celebrazione della Virgo Fidelis patrona dell’arma dei carabinieri

Bologna, Basilica di Santa Maria dei servi

“Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? … Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (cf Mc 3,33-35).

Con queste parole Gesù, dimostrando una sovrana libertà di spirito e una grande franchezza, scoraggia il suo parentado dal ritenere che i legami di sangue con lui potessero costituire una fonte di privilegi e di vantaggi terreni. Ai suoi occhi ciò che determina il valore vero di una persona è la capacità di affidarsi con generosità e senza riserve al disegno del Padre.

Enunciando questo principio, egli ci rivela anche le ragioni della più autentica grandezza della madre sua.

“Beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore” (Le 1,45), aveva detto di lei Elisabetta, illuminata dallo Spirito Santo che legge nei cuori. La fede di Maria in verità è stata sempre limpidissima e non è venuta mai meno.

È la fede nella potenza divina e nella misericordia del Figlio, che a Cana la rende sicura del prodigio che sarà operato, perché dalla mancanza di vino non sia rovinata una festa di nozze, e le fa dire con tranquilla risolutezza: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5). A questa fede sul Calvario, mentre tutti si erano smarriti e non credevano più, il suo animo appassionato e puro dà l’ultimo sicuro rifugio. La fede di Maria è la sola luce che ancora risplende nel buio opprimente del Venerdì Santo.

E non è, la sua, una fede soltanto intellettuale: è la fede operosa di chi è deciso a compiere senza titubanze la volontà del Signore. È la fede obbediente che è tutta racchiusa ed espressa nel suo “fiat”, pronunciato nell’ora serena dell’annunciazione e inverato in un’intera esistenza di pena: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Le 1,38).

In questa totale adesione alla missione che le viene affidata, Maria non abbandona nessuno: non abbandona i poveri sposi di Cana che erano nei guai; non abbandona il suo Figlio amato nel giorno tremendo della sua passione; non abbandona la Chiesa nascente che, piena d’ansia e di timore, è radunata nel cenacolo in attesa dello Spirito consolatore e confortatore.

Tutto questo è espresso in un vocabolo solo: Maria è “fedele”. Ed è il titolo con cui i Carabinieri le rendono onore, seguendo la felice intuizione di Pio XII che nel 1949, esattamente cinquant’anni fa, ha posto l’Arma sotto la protezione della Madonna invocata proprio con questa bella qualifica. Appunto il dono della “fedeltà” nell’adempimento delle vostre funzioni è ciò che dovete implorare dall’intercessione della “Virgo fidelis”, vostra speciale patrona.

Con tale appellativo dato alla Madre di Dio, voi implicitamente intendete confermare il vostro proposito di attendere con lealtà e costanza alla vostra missione, nel rispetto della giustizia, nella comprensione delle persone, nella dedizione alla salvaguardia della dignità e del benessere dei cittadini.

Voi siete posti a difendere la libertà contro le prevaricazioni dei violenti e ad assicurare i giusti diritti di tutti contro l’arroganza di chi non vuol riconoscere altro diritto che il suo. È un compito esigente e non sempre gratificante, il vostro, ma è indispensabile se non si vuole che la nostra convivenza degeneri nella crudeltà della giungla. È un compito arduo e faticoso; e proprio per questo vi riesce naturale e spontaneo implorare sul vostro lavoro l’aiuto della “Virgo fidelis”.

Ma c’è anche una valenza di calda umanità in questo vostro odierno alzare gli occhi alla benedetta effigie della Madre di Gesù, che è anche la Madre di tutti.

Quando si prega Maria e la si circonda di un’affettuosa venerazione, è abbastanza naturale che si affacci alla nostra mente anche il ricordo di colei che ci ha dato la vita; è abbastanza naturale che ciascuno, guardando l’immagine della “Virgo fidelis”, ripensi alla sua mamma, che forse non cessa mai di raccomandare il figlio lontano alla Madonna della sua chiesa parrocchiale.

Allora, in celebrazioni come quella che oggi ci raduna, è facile che si accenda in molti come una nostalgia di innocenza, un desiderio di ritrovare la semplicità casalinga della prima età, il gusto delle preghiere di un tempo. Allora nasce nell’anima la volontà di scuotere da noi ogni rancore, ogni intenzione non retta, ogni pensiero maligno.

Se questi sono i sentimenti che affiorano nel vostro mondo anteriore in questo rito, lasciate che vi invadano e vi rendano più serena la vita. Se questi sono i sentimenti di quest’ora benedetta, ringraziate lo Spirito di Dio che ve li suscita in cuore, e fatene tesoro anche per i giorni futuri.

La “Virgo fidelis” vi aiuti a sperimentare sempre la gioia del dovere compiuto e a conservare il proposito di attendere ai vostri impegni con intemerata fedeltà. E faccia in modo che la speranza di una stagione migliore vi sostenga anche nelle ore più dure.

Ottenga lei dal Signore che voi siate sempre tra quelli che servono Dio e i fratelli con sollecitudine generosa. E vi custodisca tutti maternamente nella sua pace.

20/11/1999
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