«Tu sei Pietro e
su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Carissimi fedeli,
le parole dette da Cristo a Pietro manifestano un grande mistero che coinvolge
tutti noi: il mistero della Chiesa. Più precisamente: del fondamento
della Chiesa.
L’immagine è semplice
ed espressiva, poiché noi sappiamo bene la funzione che esercitano le
fondamenta in un edificio: danno solidità ed assicurano stabilità ,
così che vi si può dimorare con sicurezza. La Chiesa, la comunità cristiana
che siamo tutti noi trova la sua solidità e stabilità su Pietro
in ragione della sua professione di fede in Cristo.
Come sempre la parola di Dio nasconde ricchezza immensa di significati che
esige di essere pazientemente analizzata.
La prima cosa da sottolineare è che mediante la fede noi raggiungiamo
la Realtà stessa in cui crediamo. Il nostro atto di fede cioè non
si ferma alla formula pronunciata, ma mediante la formula noi tocchiamo la
Realtà stessa. S. Agostino esprime stupendamente questa verità scrivendo: «toccare
con il cuore, questo è credere». Dunque, quando noi diciamo che
la Chiesa, la comunità cristiana è fondata sulla fede intendiamo
dire che mediante la fede l’uomo raggiunge, “tocca col cuore” direbbe
Agostino, la persona stessa di Cristo che diventa il fondamento che dona solidità e
stabilità .
Tuttavia la pagina evangelica odierna ci insegna in modo preciso che è la
fede di Pietro a fondare, nel senso suddetto, la Chiesa. Perché la fede
di Pietro ha questa funzione assolutamente unica? Che cosa ha di particolare
questo Apostolo la cui fede fonda e dà stabilità alla Chiesa?
Per comprenderlo, carissimi fedeli, dobbiamo tenere presenti due altri detti
di Gesù. Il primo lo troviamo nel Vangelo secondo Luca e riferisce le
seguenti parole dette da Gesù a Pietro: «Simone, Simone, ecco
satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano, ma io ho pregato per te,
che non venga meno la tua fede, e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi
fratelli» [Lc 22,31-32]. Il secondo testo lo troviamo nel Vangelo secondo
Giovanni e riferisce le seguenti parole dette da Gesù a Pietro: «pasci
le mie pecorelle» [21,15ss].
Dunque Pietro è chiamato a “confermare nella fede i suoi fratelli”.
La sua fede è fondamento in quanto egli non solo – come ogni discepolo – deve
unirsi al Signore nella professione della fede, ma deve insegnare agli altri
la vera fede nel Signore. L’insegnamento di Pietro è la guida,
la norma, il punto di riferimento della fede di ogni discepolo. E «questo» aggiunge
S. Paolo «affinché non siamo più come fanciulli sballottati
dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina secondo
l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore.
Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità , cerchiamo
di crescere in ogni cosa verso di Lui che è il capo, Cristo» [Ef
4,14-15].
Come voi avrete già capito, ormai non è più solo della
persona fisica di Pietro che parliamo ma del “servizio petrino”,
cioè di una missione che affidata Pietro avrebbe dovuto continuarsi
nella Chiesa nei suoi successori, i Vescovi di Roma.
Carissimi fedeli, noi oggi celebriamo la grazia di Cristo concessa a Pietro
e a Paolo, ma anche la grazia della successione petrina-apostolica nella Chiesa.
Dono di Cristo, perché è mediante essa che la fede è conservata
ed è quindi dato ad ogni uomo di incontrare la persone vivente di Cristo.
è particolarmente necessario oggi recuperare nella Chiesa questa consapevolezza
della necessità della successione petrina-apostolica come norma della
nostra fede. Per una serie di ragioni. Mi voglio limitare ad accennarne una
sola.
In ordine al culto che la persona ragionevole deve a Dio, non è indifferente
ciò che essa pensa di Lui: è la fede nel vero Dio che ci salva.
L’ascolto e l’assenso alla predicazione di fede dell’apostolo,
non è un “optional” per il cristiano, ma è condizione
imprescindibile per la nostra salvezza. Sostituire nelle comunità cristiane
il dominio dell’opinabile al primato del dogma di fede significa sradicarle
dal solido fondamento della verità divina e fondarle sulle sabbie mobili
dei vani pensieri umani. Non basta vivere nella carità , ma è necessario
vivere nella carità secondo la verità , ci ha detto l’Apostolo.
Il Signore ci conceda per l’intercessione dei suoi apostoli, l’umile
obbedienza della fede perché possiamo “toccare col cuore” anche
solo il lembo del mantello del Signore ed essere da Lui guariti: crediamo in
Lui, in modo da toccarlo; tocchiamo Lui in modo da dimorare in Lui; dimoriamo
in Lui in modo da non essere mai da Lui separati [cfr. S. Agostino, Sermo Guelf.
14,2].