Dall'Appennino

Storie di solidarietà a 80 anni dall’eccidio di Monte Sole

Lo scorso 20 luglio i figli di Jack e Bianca si sono incontrati a Grizzana Morandi

La bella storia del tenente Sudafricano salvato da Bianca Bonaiuti Nanni

Tra le pieghe della guerra si scovano storie di solidarietà e pace. Anche a distanza di tempo emergono con tutta la loro forza, dopo che per decenni sono rimaste sopite. Una di queste normali e straordinarie vicende è venuta alla luce, con un lieto fine, nei giorni scorsi. I fili della storia si sono ritrovati a Grizzana Morandi, alla vigilia delle celebrazioni dell’80° anniversario della strage di Monte Sole. È l’autunno del 1944 quando il tenente sudafricano Jack McNaughton, febbricitante e stremato dalla battaglia di Monte Salvaro, si rifugia insieme ad alcuni suoi commilitoni nel fienile di un casolare. È lì che lo trova Bianca Bonaiuti Nanni: il marito è prigioniero degli alleati durante la campagna in Nord Africa, il primogenito Edoardo è stato trucidato dai nazisti nell’eccidio del 30 settembre. È madre di sette figli, incinta al nono mese dell’ottavo: vede Jack nel suo fienile, esausto, senza più forze. Decide di accoglierlo, curarlo fino alla guarigione. E così lo salva. Ottant’anni dopo, il 20 luglio scorso a Grizzana Morandi i figli dei protagonisti di questa storia hanno potuto finalmente riabbracciarsi: Paul, figlio di Jack, e Silvana, nata proprio in quell’autunno del 1944. Due vite, due famiglie, che si sono intrecciate durante la guerra: per caso e per sempre. La famiglia McNaughton, composta da Paul, i nipoti Xavier, Alexis, Cameron, le loro mogli e il pronipote del tenente ha visitato stanza per stanza la casa che accolse il soldato sudafricano, in un clima di commozione e riconoscenza. Bianca, venuta a mancare nel 1993, soltanto nei suoi ultimi giorni fece allusione al suo incontro con Jack. L’ex soldato, invece, tornato in Sudafrica dopo la guerra, trascorse la sua vita gestendo una fattoria, fino alla morte nel 1987: ma nei suoi racconti non aveva mai dimenticato la generosità di Bianca. E quando, con l’avvicinarsi della fine, consegnò ai figli il suo diario di guerra, il suo desiderio era quello di identificare la sua salvatrice italiana.

Un incontro reso possibile grazie ad anni di corrispondenze internazionali e ricerche locali. Sono alcuni appassionati italiani che, con entusiasmo, sono riusciti a mettere in contatto le due famiglie, incrociando le informazioni con il supporto del diario di Jack. Fra questi, anche l’ex sindaco di Grizzana Morandi, Cesare Calisti, presente alla cerimonia insieme all’attuale primo cittadino Franco Rubini e all’ex sindaca Graziella Leoni. «In questi anni – spiega Cesare Calisti – abbiamo dimenticato il ruolo degli Alleati nella Liberazione della nostra montagna. La sesta divisione, piena di soldati giovani, si colloca in questo contesto. È qui si inserisce la storia del nostro tenente sbarcato a Taranto e che ha ripercorso tutta Italia. In centinaia diedero la vita per la nostra libertà. La loro memoria è per noi un dovere». Un legame fra due persone, ma anche fra due territori. In quei drammatici giorni del 1944, un altro soldato sudafricano combatteva in Appennino: Colin Eglin, che tornato in patria si batté in campo parlamentare per porre fine all’apartheid collaborando con Nelson Mandela. Cittadino onorario di Grizzana Morandi, la sua divisa militare è ancora oggi conservata al memoriale sudafricano di Castiglione dei Pepoli, visitabile ogni domenica dalle 15 alle 18. I nomi di Jack McNaughton e di Bianca Bonaiuti Nanni saranno incisi in due pietre del casolare in cui il tenente trovò rifugio, per diventare parte di un futuro memoriale: perché la loro storia di accoglienza e umanità non venga mai dimenticata.

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