celebrazioni in onore della beata vergine di san Luca

Bologna, Cattedrale

Davanti all’effigie benedetta e amata della Madonna di San Luca, che vedrà in questi giorni succedersi le folle più diverse dell’umanità bolognese, oggi c’è la parte più preziosa della nostra comunità cristiana: la Vergine Maria vi contempla tutti, carissimi malati, e riconosce in voi con infinita tenerezza i lineamenti del suo Figlio crocifisso. Voi siete, in virtù dei vostri disagi e delle vostre sofferenze i più somiglianti e i più vicini a Cristo Redentore. Perciò la Madre di Gesù vi accoglie e vi guarda con sicura predilezione, consolandovi col suo sorriso, rasserenandovi col suo messaggio di speranza, incitandovi col suo affetto a crescere nella bellezza della vita di grazia.
Voi siete venuti a trovarla, lieti di poterla vedere da vicino, desiderosi di confidarle i crucci più segreti e le aspirazioni più care, attenti ad ascoltarne gli insegnamenti di vita.
La Madonna oggi si indirizza a voi con le stesse parole del suo Unigenito, il solo Maestro vero di tutti; vi parla con le frasi della pagina evangelica che è stata qui proclamata.
Il grande argomento del discorso di Gesù è lo Spirito Santo; riascoltandolo noi siamo invitati a prepararci alla grande celebrazione della Pentecoste. Maria, la creatura più attenta agli insegnamenti dello Spirito, la donna che a lui si è aperta con amore di sposa, ci vuole docili come lei alla guida di questo “Consolatore”, che il Signore Gesù ci ha promesso come frutto del suo sacrificio e della sua vittoria pasquale.

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Non dobbiamo dimenticare però l’ammonimento del Salvatore: il mondo non può ricevere lo Spirito di Dio e neppure lo conosce (cf. Gv 14, 17).
Lo Spirito e il mondo non riescono a intendersi: si deludono reciprocamente. Lo Spirito porta la gioia dell’animo, e il mondo ricerca il piacere esteriore che di solito è solo la caricatura della gioia. Lo Spirito accende in noi l’autentico amore, e il mondo insegue l’esaltazione dei sensi che troppo spesso è solo la caricatura dell’amore. Lo Spirito ci spinge alla carità fraterna, e il mondo capisce solo il discorso dell’autoaffermazione, della rivendicazione, dell’equilibrio degli egoismi che con la carità non hanno niente a che vedere. Lo Spirito esalta la verità e ne afferma gli irrinunciabili diritti; al mondo, più che la verità, interessa l’utilità e il tornaconto che di frequente inducono alla menzogna.
Il mondo dunque non lo conosce. Ma ­ ci ha detto il Signore ­ “voi lo conoscete” (Gv 14, 17). Soprattutto lo conoscete voi che nell’esperienza della croce vi purificate ogni giorno di più e rendete più acuta la vostra intelligenza di fede. Gli occhi che hanno pianto sono più penetranti, capiscono meglio le realtà spirituali e il loro valore.
Per voi lo Spirito di Dio non è un forestiero: “dimora presso di voi” (ib.). La Madre di Cristo vi aiuti però a lasciarlo anche lavorare nella vostra esistenza, a consentire che egli prenda possesso sempre più compiutamente del vostro cuore, a dare sempre più spazio alla sua invisibile ma reale ricchezza.

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La Madonna ci faccia capire bene anche un’altra frase di Cristo, che qui è risonata: “In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi” (Gv 14, 20). Qui c’è tutto il segreto della vita dell’universo, della sua santificazione, della sua unificazione.
“Quel giorno” è l’eterna giornata della Chiesa, è la Pentecoste perenne nella quale siamo entrati a vivere col battesimo, è tutta l’esistenza cristiana che non ha mai sera. “Quel giorno” è dunque il giorno di oggi, il tempo che stiamo vivendo.
Alla luce dello Spirito e con la dolce mediazione di Maria, proprio adesso noi dobbiamo capire sempre meglio chi è il Signore Gesù: è colui che, restando una cosa sola col Padre, si fa una cosa sola con coloro che accettano la sua croce e la sua legge di amore, e così tutto connette intimamente e riconduce all’unità.
La legge d’amore che ci viene proposta è semplice e difficilissima: semplice, perché amare, per chi è nativamente generoso e disponibile, è istintivo e immediato come respirare; difficilissimo, perché l’amore chiede di esprimersi non a parole ma nell’accettazione della volontà di Dio, anche quando è una volontà pesante e spinosa.
San Pietro nella seconda lettura ci ha illustrato quanto sia nuova e ardua la mentalità che lo Spirito Santo induce nei credenti, perché arriva a far loro accettare che “è meglio, se così vuole Dio, soffrire operando il bene, piuttosto che fare il male” (1 Pt 3, 17).
Del resto, questo è ciò che ha fatto per noi il Figlio di Dio e di Maria che, senza aver mai compiuto nulla di ingiusto, ha sofferto ed è morto, innocente tra i peccatori, “per ricondurci a Dio” (cf. 1 Pt 3, 18). Ha sofferto ed è morto, ci ha detto ancora san Pietro, “una volta per sempre” (ib.): si è donato con un atto così intenso, così integrale, così senza riserve, che non ha avuto bisogno di essere ripetuto.
Anche noi dobbiamo gettare la nostra vita “una volta per sempre” dalla parte di Dio, senza esitazioni e senza rimpianti. è ciò che il Signore oggi ci chiede; è ciò che noi chiediamo a lui per intercessione di Maria.
Lo Spirito Santo ci investa con tutta la sua luce perché possiamo raggiungere una generosità cosi alta e così decisiva. E la materna bontà della Vergine di San Luca soccorra la nostra debolezza e ci tenga vicini a lei, sotto la croce del Signore.

05/05/2002
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