La Messa dell'Ascensione in Cattedrale

L’intervista al cardinale Mario Grech e la sua omelia

Parla il Segretario generale del Sinodo dei Vescovi intervistato da Alessandro Rondoni, direttore dell'Ufficio comunicazione della Diocesi e della Ceer

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Dopo la Messa celebrata in Cattedrale domenica 29 il cardinale Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, ha rilasciato un’intervista al direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazione e della Ceer, Alessandro Rondoni

Domenica 29 maggio, Solennità dell’Ascensione, alle ore 10.30 in Cattedrale il Card. Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, ha presieduto la Messa, concelebrata dall’Arcivescovo, alla presenza dell’Immagine della Madonna di San Luca. A margine della celebrazione ha rilasciato un’intervista ad Alessandro Rondoni, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Bologna e della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna.

Ecco il testo dell’omelia pronunciata dal cardinale Mario Grech:

Riflettendo sull’evento di oggi, cioè l’Ascensione del Signore al Cielo, nonostante nel Vangelo abbiamo sentito che i discepoli gioirono, sono andati nel Tempio per glorificare il Signore, mi sono domandato e mi domando ancora: chissà come si sono trovati i discepoli senza Gesù!

Vedendo Gesù salire al Cielo, non avranno avuto dei dubbi? Che il Signore li ha abbandonati, che il Signore li ha lasciati da soli? Che Dio si è addirittura allontanato dalla loro vita?

Come dice il Profeta Isaia, il nostro Dio è un Dio nascosto; e Gesù salendo in Cielo si nasconde. Guardano e non vedono nessuno. Chiamano e nessuno risponde. Potete immaginare un po’ questi poveri discepoli lasciati da soli come si sono sentiti?

Io li capisco perfettamente, perché ci sono momenti in cui anche io mi sento in questa situazione. E Dio lo cerco e non lo trovo. E Dio si nasconde da me. E questo lo sto dicendo per me stesso ma sono convinto che anche tanti di voi condividete questa esperienza. L’eclissi di Dio.

Anche se guardiamo un po’ attorno a noi: la guerra, la sofferenza in Ucraina, ad esempio, non ci fa pensare: Dio dove sta? È salito al Cielo e ci ha lasciati soli?

Siamo appena usciti dalla pandemia, almeno lo speriamo, abbiamo sofferto e soffriamo ancora ma: Dio dove è stato?

E poi, accanto a queste macro realtà, ci sono anche esperienze micro nella nostra vita personale, familiare: per esempio, quando dobbiamo affrontare malattie, e malattie serie, quando incontriamo delle ingiustizie anche da persone che non ci aspetteremmo capaci di creare queste ingiustizie. Quando ci imbattiamo nei fallimenti, nei fallimenti familiari.

È una domanda che spesso si presenta: perché Dio è salito al Cielo e ci ha lasciati da soli?

Io penso che questa è una delle domande fondamentali che il mondo sta facendo a tutti noi, come Chiesa: dov’è Dio?

Sicuramente Dio c’è. Dio c’è. E sta a noi imparare le vie per riconoscerlo, per riconoscere la Sua presenza anche nelle contraddizioni della vita. Un principio fondamentale, un fondamento della nostra fede è la certezza che l’Eterno è Amore. E il secondo fondamento è la certezza che Dio mi ama, ci ama. Sta a noi, sta a noi, fratelli e sorelle, impegnarci seriamente a trovare la presenza di Dio oggi.

E Dio è presente. È presente nella bontà dell’uomo di oggi. È presente nella dedicazione di tanti sacrifici che fanno gli sposi, i genitori. È presente nella generosità di tanti, nella lealtà di tanti. Ci sono segni positivi che ci parlano della presenza di Dio; ma noi o siamo così alienati o forse ancora dobbiamo cambiare il nostro modo di vedere le traccie della presenza di Dio.

Per favore, narrateci, narrateci l’esperienza di Dio che fate nella vostra vita personale e familiare, nella vostra vita ecclesiale. Perché se Dio è Amore e se il Signore ci ama non è possibile che non ci siano esperienze della presenza di Dio che voi possiate raccontare a tutti.

Ma poi la presenza storica del Signore, di Dio, nel mondo possiamo anche trovarla nelle esperienze negative: ci sono esperienze che parlano della presenza ma addirittura ci sono esperienze che parlano della assenza di Dio.

E dove per noi Dio è assente, Dio è presente.

