Pianaccio: il borgo incastonato in una gola nell’alta valle del Silla, chiuso a sud dal Pizzetto e dal Calvario, ad ovest dal Fabuino e a nord dal Monte Grande, cresciuto attorno ad una chiesetta dedicata a San Giacomo, il patrono dei pellegrini.
Muri di sasso con tetti ricoperti di lastre di arenaria. La Chiesa attuale è l’ampliamento di un precedente oratorio di inizio ‘700. Il suono delle campane suonate a doppio si diffonde nella stretta valle e rimbalza da un versante all’altro.
È la festa di San Giacomo che insieme a Sant’Anna veglia su questa comunità. In occasione della festa patronale il Cardinale Arcivescovo, accolto dal parroco don Filippo Maestrello ha presieduto la celebrazione eucaristica intendendo anche onorare il beato Giovanni Fornasini, il prete martire di Montesole, nato proprio in questo borgo il 23 febbraio 2015, battezzato qui con il nome di Giovanni Remo.
Sento una gioia profonda – ha detto l’Arcivescovo, che era accompagnato anche dal parroco emerito di Lizzano don Racilio Elmi – nel celebrare a Pianaccio il martire che qui è nato, il nostro beato Giovanni Fornasini, nel giorno in cui ricordiamo il Patrono, San Giacomo, il primo apostolo a dare la vita per il Vangelo.
Ogni volta che vengo a Pianaccio resto colpito dal verde e da come questa bellezza contorna la piccola città degli uomini e si unisce al cielo. Qui terra e cielo sono più vicini. Tra pochi mesi, ricorda ancora il Cardinale, saranno 80 anni dai massacri di Montesole, massacri di tante comunità e di tanti preti che si sono pensati insieme alle persone, con loro e per loro in questo territorio.
Questa è la Chiesa, questo è l’amore cristiano, non dichiarato, non esibito e difeso non con le stesse armi del potere e del male ma con la testimonianza mite e indifesa del dono.
E la memoria di questo dolore immenso, che non possiamo misurare, ci aiuta a non restare distanti da quello che succede oggi in tante parti del mondo, dove vediamo con la stessa efferatezza spegnere la vita di migliaia di persone.