Le radici siriache della Chiesa

Preti e diaconi pellegrini in Turchia: il reportage completo

Il pellegrinaggio guidato da mons. Bizzeti

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BOLOGNA – Invitati e accompagnati dal vescovo Paolo Bizzeti, il gruppo di preti e diaconi bolognesi con le rispettive mogli, insieme al cardinal Zuppi, si sono inoltrati nell’entroterra dell’Anatolia alla scoperta di ciò che rimane del terzo polmone della Chiesa, quello siriaco.

I pellegrini sono partiti da Antiochia sull’Oronte. Qui secondo gli Atti degli Apostoli nacque la Chiesa dalle genti e iniziò la corsa del vangelo nel mondo intero, Padre Paolo racconta che nella moderna Turchia non è raro che qualcuno bussi alla porta della chiesa.

Ad Antiochia la chiesa è piccola, architettonicamente ben amalgamata con le case del centro della città vecchia. Tanti bussano sia per visitare ma anche per domandare di Gesù. Il vangelo fa ancora breccia nei cuori delle persone, anche lontane dal cristianesimo, in modi nuovi e sorprendenti.

Edessa oggi Saliurfa, già nella mezzaluna fertile, è stata conquistata e riconquistata decine di volte. Il gruppo ha visitato la chiesa armena dei Dodici Apostoli e la chiesa di S. Giovanni, oggi entrambe adibite a moschee. Nella città vecchia sono passati dalla famosa vasca delle carpe e dalla grotta dove secondo una tradizione islamica nacque Abramo. Oggi i cristiani siriaci sono ridotti a un resto simbolico. Sono meno di 3000, parlano il siriaco, il dialetto moderno dell’aramaico la lingua parlata da Gesù.

Alcuni antichi monasteri sono stati risistemati e fatti rivivere. Nel monastero di Deir Zafran, c’è il simpatico l’abouna Gabriel che accompagna nella visita. A Mardin si può celebrare la messa nella chiesa cattolica caldea o visitare la chiesa dei 40 martiri.

Nella la cittadina di Omerli la chiesa antichissima con annesso cimitero, il custode cristiano è un fabbro. Si guadagna la stima dei concittadini, tutti mussulmani, con l’onestà e la perizia del suo lavoro: è il volto della mitezza e la vittoria della pazienza.

Mor Malke e Mor Yakup d Karno sono due monasteri sperduti sull’altopiano del monte Isla In quest’ultimo abouna Akho ha fatto grandi lavori e costruito dal nulla una scuola per giovani siriani che vogliono riscoprire le loro radici. Il monastero di Mor Gabriel, ha mosaici antichissimi. Data la sua importanza è guidato da un vescovo siro ortodosso.

Nel paesino di Haberli-Bsorino, abuna Saliba guida la comunità di Mor Dodo, ricca di famiglie e bambini. A İdil nell’antica chiesa di Santa Maria, Seyde una donna dalle mille risorse, racconta della sua chiesa, della sua vita di fede e di come oggi si spende per i profughi siriani (qui l’audio della sua testimonianza).

Nella zona di Midyat, c’è monastero di Mor Yakup di Salih e il celebre monastero di Santa Maria di Hah, che custodisce la memoria dei 12 magi. Anche la comunità contadina cristiana nel villaggio di Alagöz è molto accogliente. I nostri pellegrini salgono a piedi al monastero di Mor Augin, che domina la piana fertile dell’antica Mesopotamia. Ci abita Abouna Yoakim con un altro monaco.

Hanno fatto rinascere questo antichissimo monastero dal panorama incantevole. A Nusaybin, l’antica Nisibis, al confine con la Siria patria di Efrem il Siro una famiglia cristiana tiene le chiavi della chiesa di Mar Yakup, recentemente restaurata. Un viaggio così suggerisce risposte alle domande che sono attuali anche nelle nostre comunità: come testimoniare la fede? come vivere la piccolezza? come custodire il passato e vivere il presente? Come vincere la tristezza, lo spirito di rivalsa? come parlare di Gesù risorto?

Per approfondire

In questa playlist potete trovare i video girati giorno per giorno da don Andres Bergamini, con i posti visitati e le testimonianze delle persone del posto.

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