1. «La città è cinta da un grande ed alto muro con dodici
porte … le mura della città posano su dodici basamenti».
Carissimi fedeli, la parola di Dio pone oggi davanti ai nostri occhi un dittico,
due quadri che descrivono due “paesaggi dello spirito” in contrasto
fra loro.
Nel primo quadro, quello disegnato nella prima lettura, la Chiesa è descritta
come una comunità nella quale ci sono opposizioni risolute ed animate
discussioni. Nel secondo quadro, quello disegnato nella seconda lettura, la
Chiesa è descritta nella figura di una città che “sol amore
e luce ha per confine”, direbbe il poeta. Viene quindi da chiedersi:
quale è la vera Chiesa? Ed ancora; fra la Chiesa terrestre e la Chiesa
celeste non esiste nessuna relazione? La parola di Dio ci invita dunque a meditare
pacatamente, attentamente questo grande mistero della Chiesa.
Se riascoltiamo la prima lettura, veniamo a sapere che la materia della contesa
non riguarda questioni secondarie della nostra fede. Al contrario riguarda
il punto centrale: «se non vi fate circoncidere secondo l’uso di
Mosè, non potete essere salvi». Si trattava di chiarire definitivamente
se la fede in Cristo risorto fosse la condizione necessaria e sufficiente per
la salvezza dell’uomo, oppure se questi dovesse entrare sotto la legislazione
mosaica. Detto in maniera concisa: è Cristo che ci salva o è l’obbedienza
alla legge di Mosè? La risposta data dagli apostoli è la chiara,
netta affermazione di Cristo unico salvatore dell’uomo.
Se ora riprendiamo in mano la seconda lettura, costatiamo che il centro della
città celeste è costituito dall’Agnello, dalla persona
di Cristo che immolato sulla Croce vive immortale con i segni della sua passione: «la
città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della
luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello».
Giungiamo così ad una conclusione profondamente consolante. è la
stessa Chiesa di Cristo, il suo Corpo, che vive nella luce immacolata dell’Agnello
e nelle difficoltà e contraddizioni della storia. E questa, la Chiesa
ancora pellegrina che siamo noi, tende alla Città celeste cioè alla
sua perfetta realizzazione. Ciò che ci attende dopo il tempo costituisce
la base della nostra speranza. Come scrive mirabilmente Agostino: «ma
anche mentre siamo quaggiù siamo sue membra: non disperiamo, perché seguiremo
il nostro capo» [Discorso 137,3].
Chi è che guida la Chiesa nel suo cammino? Il santo vangelo appena
letto ci rivela che è lo Spirito Santo. Egli esercita la sua guida tenendo
viva nella mente e nel cuore di fedeli tutto ciò che Cristo ha detto
e fatto. La parole di Cristo sono assimilate ed osservate se saremo docili
alla guida dello Spirito Santo. La Chiesa terrestre è illuminata come
quella celeste dalla stessa lampada: Cristo l’Agnello immolato.
2. Ma voi oggi, carissimi fedeli, siete venuti a celebrare i divini miseri
in una comunione speciale colla santa Madre di Dio. Ella ha lasciato la sua
casa ed è venuta a visitarci, a rimanere in mezzo a noi, fra le nostre
case.
La parola di Dio che oggi la Chiesa ha donato alla nostra meditazione ci fa
capire il significato della visita che oggi Maria inizia alla nostra città .
Ho parlato di una Chiesa in pellegrinaggio vero la città celeste. è prima
di tutto un pellegrinaggio interiore: un pellegrinaggio mediante la fede nello
Spirito Santo, che ci è dato come consolatore.
«Proprio in questo cammino-pellegrinaggio ecclesiale … Maria è presente
come colei che è “beata perché ha creduto”, come
colei che avanza nella peregrinazione della fede, partecipando come nessun
altra al mistero di Cristo» [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris
mater 25,3; EE 8/587].
Colla sua visita Maria ci dice che ci accompagna, che ci sostiene, che possiamo
e dobbiamo affidarci a lei: fino al momento del nostro ingresso nella Città celeste.