunione e finale attingeranno proprio a quel repertorio natalizio internazionale con l’utilizzo di lingue diverse nelle strofe e ritornelli comuni in latino.

Non usiamo lingue e ritmi diversi per il gusto dell’esotico, ma perché oggi la Chiesa bolognese, che si raduna in un giorno solenne attorno al Vescovo in Cattedrale, è anche questo, un popolo composito nelle sue lingue e culture, in cui i nuovi bolognesi non sono ospiti, ma fratelli, parte integrante della comunità ecclesiale.

QUI il libretto della celebrazione liturgica, con tutti i testi

condividi su