Dedicazione della Chiesa di Castel d'Aiano

1.«Voi siete l’edificio di Dio … non sapete che siete tempio

di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?». La dedicazione della vostra

chiesa, carissimi fedeli, è la festa della vostra comunità poiché questo

edificio è il segno della unione in Cristo delle vostre persone. “Noi

veniamo costruiti in questo mondo e saremo dedicati solennemente alla fine

dei secoli” [S. Agostino, discorso 336,1].

Il modo con cui questo edificio è stato costruito indica il modo con

cui voi venite costruiti per formare l’edificio di Dio. L’apostolo

Paolo nella seconda lettura ci descrive accuratamente questa modalità.

Come ogni edificio, come questo edificio, anche voi venire costruiti sopra

un fondamento: «infatti, nessuno può porre un fondamento diverso

da quello che già si trova, che è Gesù Cristo».

La nostra comunità cristiana è costruita sulla persona del Signore,

nel senso che ciascuno di noi entra in questo edificio mediante la fede in

Lui. Mediante la fede noi veniamo inseriti nell’edificio di Dio che è la

Chiesa. Come ci insegna ancora l’apostolo, noi non siamo più stranieri

o ospiti di passaggio nella casa di Dio, ma siamo concittadini dei santi e

familiari di Dio, «edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei

profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Gesù Cristo» [cfr.

Ef 2,19-20].

Carissimi fedeli, radicati e fondati sopra di Lui non siamo più sballottati

dalle varie opinioni umane non raramente false ed ingannatrici, ma riceviamo

da Cristo la nostra solidità.

Ma come potete osservare, l’edificio che stiamo consacrando esiste ed è sicuro

perché le pietre che lo compongono aderiscono le une alle altre con

un certo ordine, sono reciprocamente connesse armonicamente. Così è dell’edificio

di Dio che siete voi: non diventerete mai casa di Dio e suo tempio fino a quando

non sarete uniti nella e dalla carità. Quello che vedete realizzato

nei muri, fate in modo che si compia anche fra voi. E quindi «anche noi

adoperiamoci per avere tutti un unico parlare, un unico sentire, niente facendo

per contesa né per vana gloria, ma fermi in uno stesso sentimento e

in una medesima convinzione» [Origene, Omelie su Giosuè 9,2] perché possiamo

diventare edificio di Dio.

Ma è qualcosa di più preciso che ci viene svelato al riguardo

da questa santa casa. In essa ogni pietra è al contempo sostenuta da

altre pietre ed a sua volta sostiene altre pietre. Una sola pietra sostiene

tutti senza essere sostenuta da nessuna: Gesù Cristo. Così, «portate

i pesi gli uni degli altri, e così adempierete la legge di Cristo».

2.«Non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato», ci

ha ammonito Gesù nel Vangelo. Ed anche l’apostolo non è meno

duro: «se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui».

Ed il tempio santo di Dio siete voi. Ciascuno di voi è dimora di Dio,

la vostra persona è la dimora di Dio.

Voi avete voluto che questo tempio fatto di pietre fosse bello, pulito, splendente.

E come tenete il tempio che siete voi? Prima che Cristo ci redimesse, prima

di essere purificati dal santo battesimo, noi non eravamo dimora di Dio. Ma

Cristo ci ha redenti; il santo battesimo ci ha purificati; nella santa Cresima

siamo stati unti col sigillo dello Spirito Santo: ora siamo la dimora di Dio.

Ora non dobbiamo distruggere colle nostre opere ingiuste il tempio di Dio che

siamo noi.

«Parlerò in modo che tutti mi possano comprendere: tutte le volte

che veniamo in chiesa, riordiniamo le nostre anime così come vorremmo

trovare il tempio di Dio. Vuoi trovare una basilica tutta splendente? Non macchiare

la tua anima con le sozzure del peccato! Se tu vuoi che la basilica sia piena

di luce, ricordati che anche Dio vuole che nella tua anima non ci siano tenebre» [S.

Cesario di Arles, Discorso 229,3].

Si compia in questa santa comunità di Castel d’Aiano quanto abbiamo

chiesto al Signore all’inizio di questa Liturgia: la luce della Parola

qui annunciata e la forza del Sacramento qui celebrato confermi sempre il cuore

dei suoi fedeli.

26/06/2004
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