Indirizzo di saluto del Card. Zuppi al Papa a chiusura della 77ª Assemblea Generale della Cei

Santità, ci siamo messi in cammino! E, come avviene quando usciamo di casa, si vede chi è rimasto con le pantofole perché pensava di tornare subito, chi non riesce proprio a camminare con gli altri, chi pensa di avere sempre ragione e vuole che tutti lo seguano, chi si perde, chi guarda solo i suoi piedi, chi con quel compagno proprio non riesce a parlare, chi cammina ma tra le nuvole. Insomma, siamo qui con un po’ di polvere, misurando l’umiltà delle nostre persone come avviene quando si sta per strada, ma anche con tanta vita vera. Padre Santo, ci siamo affidati allo Spirito e abbiamo cercato di vivere quelle tre caratteristiche che ci consigliò a Firenze: l’umiltà, per perseguire la gloria di Dio che non coincide con la nostra perché umile; il disinteresse perché l’umanità cristiana non è narcisistica, autoreferenziale; la beatitudine, perché abbiamo scoperto che è vero che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, che solo l’amore gratuito verso i poveri ci fa scoprire che loro hanno la medaglia spezzata di cui noi abbiamo l’altra metà, e che la Chiesa è davvero madre lieta e riconosce suoi tutti quei figli abbandonati, oppressi, affaticati. Abbiamo cercato di dialogare non di negoziare, abbiamo cercato di essere lieti per donare una Chiesa col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Ecco, oggi siamo qui non con un evento per discutere ma con un cammino. In questo anno e mezzo abbiamo esercitato la virtù dell’ ascolto, per cogliere le gioie e i dolori, le sofferenze e le speranze delle nostre comunità e di tutti i compagni di strada. Oggi siamo ad un giro di boa: ci aspetta la fase del discernimento per guardare con speranza al futuro, senza ripiegarsi nel “si è sempre fatto così”.

Comunione, partecipazione e missione. Perché non vogliamo restare fermi, magari a discutere tra di noi ma camminare dietro al Signore e incontro alle persone, verso quella folla che lui ci insegna a guardare con compassione perché stanca e sfinita. Tutto ciò non sarebbe possibile senza queste persone, Santità, che oggi sono qui presenti dinanzi a Lei e che abbiamo il piacere di presentarle. Si tratta di tanti presbiteri, religiosi e laici che, insieme ai  loro vescovi diocesani, sono impegnati in prima linea nel cammino sinodale. Sono quelli che abbiamo chiamato “referenti diocesani”. Sono facilitatori di un processo che presenta limiti, rischi e fatiche, ma che si sta rivelando occasione provvidenziale per le nostre Chiese. Il loro impegno è fondamentale, di una Chiesa che vuole camminare insieme e dietro a Gesù e per questo incontro a tutti. Insomma, sinodale. Grazie perché non ci si stanca di spingerci  a camminare e posso assicurarle che ne siamo contenti.

Aula del Sinodo - Città del Vaticano
25/05/2023
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