Venerdì 27 gennaio

L’incontro regionale dei giornalisti

L'evento si è svolto nell'Aula Magna del «Veritatis Splendor» sul tema «Comunicare e parlare con il cuore»

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L’appuntamento, al quale hanno partecipato 300 persone e l’Arcivescovo, si è svolto nell’Aula Magna del «Veritatis Splendor»

Che cosa significa per un giornalista «parlare con il cuore», come gli chiede di fare papa Francesco? E come dare notizie, in un mondo digitale, rispettando la deontologia e la dignità della persona? Sono le domande che si sono poste i relatori e gli oltre 300 presenti, venerdì scorso all’Istituto Veritatis Splendor, al convegno regionale dei giornalisti per la festa del loro patrono san Francesco di Sales, che aveva appunto come tema «Comunicare e parlare con il cuore L’informazione e la deontologia per la cura delle relazioni».

Era la XVIII edizione, organizzata dall’Ufficio Comunicazioni sociali della Ceer e dell’Arcidiocesi di Bologna, in collaborazione con Ordine regionale dei giornalisti, Fisc, Ucsi, Acec e altri. Coordinati e moderati da Alessandro Rondoni, direttore Ufficio Comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Bologna e della Ceer sono intervenuti numerosi giornalisti e il cardinale Matteo Zuppi. Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, Silvestro Ramunno, ha presentato dati eloquenti sul crollo di vendite dei giornali cartacei, a cui corrisponde però un aumento molto significativo degli abbonamenti digitali, per non parlare degli accessi ai siti di informazione. Ciò crea nuove possibilità, ma anche nuovi problemi, perché il digitale è ancora più soggetto al rischio di derive sensazionalistiche e poco rispettose della deontologia. «Il giornalista opera per cercare la verità, mentre l’algoritmo per destare l’attenzione – ha spiegato Ramunno -. Ciò significa che occorre una regolamentazione, perché la libertà di informazione deve coniugarsi con la responsabilità. E questo si ottiene attraverso la formazione e l’esercizio della deontologia».

«Il giornalista poi deve avere anche empatia – ha concluso – cioè mettersi dalla parte degli altri, della gente. Perché è sempre valido quanto affermato da Enzo Biagi: il giornalismo è un servizio pubblico, per questo deve assolutamente evitare di dare informazioni false o anche solo poco accurate». Anche Giafranco Brunelli, direttore de «Il Regno» ha parlato di «spettacolarità che prevale sulla verità» e dell’«influsso negativo delle “fake news”, diffuse “ad arte” da “troll” prezzolati, sfruttando il fatto che il pubblico non sa distinguere».

E anche della «tendenza a diffondere le notizie senza averle verificate adeguatamente, rimandando la verifica a più tardi». Di fronte a ciò, Brunelli ha sottolineato il valore della memoria «che ci permette di riconsiderare il significato di un evento alla luce dell’oggi». E, per quanto riguarda soprattutto il racconto delle guerre, tenere conto che «obiettività non significa neutralità, e che promuovere la pace non significa non riconoscere chi è l’aggressore e chi l’aggredito». Da Giovanni Borsa, corrispondente da Bruxelles di AgenSir Europa, è venuto un commosso ricordo di David Sassoli, giornalista del Tg1 e poi presidente del Parlamento europeo, scomparso un anno fa. «Cattolico senza complessi e democratico senza esitazioni» lo ha definito, riprendendo una frase del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio; ma anche «uomo di pace e di carità, che aprì ai diseredati i palazzi dell’Europa». Mentre il giornalista di lungo corso e di tante testate Marco Marozzi ha elogiato Avvenire e Bologna Sette, a cui collabora, perché «sono luoghi ove si può davvero cercare il “perché” degli eventi: l’unica domanda che valga davvero la pena di porsi e a cui vale davvero la pena di rispondere». E Vincenzo Corrado, direttore dell’Ucs della Cei, ha ricordato come comunicare con il cuore significhi farlo «secondo verità nella carità».

«Il Papa si rivolge a tutti – ha sottolineato – perché tutti possiamo essere comunicatori, grazie al digitale, ma la comunicazione è sempre un servizio, che deve avere al centro la persona». Le conclusioni dell’evento sono state tratte dal cardinale Zuppi, che ha sottolineato come «dopo la pandemia e di fronte alla terribile pandemia della guerra e delle guerre, è necessario una sorta di Pnrr dell’informazione: un cambiamento nel senso del rigore e della serietà, che dica No alla schiavitù dell’interesse economico e delle fake news». «Dobbiamo imparare a “parlare con il cuore” – ha detto ancora –. Spesso pensiamo che non sia bene, che significhi essere poco obiettivi. Invece comunicare col cuore significa entrare nella in realtà, comprenderla e saperla comunicare. Anche perché chi non parla col cuore, parla col portafoglio, per interessi particolari». E ricordando l’importanza assunta dalla comunicazione nel periodo più buio della pandemia: «ha dovuto rimodularsi, ma ha saputo rispondere alla grande ansia e necessità di comunicazione che c’era in quel periodo ed è stata persino in grado di mitigare le sofferenze».

Chiara Unguendoli e Margherita Mongiovì

Foto di Pietro Solfanelli e Veronika Rasinskaya

Durante il seminario verranno ricordati i 60 anni del Concilio Vaticano II, il 75° della Costituzione italiana e David Sassoli, giornalista e Presidente del Parlamento Europeo, nel primo anniversario della morte. Sarà, inoltre, presentato il percorso multimediale proposto dall’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Bologna anche attraverso il sito www.chiesadibologna.it, il settimanale “Bologna Sette”, inserto domenicale di Avvenire, la rubrica televisiva “12 Porte”, la Newsletter, l’Ufficio Stampa e altri servizi digitali.

 

La fotogallery di Antonio Minnicelli

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