E’ stata la prima volta che nella Cattedrale di San Pietro si celebrerà una Messa africana secondo le peculiarità del Rito Zairese (Congolese). Presieduta dal cardinale Matteo Zuppi domenica 4 luglio, è stata trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube di 12Porte .
Questa celebrazione che in primis coinvolge la comunità africana residente in Emilia Romagna, si è rivolta anche a tutta le comunità cattoliche presenti sul territorio. Fa seguito alla Messa di rito zairese celebrata da Papa Francesco nella Basilica di San Pietro l’1 dicembre 2019.
«Domenica – afferma don Robert Midura Nemeye, che cura la celebrazione – si sono evidenziati gli elementi culturali provenienti dalle tradizioni, dai valori e dai riti africani. Si tratta dell’innovazione degli antenati, del ruolo dell’annunciatore, dell’uso della danza e dei movimenti ritmici, dell’uso di strumenti musicali e di ornamenti liturgici con motivi africani. Si tratta di un tipico frutto della riforma voluta dal Concilio Ecumenico Vaticano II che ha promosso l’inculturazione della liturgia per valorizzare gli aspetti positivi delle tradizioni locali, favorendo l’immedesimazione e la comunione tra i popoli».
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La Messa africana secondo le peculiarità del «Missel Romain pour les diocèses du Zaïre» è stata una Messa particolare e curiosa, ma che allo stesso tempo rispetta, come sottolineato in precedenza: la fede e la tradizione apostolica, la natura stessa della liturgia, l’indole religiosa e il patrimonio culturale africano. In questa liturgia va prima di tutto va sottolineato il ruolo fondamentale dell’Annunciatore. È una figura tipica della vita sociale africana. È colui che esorta, consola, annuncia buone e cattive notizie, minaccia, suscita la speranza, favorisce la comunione della comunità. Nel culto, richiama la presenza divina e invita alla preghiera.
Nella Messa, l’Annunciatore evidenzia lo scopo della celebrazione, assicura il legame tra il celebrante e l’assemblea, anima in maniera discreta la partecipazione attiva dei fedeli, guidando la loro preghiera, introducendo l’ascolto della Parola di Dio e sottolineando i momenti più significativi della celebrazione. L’Annunciatore saluterà l’assemblea invitandola a vivere intensamente questo incontro col Signore. Dopo la sua introduzione seguiranno i riti di ingresso che comprenderanno l’accoglienza dei presenti tramite un canto di ingresso, seguito da un canto processionale di apertura della solenne celebrazione. La cordialità tra i presenti, il celebrante, il coro multietnico, i ministranti, lo scambio di sorrisi, sono caratteristici della società africana.
Dopo il saluto del celebrante all’assemblea, costui inviterà all’invocazione dei santi, non solo quelli conosciuti dalla Chiesa universale, ma anche quelli sconosciuti, i santi ignoti, ma anche i nostri antenati che hanno vissuto una vita esemplare, evangelica senza aver conosciuto il Vangelo. Dopo le letture della XIV domenica ordinaria e l’omelia, seguiranno la professione di fede, l’Atto penitenziale, lo scambio della Pace, le preghiere dei fedeli, la presentazione di doni in ritmo processionale. I movimenti ritmici, la danza (che non è il ballo sensuale), i gesti del coro e dei fedeli durante la celebrazione, evidenziano la partecipazione di tutta la persona alla preghiera, e manifestano la volontà di comunicare alla forza vitale che proviene dall’altare del sacrificio di Cristo. Nella cultura africana, la comunità ha un ruolo molto importante.
L’individuo esiste grazie alla sua comunità, la quale nasce e trova la sua consistenza nell’unione dei vari individui. Si tratta, quindi, di una interdipendenza reciproca che mira ad eliminare ogni forma di individualismo, pur riconoscendo il valore e l’importanza di ogni individuo in seno alla comunità.