Domenica 27 Giugno
Solennità dei Santi Pietro e Paolo Apostoli

 

«Tu sei Pietro e

su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Carissimi fedeli,

le parole dette da Cristo a Pietro manifestano un grande mistero che coinvolge

tutti noi: il mistero della Chiesa. Più precisamente: del fondamento

della Chiesa.

L’immagine è semplice

ed espressiva, poiché noi sappiamo bene la funzione che esercitano le

fondamenta in un edificio: danno solidità ed assicurano stabilità,

così che vi si può dimorare con sicurezza. La Chiesa, la comunità cristiana

che siamo tutti noi trova la sua solidità e stabilità su Pietro

in ragione della sua professione di fede in Cristo.

Come sempre la parola di Dio nasconde ricchezza immensa di significati che

esige di essere pazientemente analizzata.

La prima cosa da sottolineare è che mediante la fede noi raggiungiamo

la Realtà stessa in cui crediamo. Il nostro atto di fede cioè non

si ferma alla formula pronunciata, ma mediante la formula noi tocchiamo la

Realtà stessa. S. Agostino esprime stupendamente questa verità scrivendo: «toccare

con il cuore, questo è credere». Dunque, quando noi diciamo che

la Chiesa, la comunità cristiana è fondata sulla fede intendiamo

dire che mediante la fede l’uomo raggiunge, “tocca col cuore” direbbe

Agostino, la persona stessa di Cristo che diventa il fondamento che dona solidità e

stabilità.

Tuttavia la pagina evangelica odierna ci insegna in modo preciso che è la

fede di Pietro a fondare, nel senso suddetto, la Chiesa. Perché la fede

di Pietro ha questa funzione assolutamente unica? Che cosa ha di particolare

questo Apostolo la cui fede fonda e dà stabilità alla Chiesa?

Per comprenderlo, carissimi fedeli, dobbiamo tenere presenti due altri detti

di Gesù. Il primo lo troviamo nel Vangelo secondo Luca e riferisce le

seguenti parole dette da Gesù a Pietro: «Simone, Simone, ecco

satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano, ma io ho pregato per te,

che non venga meno la tua fede, e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi

fratelli» [Lc 22,31-32]. Il secondo testo lo troviamo nel Vangelo secondo

Giovanni e riferisce le seguenti parole dette da Gesù a Pietro: «pasci

le mie pecorelle» [21,15ss].

Dunque Pietro è chiamato a “confermare nella fede i suoi fratelli”.

La sua fede ̬ fondamento in quanto egli non solo Рcome ogni discepolo Рdeve

unirsi al Signore nella professione della fede, ma deve insegnare agli altri

la vera fede nel Signore. L’insegnamento di Pietro è la guida,

la norma, il punto di riferimento della fede di ogni discepolo. E «questo» aggiunge

S. Paolo «affinché non siamo più come fanciulli sballottati

dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina secondo

l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore.

Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo

di crescere in ogni cosa verso di Lui che è il capo, Cristo» [Ef

4,14-15].

Come voi avrete già capito, ormai non è più solo della

persona fisica di Pietro che parliamo ma del “servizio petrino”,

cioè di una missione che affidata Pietro avrebbe dovuto continuarsi

nella Chiesa nei suoi successori, i Vescovi di Roma.

Carissimi fedeli, noi oggi celebriamo la grazia di Cristo concessa a Pietro

e a Paolo, ma anche la grazia della successione petrina-apostolica nella Chiesa.

Dono di Cristo, perché è mediante essa che la fede è conservata

ed è quindi dato ad ogni uomo di incontrare la persone vivente di Cristo.

è particolarmente necessario oggi recuperare nella Chiesa questa consapevolezza

della necessità della successione petrina-apostolica come norma della

nostra fede. Per una serie di ragioni. Mi voglio limitare ad accennarne una

sola.

In ordine al culto che la persona ragionevole deve a Dio, non è indifferente

ciò che essa pensa di Lui: è la fede nel vero Dio che ci salva.

L’ascolto e l’assenso alla predicazione di fede dell’apostolo,

non è un “optional” per il cristiano, ma è condizione

imprescindibile per la nostra salvezza. Sostituire nelle comunità cristiane

il dominio dell’opinabile al primato del dogma di fede significa sradicarle

dal solido fondamento della verità divina e fondarle sulle sabbie mobili

dei vani pensieri umani. Non basta vivere nella carità, ma è necessario

vivere nella carità secondo la verità, ci ha detto l’Apostolo.

Il Signore ci conceda per l’intercessione dei suoi apostoli, l’umile

obbedienza della fede perché possiamo “toccare col cuore” anche

solo il lembo del mantello del Signore ed essere da Lui guariti: crediamo in

Lui, in modo da toccarlo; tocchiamo Lui in modo da dimorare in Lui; dimoriamo

in Lui in modo da non essere mai da Lui separati [cfr. S. Agostino, Sermo Guelf.

14,2].

27/06/2004
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