1. «Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre vi manderà nel
mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che
ho detto». Carissimi fratelli e sorelle infermi ed anziani, questa promessa è fatta
in modo speciale a ciascuno di voi, poiché ciascuno di voi ha bisogno
di consolazione. Non solo di quella umana, ma di una consolazione che vi doni
nel cuore la pace: Cristo ha promesso che questo consolatore è lo Spirito
Santo, e che ci è donato.
In che modo Egli vi consolerà ? «vi insegnerà ogni cosa
e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto». Lo Spirito Santo diventa
il vostro consolatore perché vi fa comprendere, assimilare e gustare
la buona novella del Vangelo predicata dagli Apostoli, le parole dette da Gesù.
Carissimi fratelli e sorelle, la buona novella del Vangelo riguarda in primo
luogo l’uomo sofferente. Essa infatti nel suo contenuto fondamentale
notifica all’uomo che Dio in Cristo si è avvicinato alla sofferenza
umana, anzi l’ha presa su di Sé perché l’uomo la
potesse vivere degnamente. In che modo?
Ciò che fa soffrire ogni uomo e ogni donna ogni volta che il dolore
si abbatte sulla sua vita, non è precisamente la dimensione fisica della
sofferenza. è il dubbio che ci prende a riguardo del senso del nostro
soffrire. Siamo cioè continuamente insidiati dal dubbio che la nostra
sofferenza non abbia un senso: “perché mi è accaduto questo?
Che male ho fatto?”. Di fronte all’enigma del dolore la nostra
povera ragione non vede altre spiegazioni che quella della giustizia: “hai
ciò che ti meriti”. Ma Gesù ha scardinato questa visione
della sofferenza: egli ha sofferto innocentemente e volontariamente.
La sofferenza di Cristo ci ha redenti e chi soffre con Lui partecipa alla
sua opera redentrice: compie nella sua carne – direbbe l’Apostolo – ciò che
manca alla sofferenza di Cristo per il suo corpo che è la Chiesa [cfr.
Col 1,24].
Oggi Cristo vi promette il consolatore, perché vi promette lo Spirito
Santo. Egli vi introduce dentro al mistero redentivo di Cristo, facendovi sentire
che la vostra sofferenza non è vana.
2. Ma voi siete venuti oggi nella nostra Cattedrale per vivere un momento
di preghiera con Maria madre di Gesù. Esattamente come gli apostoli
che dopo l’Ascensione al cielo di Gesù si uniscono a Maria per
invocare con Lei il dono dello Spirito Santo, il Consolatore.
Ella è stata una donna che ha intimamente partecipato alla sofferenza
di Cristo. Testimone della passione e morte del suo Figlio sul Calvario, ne
fu partecipe colla sua materna compassione. In Lei il Consolatore ha potuto
compiere la sua opera di consolazione, rendendola consapevole che ad un titolo
del tutto speciale completava nella sua carne e nel suo cuore quello che mancava
ai patimenti di Cristo.
è per questo che Maria può comprendere la condizione di chi
soffre per malattia o altre ragioni, e quindi la Chiesa la invoca col titolo “consolatrice
degli afflitti”. Poniamoci tutti ai suoi piedi per invocare con Lei il
dono dello Spirito, la divina consolazione.