Festa di S. Giuseppe lavoratore

1. «Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza». Cari fedeli, abbiamo ascoltato le prime parole che la S. Scrittura dice dell’uomo: sono dette da Dio medesimo. Esse sono la sorgente permanente di ogni riflessione vera circa la persona umana, il fondamento permanente di ogni umanesimo autentico. Per quale ragione?

Esse pongono l’uomo in una posizione unica dentro l’intero universo. Di nessuna creatura è detto che è «ad immagine di Dio». La persona umana sporge incommensurabilmente sopra la natura, dentro cui è pure radicata. è il suo riferirsi a Dio; è il suo essere relazionato a Dio, che costituisce la dignità propria dell’uomo. Quando si oscura la coscienza di questa relazione, l’uomo è gravemente in pericolo perché si espone ad essere sequestrato dal potere. Quando si progetta un sociale umano prescindendo da questa verità dell’uomo, esso non può che ridursi alla somma di tanti egoismi opposti o comunque separati.

Ma la parola di Dio dice anche un’altra fondamentale verità sull’uomo: «maschio e femmina li creò». L’umanità sussiste in due forme o modi originari: la mascolinità e la femminilità. Sono due forme irriducibili l’una all’altra, e nello stesso tempo reciproche e relazionate. Quando si nega o la loro irriducibilità pensando mascolinità e femminilità come mere creazioni culturali, o la loro reciprocità, si dilapida la ricchezza della nostra umanità.

La pagina sacra tuttavia richiama la nostra attenzione sul fatto che la prima e fondamentale espressione dell’unicità dell’uomo nell’universo, della sua superiorità su ogni altra creatura, è il lavoro mediante il quale la “terra è soggiogata”, l’universo viene umanizzato.

Il legame che la parola di Dio pone fra la dignità propria dell’uomo e il suo lavoro è degno di molta attenzione. E ci porta a fare alcune considerazioni.

La prima. Non si può staccare il lavoro dalla persona che lavora, considerando il lavoro come una grandezza a se stante, come uno dei tanti elementi del sistema produttivo.

Una tale separazione è un’astrazione che ci fa evadere dalla realtà, nonostante venga non raramente mascherata da complesse teorie economiche. L’uomo lavora per rispondere ai suoi bisogni spirituali e materiali; l’uomo che lavora non è un individuo tirato fuori dai suoi legami, famigliari in primo luogo.

La seconda. Se il lavoro non può mai essere considerato separatamente dalla persona che lavora, il lavoro non può essere considerato e trattato come una merce sottoposta alla legge della domanda-offerta. La visione mercantilistica del lavoro umano deve essere sempre integrata dentro ad una visione etica del medesimo. Di questa integrazione la Chiesa non ha mai cessato di affermare la necessità.

La terza. Se il lavoro ci appare oggi alla luce della parola di Dio espressione e realizzazione della persona, l’educazione al lavoro soprattutto delle giovani generazioni è parte essenziale dell’educazione della persona come tale. Così come le comunità cristiane farebbero una proposta cristiana sostanzialmente lacunosa, se non comprendesse anche la formazione cristiana al lavoro.

2. Cari fedeli, la parola di Dio ci invita a queste riflessioni in un momento, in una congiuntura storica di preoccupante gravità anche per ciò che concerne il lavoro.

So bene che questa situazione comporta analisi e azioni di molteplici soggetti competenti e responsabili. A me Vescovo sia consentito di offrire alcuni richiami, alla luce della parola di Dio appena ascoltata.

La salvaguardia dei livelli occupazionali è oggi il dovere più grave di chiunque abbia responsabilità sociali. Il primo servizio alla dignità della persona umana è che non gli venga tolto il lavoro. In nome di Dio chiedo ad imprenditori, sindacati, a chi ha responsabilità politiche: la vostra prima preoccupazione, il vostro primo impegno sia la salvaguardia dei livelli occupazionali.

Non posso poi non richiamare l’attenzione sulla necessità che sia assicurata una vera equità fra le generazioni nei confronti del lavoro. Penso ai giovani. Dobbiamo evitare di preoccuparci maggiormente della tutela delle posizioni già garantite che di quelle più precarie e deboli.

Cari fedeli, la parola di Dio oggi ci richiama alla vigilanza, perché non sia dissolto il senso del lavoro: il senso umano, il senso etico. Anche in questo campo la Chiesa sta dalla parte dell’uomo.

01/05/2009
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