La celebrazione dell’Eucarestia pone in essere una singolare relazione
coi santi. A noi ancora pellegrini sulla terra è dato di entrare in
una vera comunione colla persona di Cristo, anche se ancora nell’oscurità della
fede. Ai santi già nella patria è dato di essere nella comunione
piena col Signore. E così la morte non ci separa, poiché e noi
e loro siamo uniti allo stesso Signore.
Siamo qui oggi per ricordare una delle più singolari figure della santità cristiana:
S. Antonio. E’ un ricordo che in Cristo ci pone in comunione con lui
e ci offre occasione per riascoltare, in un qualche modo, il suo messaggio.
1.La prima lettura ci parla di una «sapienza» da preferirsi a
qualsiasi altro bene creato: la ricchezza, il potere, la salute. Una sapienza
che è “un tesoro inesauribile per gli uomini”, poiché “quanti
se la procurano si attirano l’amicizia di Dio”.
La stessa parola di Dio ci ha ricordato nel Vangelo il comandamento dato Gesù agli
apostoli, prima di lasciare questo mondo: “andate in tutto il mondo e
predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Anzi, l’apostolo Paolo
ci assicura precisamente che fra i doni fatti perennemente alla Chiesa da Cristo, è da
annoverarsi anche la presenza in essa di «maestri», cioè di
persone capaci di comunicare la dottrina della fede in modo tale da “edificare
il corpo di Cristo”.
Sono delineate così le due fondamentali dimensioni della vita di Antonio.
Egli è stato un uomo di straordinaria sapienza; ma egli ha manifestato
la sua sapienza non da una cattedra universitaria, ma predicando il Vangelo
ad ogni creatura. Matteo d’Acquasparta scrisse di lui: “predicava
efficacemente dappertutto, come colui che parla ai grandi e ai piccoli colpendo
tutti con i dardi della verità ”. Uomo pieno di sapienza, dunque;
uomo interamente dedito alla predicazione del Vangelo.
Fu uomo pieno di sapienza. Di quale sapienza? E’ nota a tutti la brevissima
lettera che Francesco scrive ad Antonio, colla quale lo autorizzava ad insegnare
la sacra teologia: “A frate Antonio, mio vescovo, frate Francesco augura
salute. Ho piacere che tu insegni la sacra teologia ai frati, purché in
questa occupazione non estingua lo spirito dell’orazione e della devozione,
come sta scritto nella Regola”.
Si tratta di una conoscenza dei misteri della fede, che può venire
solo dall’alto, come un dono fatto a chi nell’orazione si pone
in ascolto del Signore. La sua acquisizione ha comportato certamente per Antonio
studio e fatica. Ma in lui lo studio non è semplicemente accompagnato
dalla preghiera e dalla devozione, ma ne era continuamente penetrato e vivificato.
Ogni sapere che non nasca da questa profonda sorgente, che non sia così liberato
da ogni astrattezza e vanagloria, resta lettera morta e fa morire anche gli
altri. Di questa pseudo-sapienza quanto hanno sofferto durante questi anni
le comunità cristiane!
E’ commuovente la pagina con cui Antonio conclude la raccolta dei suoi
discorsi: “Fratelli carissimi, io, il più piccolo di voi tutti,
vostro fratello e schiavo, ho composto questo commento ai Vangeli della domenica
per la vostra consolazione, per l’edificazione dei fedeli, per la remissione
dei miei peccati”.
2.Antonio fu uomo interamente dedito alla predicazione del Vangelo: egli è noto
soprattutto per questo. Predicò fino allo stremo delle sue forze. Fu
Antonio che per primo introdusse nella Chiesa occidentale la consuetudine che
durante la Quaresima ci fosse ogni giorno la predicazione, alla quale poi seguiva
la confessione. Egli «morì per sfinimento di eccesso di lavoro
e per scarso nutrimento e riposo». La ricognizione del corpo fatta nel
1981 lo confermò
Una predicazione, quella di Antonio, che – come ci è stato detto
nel Vangelo – era spesso accompagnata da segni e miracoli.
Carissimi fratelli e sorelle: la sapienza di cui parla oggi la Scrittura non è privilegio
fatto a pochi. Essa è in primo luogo un dono fatto dallo Spirito Santo
[il primo dei sette doni!] ad ogni discepolo del Signore. Ne abbiamo bisogno
per poter avere una conoscenza piena di amore dei misteri della nostra fede,
che ci renda amara ogni altra gioia. La sapienza ci viene donata attraverso
la predicazione del Vangelo fatta nella Chiesa dai ministri del Vangelo. Pregate
per noi, perché non predicandovi dottrine nostre ma solo la dottrina
di Cristo, vi nutriamo sempre e solo del cibo che dona la vita eterna.