esequie di Mons. Guerrino Turrini, parroco di Loiano

Loiano, chiesa parrocchiale

Un tragico incidente ci ha improvvisamente privati di un sacerdote saggio, generoso, ricco di autentica umanità, come Monsignor Guerrino Turrini. La morte l’ha sorpreso mentre attendeva all’esercizio di quella carità pastorale, che ha colmato ogni sua giornata e l’intera sua vita.

Ne siamo tutti addolorati e sgomenti, e facciamo fatica a persuaderci di una perdita così grande. Non riusciamo neppure a immaginare Loiano senza di lui; senza di lui che per quasi sessant’anni si è, per così dire, identificato con la vicenda di questo popolo, e l’ha animata, sorretta, guidata instancabilmente verso il bene.
Dopo i primi anni di ministero a Santa Maria della Misericordia in Bologna e a Castel Guelfo, don Guerrino è arrivato a Loiano nel 1944, nel mezzo del tremendo marasma bellico, e non se ne è più allontanato. Ben a ragione perciò questa famiglia di credenti oggi sinceramente lo piange e si impegna a custodire la sua memoria, i suoi insegnamenti, i suoi esempi con affettuosa gratitudine.

Chi l’accostava, anche se una sola volta, non lo dimenticava più. Non poteva dimenticare la chiarità dei suoi occhi e la luminosità del suo sorriso, perché da quegli occhi e dal quel sorriso traspariva l’intima letizia della sua anima: la gioia di essere in amicizia con il suo Dio, la gioia della sua totale e cordiale appartenenza alla santa Chiesa Cattolica, la gioia di essere prete.

Vien fatto di pensare che il Signore sia stato appagato della lunga fedeltà di questo suo servo, ordinato presbitero nel lontano 1939, e lo abbia chiamato a sé a godere di un’esistenza ormai sottratta alle fatiche e alle pene di questi giorni terreni.

Don Guerrino non si è mai staccato dalla coinvolgente comunione con il suo Redentore. E perciò le parole sacre che sono qui risonate ci rassicurano della sua sorte e ci rasserenano: “Se siamo morti con Cristo – ci ha insegnato san Paolo – crediamo che anche vivremo con lui” (Rm 6,8).

La fede pasquale davvero ci consola, ricordandoci che l’esperienza dolorosa che oggi ci affligge, a causa della morte inattesa di una persona che ci è molto cara, in realtà è una vittoria della vita. “Cristo risuscitato dai morti – ci è stato ancora detto – ormai non muore più; la morte non ha più potere su di lui” (Rm 6,9): se non ha potere su di lui, non ha potere neppure su coloro che sono suoi e hanno speso per lui la loro intera esistenza.

Don Turrini ha sempre custodito il dono di un sacerdozio esemplarmente vissuto, la sollecitudine affettuosa verso i fratelli in difficoltà, il gusto di una fede limpida e schietta. Perciò la morte lo ha soltanto avviato a una vita più piena e gratificante.

“ Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” (Lc 24,5). L’ilare e quasi ironica domanda degli angeli alle donne, sconcertate per il sepolcro di Cristo trovato vuoto, arriva anche a noi, in questa nostra liturgia di suffragio e di commiato; e la tramuta in una celebrazione di pacificante speranza.

Monsignor Guerrino Turrini vive ormai con il suo Signore, che ha così ben servito, e attende di partecipare senz’ombre alla prerogativa di gloria divina che è propria del Risorto, dal momento che è vissuto e morto avendo nel cuore la stessa disposizione filiale alla volontà del Padre che c’era in Gesù crocifisso: “Se siamo stati completamente uniti a lui in una morte simile alla sua – ci ha confortati la parola di Dio – lo saremo anche con la sua risurrezione” (Rm 6,5).

26/11/2003
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