150° anniversario della ricostruzione della casa del clero

Bologna, Chiesa di Santa Maria Regina dei Cieli

In questa celebrazione la Casa del Clero – che l’intera comunità diocesana apprezza come una delle sue più preziose ricchezze – è l’evidente destinataria della nostra memoria, della nostra affettuosa attenzione, della nostra preghiera.

Con questo rito noi ricordiamo e rievochiamo la sua lunga storia, soprattutto per ringraziare il Datore “di ogni buon regalo e di ogni dono perfetto” (Gc 1,17) che attraverso le multiformi vicende di quattro secoli l’ha custodita per noi, plasmandola a poco a poco e chiarificandola progressivamente nei suoi intendimenti e nella sua provvidenziale destinazione.

La gratitudine si estende poi con naturalezza a quanti, in questi quattrocento anni, sono stati ministri e strumenti della sapiente generosità del Padre; a quanti hanno cara questa benemerita istituzione; a quanti fattivamente l’amano e l’hanno amata.

Quest’opera nasce dal grande cuore di Bologna, città singolarmente feconda di iniziative ispirate e motivate dalla legge evangelica della carità. Ed è ancora il grande cuore di Bologna a consentirle oggi di sussistere, di migliorare, di affrontare le difficoltà dei tempi presenti.

Ma noi siamo qui anche a ravvivare la nostra simpatia e la nostra amicizia nei confronti di questa specialissima comunità presbiterale, i cui membri – dopo aver speso un’intera esistenza per la vita cristiana del popolo petroniano – esercitano un apostolato che agli occhi di Dio è probabilmente il più eccellente e il più efficace: non solo quello della preghiera per la fedeltà al Vangelo e per il progresso spirituale delle nostre comunità, ma anche quello di essere i depositari delle memorie ecclesiali (da trasmettere alle nuove generazioni), di farsi dispensatori di una sapienza sacerdotale che è frutto dell’esperienza, di offrirsi ai fratelli nella fede e nel ministero (pur tra i disagi fatalmente connessi con l’età) come testimoni convinti e convincenti della grande speranza che ci è stata donata.

Ma il nostro è soprattutto un raduno orante. Siamo qui a elevare al Padre la nostra voce e a presentargli ancora una volta il sacrificio del Signore Gesù, da cui deriva a tutti ogni salvezza: lo facciamo per quanti vivono nella Casa del Clero, per la loro salute e la loro serenità; per quanti si adoperano a farle conseguire al meglio i suoi compiti e a renderla sempre più bella e accogliente; per il suffragio di coloro che, dalla convivenza in questa famiglia sacerdotale, “ci hanno preceduto col segno della fede e dormono il sonno della pace”.

22/11/2000
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