Vi spiego: dove c’è la povertà, dove c’è la sofferenza, dove c’è l’ingiustizia Dio è presente. Ricordatevi quel passaggio nel Vangelo dove il Signore dice: ero malato e mi avete visitato, ero nudo e mi avete vestito, ero in carcere e mi avete visitato. E dove, Signore, ti abbiamo visto? Perché sì, il Signore è presente dove il mondo esclude la Sua presenza. Ma anche qui, anche qui abbiamo bisogno di occhi nuovi per saper riconoscere nella carne dell’uomo, anche la carne malata, maltrattata, bastonata, la presenza di Dio. E sia l’uno che l’altro tipo di presenza è possibile non soltanto nei nostri ambienti di Chiesa, ma anche fuori, anche fuori del recinto della Chiesa, della nostra Chiesa, addirittura anche fuori del recinto della cristianità: dove c’è l’uomo, c’è Dio.

Non è vero che il Signore quando è asceso al Cielo ci ha lasciati. Ha detto ai suoi discepoli: siate voi, siate voi i miei testimoni! La presenza è cambiata, la presenza di Dio siamo noi! In modo particolare noi, in forza del nostro battesimo. Allora, forse, invece di domandare dove è Dio, perché non facciamo la domanda: dove è l’uomo? Dove è il cristiano? Che ha ricevuto questo mandato prima che il Signore salisse al Cielo: siate voi i miei testimoni!

Allora, se la presenza di Dio oggi viene meno, forse io, noi abbiamo delle responsabilità.

Oggi stiamo celebrando questa festa di Maria. Cari fratelli e sorelle, Maria è la via, è la via che ci aiuta a trovare la presenza nascosta di Dio. Maria è colei che ha vissuto alla presenza di Dio anche nei momenti difficili, anche quando Dio si è nascosto da lei. Maria è la donna della fede. La donna che è rimasta in piedi anche quando Dio è morto sulla croce. Perché Maria ha creduto che Dio è Amore.

E voi che avete questa devozione a Maria, andate da lei e chiedete a Maria, nostra madre, chiedete a Maria di accompagnare la nostra Chiesa. Prima di tutto in modo che noi veramente saremo segni della presenza di Dio, segni della presenza di Dio nel mondo di oggi, ma anche per aiutarci ad accompagnare l’uomo a trovare, apprezzare, godere la presenza nascosta di Dio nella storia di oggi.

Quando i Padri commentano quel brano del Vangelo della Natività, particolarmente quando i pastori sono andati a Betlemme (Lc 2.16), dicono che i pastori erano proprio i “pastori” capi delle comunita eccliesiali, che erano andati da Maria e le hanno chiesto: raccontaci, Maria, raccontaci come hai trovato Dio anche nella notte della vita. E quello che hanno fatto i pastori agli inizi della Chiesa, possiamo farlo anche noi oggi; andiamo da Maria e le chiediamo: Maria, raccontaci! Perché noi abbiamo questa missione, tutti noi abbiamo questa missione: parlare di Dio – del Dio vivo, del Dio presente che si cura dell’uomo – a tutti.

Ma questa missione possiamo svolgerla meglio insieme, se camminiamo insieme. Perché quando siamo insieme, quando cerchiamo di ascoltarci l’un l’altro, dal primo all’ultimo, allora possiamo condividere il bello della nostra fede, il bello della presenza del Signore. Possiamo anche aiutarci a scoprire le presenze nascoste. Sono presenze che magari conoscete soltanto voi. E il vostro Pastore ha bisogno di conoscere che c’è questa ricchezza spirituale nel suo popolo. Ma come potrà saperlo se non cammina col suo popolo, se il suo popolo non cammina col Pastore.

Dobbiamo camminare insieme, cari fratelli e sorelle, per trovare nuove vie, nuove vie proprio per saper raggiungere l’uomo, l’uomo che pensa che e’ senza Dio, l’uomo che sta nella periferia, l’uomo che è lontano o forse, ancora, è stato allontanato dai nostri ambienti.

Questa è la Chiesa sinodale che il Santo Padre desidera. Come sapete la Chiesa è in Sinodo. Siamo nella prima fase, dove stiamo ascoltando tutti, tutti. Il perché di questo Sinodo, la finalità di questa esperienza sinodale è proprio saper costruire una Chiesa, una comunità ecclesiale che sappia camminare insieme. Perché? Per una missione. Quale missione? Per gridare nelle nostre strade che Dio c’è, che Dio non abbandona mai l’uomo, che Dio non si allontana mai, che Dio cammina con noi.

È questo che vi auguro: come l’evangelista Luca – che era così innamorato di Maria – ha dipinto la sua immagine, io vi auguro che tutti voi, individualmente ma anche come Chiesa, riuscirete ad imparare ad amare Maria, ad amarla così tanto da dipingere il suo volto sul vostro cuore. E Maria vi aiuterà prima di tutto a non dubitare mai che il Signore vi accompagna, ma anche ad accompagnare gli uomini e le donne di oggi nei travagli della vita.

Sia lodato Gesù Cristo.

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