Chiusura Congresso Eucaristico di Matera. Saluto a papa Francesco

Padre Santo, grazie di essere venuto. Grazie di questa fatica che volentieri, e sempre con il sorriso, ha intrapreso per stare con noi. Lei è un esempio per tutti. Oggi a Matera ci sono tutte le Chiese d’Italia, alcune in presenza con i loro pastori, tutte, nella comunione. È una grazia iniziare il secondo anno del nostro cammino sinodale con questa tappa. Ci mettiamo in cammino e camminiamo insieme solo se lo siamo con Gesù, se ci nutriamo del Verbum Domini e del Corpus Domini, solo se prendiamo sul serio il suo “seguimi!” rivolto a ognuno di noi, oggi. Ecco, nel Congresso Eucaristico di Matera, città del pane e di tanta laboriosa accoglienza, abbiamo messo al centro Gesù, la sua presenza di amore che ci rende una cosa sola con Lui e tra di noi. Abbiamo riscoperto il gusto del pane che ci rende famiglia di Dio. Ringrazio la Chiesa di Matera-Irsina, il suo pastore, don Pino (altrimenti qui se lo chiamo Monsignore Antonio Giuseppe pensano che parli di un altro!), il Comitato organizzatore, tutti, i tantissimi volontari, il coro e quanti si sono prodigati per la buona riuscita di questo appuntamento, tutte le autorità civili e militari. Grazie: ci siamo sentiti a casa, una bellissima e antichissima casa che guarda al futuro.

Quando si perde il gusto non si sentono i sapori. Fare le cose senza gusto vuol dire farle senza voglia, senza coinvolgimento e senza trovarvi quello che piace. Molti che hanno preso il Covid sono rimasti un tempo privati del gusto.  Perdiamo il gusto del pane per colpa di un altro insidioso virus, l’individualismo, che ci illude di trovare il gusto solo moltiplicando le esperienze tanto da sprecarle e togliere il pane a tanti che hanno fame e di fame muoiono. Chi trasforma tutte le pietre nel consumo per se stesso finisce per non sentire più il gusto della vita. Tornare al gusto del pane ha significato nutrirci dell’amore concreto e infinito di Cristo, ritrovare la gioia di un amore semplice e gratuito, povero e vero, personale e per tutti. L’individualismo porta a dividersi dagli altri, crea bisogni che non abbiamo, dipendenze, diritti. Così il mondo arriva alla guerra che poi toglie ogni valore all’individuo e genera solo il terribile gusto della morte. La guerra brucia i campi di grano, toglie il pane e fa morire di fame, trasforma i fratelli in nemici. E la guerra la decidono quelli che hanno la tavola imbandita, ma la fanno i poveri Lazzaro! E quanti diventano come Lazzaro a causa della guerra! In un mondo così abbiamo capito il gusto del pane che ci dona l’eucarestia, amore pieno di Cristo per i suoi fratelli più piccoli e per il prossimo, per i troppi Lazzaro tabernacolo del corpo di Cristo. Il gusto del pane è amabilità, empatia verso tutti, passione di ricostruire la comunità lacerata, difesa della casa comune, gioia, voglia di relazione con ogni persona.

Grazie Padre Santo. Con questo gusto del pane cercheremo tanti compagni di cammino con cui condividerlo, seguendo Gesù, pellegrino che si ferma a tavola con pellegrini tristi e fa ardere il loro cuore con il gusto di amarsi, e che si rivela spezzando il pane con loro. Pane della terra e del cielo.

Grazie Padre Santo.

Matera, Stadio
25/09/2022
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