1. «Ma infine in noi sarà infuso uno spirito dall’alto.
Dopo aver detto questo, (Gesù) alitò su di loro e disse: ricevete
lo Spirito Santo».
Carissimi fedeli, celebrando oggi la giornata mondiale della pace la parola
di Dio ci ricorda che la promessa profetica si è compiuta: la promessa
del dono dello Spirito Santo si è adempiuta con Cristo Risorto. Egli «alitò su
di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo».
Esiste un legame profondo fra questo dono e l’instaurarsi della pace
fra le società umane. «Allora» aggiunge infatti il profeta «il
deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato
una selva. Nel deserto prenderà dimora il diritto … effetto della
giustizia sarà la pace». La pace è il frutto di un cuore
convertito al bene.
Nel suo messaggio per questa giornata il S. Padre ci invita precisamente a
riflettere sulla pace come bene da perseguire per vincere il male. La costruzione
della pace è prima di tutto, e soprattutto problema morale, e la soluzione
dei problemi morali dipende in ultima analisi dalla libertà degli uomini.
In che senso il problema della pace è un problema morale? Il profeta
ci ha or ora detto che la pace è l’effetto della giustizia, cioè dell’esercizio
di quella virtù morale che dando a ciascuno il suo assicura il vero
ordine e la vera tranquillità . Ma l’esercizio delle virtù nasce
da una volontà che ama il bene e da una libertà che lo sceglie.
Proprio la libertà , la facoltà che distingue l’uomo dagli
animali, è la sorgente della pace o della guerra, poiché è la
sorgente del bene o del male. Lo scontro fra una civiltà della pace
e una civiltà delle contrapposizioni e dei conflitti avviene in primo
luogo dentro alle scelte della libertà di ciascuno.
Carissimi fedeli, queste sono verità semplici e profonde; sono come “evidenze
originarie” dello spirito. Purtroppo esse si sono oscurate. Siamo infatti
tentati spesso di pensare che il male sia una forza anonima operante nel mondo
a causa di meccanismi impersonali e inspiegabili. Mentre «il male ha
sempre un volto ed un nome: il volto e il nome di uomini e di donne che liberamente
lo scelgono». Siamo spesso tentati di pensare che nessuno sia alla fine
responsabile di niente. Mentre di ciò che l’uomo sceglie, nel
bene o nel male, è responsabile davanti a Dio in primo luogo, ma anche
davanti agli altri uomini.
La giornata odierna della pace è un forte richiamo fatto a ciascuno
di noi perché non dimentichiamo mai che le nostre scelte portano in
sé un’essenziale dimensione morale.
2. La nostra libertà , ce lo ricorda il S. Padre nel suo messaggio,
quando è chiamata a scegliere fra il bene e il male non si trova in
una condizione di neutralità nei loro confronti: la nostra persona non è indifferente
di fronte al bene e al male. Essa possiede naturalmente i fondamentali orientamenti
verso quei beni umani dalla cui realizzazione dipende la perfezione della persona.
In ogni uomo ed in ogni donna la libertà , prima delle sue scelte, si
trova già come radicata dentro una ordinazione al bene.
Questa “ordinazione naturale al bene” costituisce quel comune
patrimonio di valori morali che può, che deve orientare la famiglia
umana tra gli opposti richiami del bene e del male. è quella legge che
Dio stesso ha scritto nei nostri cuori.
Nei rapporti fra le persone e fra i popoli avviene ciò che avviene
per il nostro linguaggio. Ogni lingua ha la sua grammatica, non rispettando
la quale le persone che la parlano non possono comprendersi. è così anche
per la società umana in tutte le sue espressioni. Esiste come una “grammatica
morale comune”, non rispettando la quale la società umana si disintegra.
Quale società umana potrebbe reggersi se fosse lecito prevaricare sul
più debole, privare l’altro della legittima proprietà ,
mentire quando fosse vantaggioso farlo. Il S. Padre ci ricorda oggi che quando
la “comune grammatica morale” non è rispettata, esplodono
conflitti e violenze.
Oggi questo comune patrimonio morale è seriamente insidiato dal flagello
di quel relativismo etico assoluto, secondo il quale non esiste alcuna verità universalmente
valida circa il bene e il male. Essa è esclusivamente stabilita dalla
maggioranza: “è vero ciò che la maggioranza stabilisce
che sia tale”.
Non è esagerato parlare di “flagello”. Là dove il
relativismo etico assoluto domina la coscienza dei singoli e di un popolo,
diventa impossibile discriminare la giustizia dall’ingiustizia, e l’uomo è esposto
ad ogni prevaricazione. è questa oggi la minaccia più profonda
alla pace.
«Ã¨ pertanto indispensabile promuovere una grande opera
educativa delle coscienze, che formi tutti, soprattutto le nuove generazioni,
al bene, aprendo loro l’orizzonte dell’umanesimo integrale e solidale,
che la Chiesa indica ed auspica». è questa la base più solida
della pace.
Ma la parola di Dio ci ha ricordato che l’uomo può vincere il
male col bene perché la grazia di Cristo lo ha redento; poiché il
dono dello Spirito lo ha trasformato. è questa la nostra speranza. Ed
essa non ci deluderà mai, poiché lo Spirito ha effuso nei nostri
cuori il vero amore: l’amore alla verità e la verità dell’amore.