BOLOGNA – Molti sono i parroci che in questo periodo di forzata distanza dai fedeli hanno inventato nuove forme per essere loro vicino.
Dai videomessaggi alle dirette streaming delle celebrazioni fino alle più classiche lettere ai parrocchiani e racconti. Riportiamo qui due riflessioni di don Maurizio Mattarelli, parroco alla Beverara.
Come ogni domenica di questo tempo particolare, scrive e invia ai miei parrocchiani un lettera di saluto, che possa aiutare ad accogliere questo tempo, a partire dalla condizione in cui ognuno si trova, e a non subirlo passivamente, ma a viverlo con consapevolezza, e con fede, perché possa portare un buon frutto, personale e relazionale, comunitario ed ecclesiale.
SCRIVO A VOI
Scrivo a voi, bimbi e bimbe,
perché la casa è troppo piccola per correre e giocare.
Scrivo a voi, padri e madri,
perché la giornata è lunga e i servizi tanti.
Scrivo a voi, giovani,
perché gli amici via cellulare non sono la stessa cosa.
Scrivo a voi, anziani,
perché le gambe sono diventate più pesanti
Scrivo a voi, persone sole,
perché la casa si è fatta più vuota.
Scrivo a voi, malati,
perché la vita è ancor più fragile.
Scrivo a voi, separati o in conflitto,
perché sulla giusta distanza si gioca tutto.
Ho scritto a voi, piccoli,
perché con la fantasia volate lontano.
Ho scritto a voi, padri e madri,
perché avete tirato fuori il meglio di voi.
Ho scritto a voi, giovani,
perché siete forti e non c’è ostacolo che tenga.
Ho scritto a voi, anziani,
perché la vostra memoria vi rende forti.
Ho scritto a voi, persone sole,
perché state preparando un posto per chi verrà a trovarvi.
Ho scritto a voi, malati,
perché siete un tesoro prezioso.
Ho scritto a voi, separati o in conflitto,
perché un nuovo patto è possibile.
e la parola di Dio rimane in voi,
e le parole buone faticano, ma vengono fuori,
e state vincendo il Maligno.
Cari tutti,
questa volta vi scrivo così,
ispirandomi ad un testo presente
nella prima lettera di san Giovanni.
Vi auguro una buona domenica, nella pace del Signore Gesù.
don Maurizio
Nei tempi di crisi emerge ciò che è nascosto, nel bene e nel male. Tempo di rivelazione, dove il volto velato svela il volto! Questa è la lettera che ho inviato ai miei parrocchiani per renderli partecipi di ciò che è successo. ps. la signora è tornata ancora, con altre cinquanta mascherine.
LE MASCHERINE CHE SVELANO
Questa mattina, verso le 10, sento suonare il campanello. Vado ad aprire: c’è una signora, col velo e la mascherina, e ha in mano una sporta. “Abito qui in zona, dice, sono una sarta, e ho fatto delle mascherine anche per voi e per chi ne ha bisogno. Appena ne ho fatto delle altre ve le porto”. E mi consegna trenta mascherine, confezionate da lei, ognuna sigillata dentro una bustina di plastica.
Rimango sorpreso, incredulo, e anche un po’ sospettoso: chiedo se devo dare qualcosa, e mi risponde di no. Mi presento dicendo che sono il parroco. Chiedo se viene a nome di qualcuno, di qualche associazione e mi risponde di no, è una sua iniziativa. Gli chiedo il nome, la ringrazio ancora e ci scambiamo i cellulari “così la avviso quando ho pronte altre mascherine”. Rinnovo il mio grazie e ci salutiamo. Dopo qualche minuto ci scambiamo qualche messaggio, che riporto integralmente, con anche gli errori di digitatura e di grammatica.
– Buongiorno don Maurizio sono (….) che ti ha consegnato le mascherine appena riesco a farne la contatto grazie e Mille
– Grazie (…..)! Sono veramente commosso per la sua sensibilità e attenzione concreta per le persone che sono in difficoltà! Che il Misericordioso la benedica! Vorrei ringraziarla pubblicamente, attraverso i mezzi di comunicazione della parrocchia. Lo posso fare?
– Di niente don Maurizio e il minimo che posso fare verso un paese che mi accolto con amore io e mia piccola famiglia senza discriminazioni senza differenze scusa il mio italiano è un po’ scarso comunque io sempre disponibile ad aiutare nel limite dei miei possibilità grazie a te e andrà tutto bene
Per il ringraziamento lo po fare anche se volevo lasciare questo gesto discreto tra me e dio voglio chiedere di non nominarmi grazie mille
– Grazie (……)! Non dirò il tuo nome, ma dirò della tua generosità e della tua discrezione che rende tutto ancor più grande agli occhi di Colui che vede ciò che c’è nel cuore!
– Perfetto grazie mille
Presso di me ci sono ancora una ventina di mascherine, alcune le ho già distribuite. Chi ne ha bisogno può venire a prenderle.
Ci sono delle mascherine donate da una donna che viene da lontano…. Chi è vicino e chi è lontano?
don maurizio