Istituto De Gasperi

Per un rinnovamento nella politica

Becchetti: «Con la Rete di Trieste vogliamo portare avanti un modello personalista relazionale»

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L’incontro proposto dall’Istituto De Gasperi venerdì 28 febbraio nella Cappella Ghisilardi di San Domenico.

«Abbiamo visto che nella società italiana c’è una grande domanda dal basso di un modello diverso di fare politica, che definirei un “genere musicale” differente: quello personalista relazionale». È il punto di partenza della riflessione di Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’università Tor Vergata a Roma, uno dei protagonisti dell’esperienza della Rete di Trieste nata dall’ultima Settimana Sociale dei cattolici italiani. È intervenuto venerdì 28 febbraio nella Cappella Ghisilardi di San Domenico all’incontro «Dopo Trieste, Milano, Roma che fare? Non un partito ma un nuovo spartito», promosso dall’Istituto regionale di Studi politici Alcide De Gasperi.

«Oggi i generi che vanno per la maggiore – ha spiegato Becchetti – sono quelli populista, radical chic e ultraliberale. Noi pensiamo, invece, che ci sia bisogno di un’altra visione che è ben radicata nella nostra tradizione, cultura e dottrina sociale. A Trieste, durante la Settimana Sociale dei cattolici italiani, un centinaio di amministratori di questo tipo di estrazione è emerso spontaneamente. Al momento sono diventati più di 700 e l’idea è quella di sviluppare questo modo di fare politica, innanzitutto dal basso, a livello locale basato sul modello personalista relazionale». Per Becchetti l’impegno dei cattolici in Italia oggi potrebbe cambiare. «Per molti anni – ha detto in una intervista rilasciata a margine dell’incontro – è stato un impegno che, finita l’esperienza della Democrazia Cristiana, è stato soprattutto concentrato nella società civile, quindi nel terzo settore, nel volontariato e nei corpi intermedi. Oggi però c’è questo desiderio, una volontà di avere un impatto anche nella rappresentanza politica. Vediamo che si può e si deve incidere: in questo ambito sono nate delle idee importanti per il Paese e quindi questa capacità di innovazione politica la vogliamo portare anche nella politica partitica».

«C’è bisogno di costruire soggetti nuovi che non siano necessariamente dei partiti, ma dei luoghi dove poter discutere, dove poter essere protagonisti nella costruzione delle politiche amministrative – osserva Cristina Ceretti, consigliera comunale di Bologna e moderatrice dell’incontro –. A Trieste si è aperta una richiesta di senso, di speranza, che molti amministratori hanno voluto cogliere e che nei territori, attraverso la partecipazione, si può costruire ognuno con le proprie pratiche, le proprie modalità, ma con un ascolto che deve essere vero, reale».

Giorgio Tonelli, presidente dell’Istituto De Gasperi ha ricordato che «l’esperienza della Rete di Trieste per l’Istituto De Gasperi è un’esperienza doppiamente importante. Innanzitutto perché viene dal laicato cattolico ed è un segno dei tempi; inoltre, perché sui temi della democrazia, della Costituzione e dell’Europa, De Gasperi ha dato un grandissimo contributo e noi vogliamo salvaguardare anche questa memoria». «Le figure di De Gasperi, di Sturzo, di Moro –  gli fa eco Becchetti – sono state fondamentali nella nostra storia, perché sono stati capaci di calare questi ideali nei loro tempi. Oggi ispirandoci a queste figure dobbiamo trovare delle traduzioni nuove nell’impegno sociale, economico, politico e non solo». L’incontro è stato anche occasione di confronto e dialogo con diversi amministratori locali.

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