Messa della IV Domenica di Quaresima per l’Ottavario di santa Caterina de’ Vigri

È un grande aiuto Santa Caterina, nostra co-patrona, donna intelligente, gioiosa, madre, sapiente conoscitrice dell’animo umano, esperta di umanità, piena di amore per Dio e che ha insegnato a tanti la via semplice per amarlo. Il suo amore ci rende migliori, ci aiuta a trovare l’amore sepolto sotto le nostre rassegnazioni e resistenze. Santa Caterina conosce l’anima e sa che Dio si rivela nella misericordia, non nella disciplina del rigore o del giudizio che condanna. Santa Caterina non si scandalizza della fragilità e della debolezza e insegna, ancora oggi, a non rassegnarsi davanti al male, a non ignorarlo ma a combatterlo, in maniera umana e possibile a tutti. Ama e per questo riconosce ciò che fa male, ma non è ossessionata dal male. Conosce Dio, si affida a Lui e sa che il suo amore aggiusta le relazioni, ripara quello che il male divide, cura le tante ferite dell’anima. Santa Caterina lo fa sempre con tanta umanità perché Dio ha mandato il Figlio per amarci, non per condannare. Chi condanna cerca sempre conferma a qualcosa del male, con zelo mal posto. Dio ha tanto amato il mondo non perché il mondo è buono ma perché si salvi, non per i meriti ma perché ama. Quello che cerca non sono i meriti, ma l’amore. È “la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi”, come scrive l’Apostolo Paolo. Dio ci ama e si lega a noi: non offre interpretazioni intelligenti restando sempre dall’altra parte del tavolo, fornendo elementi ma non comunicando la forza per farlo. Santa Caterina insegna a combattere il male perché, infatti, non è uguale come viviamo, se amiamo o no.

Gesù ha combattuto contro il male fino alla fine bevendo il calice amaro e non accettando di salvare se stesso, vera grande tentazione dell’uomo che si chiude nell’egoismo, che ci fa credere di star bene perché salviamo il nostro benessere. Dio viene nel mondo per salvare, cioè che nessuno vada perduto, ci insegna a salvarci amando Lui e aiutando a salvare il mondo amando. Chi salva una persona salva il mondo intero e salvare vuol dire far conoscere il riflesso dell’amore di Dio, quanto è preziosa la vita se è amata. C’è bisogno di uomini che non hanno paura di amare gratuitamente in un mondo dove ci arrendiamo alla logica della violenza, quasi fosse l’unica possibilità per ottenere giustizia. C’è bisogno di persone vere in un mondo finto, di uomini profondi in una generazione che vive di emozioni e non domina il proprio istinto finendone dominati; di uomini di fede, quando sembra realismo non credere a nulla e a nessuno e la persona finisce per cercare l’onnipotenza dell’affermazione di sé, di estendere i diritti dell’io dimenticando quelli del prossimo. C’è bisogno di persone stabili e forti, in un mondo dove tutto è provvisorio e incerto, cangiante e quindi insicuro; di uomini pazienti perché pieni di speranza e non voraci e incostanti come i disillusi. Per questo c’è bisogno di uomini che amano Gesù ed il prossimo: che non si girano dall’altra parte, che prestano senza cercare interesse, che perdonano, che vivono per il Signore e per il suo sogno di amore.

C’è bisogno di uomini che amano per davvero e non a parole, credibili per questo; che pensano da umili e miti cose grandi, perché l’amore non ha limiti e solo il servizio ci aiuta a capire quello che conta; che non scappano dalla debolezza e dalla sofferenza ma la leniscono con l’olio della compassione; che amano i propri nemici e combattono l‘unico nemico, il male. C’è bisogno di persone che amano i poveri, senza condannarli e lasciarli soli, che non dicono che non possono far niente ma che guardano con misericordia. C’è bisogno di uomini che amano il mondo come Gesù e lo aiutano. Persone che lo fanno solo per amore, non per il ruolo, la considerazione o, peggio, per il personale interesse. Sappiamo come questo scandalizza un mondo che riduce tutto a interesse, che si perde per presunzione, che scambia i diritti individuali come se questi potessero togliere i limiti che la vita stessa pone e che diventano così distruttivi. Lui ci aiuta ad affrontare il limite amando, non possedendo e consumando per sé. Non perde nulla e per questo si perde del tutto nell’angoscia delle morte. Lui non scappa dalle prove ma le affronta perché sa che il Padre non abbandona. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.

Santa Caterina con tanta umanità ci insegna a riconoscere, a combattere il male e a farlo con gioia, che è una delle armi che lo offendono di più e lo relativizzano. Anche lei si sentì abbandonata da Dio, nel buio della fede, che non è mai un percorso lineare. “In tutte queste situazioni tiene sempre la mano del Signore, non Lo lascia, non Lo abbandona. E camminando con la mano nella mano del Signore, va sulla via giusta e trova la via della luce”, disse di lei Papa Benedetto XVI. Era forte perché umile. Era colta, ma non si fece irretire dalla sapienza. Non è diventata dotta e saccente, come spesso avviene, ma è sempre stata nell’amore, umile, servizievole, generosa. E proprio per questo Caterina era credibile nell’autorità, perché si poteva vedere che per lei l’autorità era esattamente servire gli altri. “Ogni virtù si fa perfetta col suo contrario: Ciascaduna amante che ama lo Segnore vegna alla danza cantando d’amore vegna danzando tutta infiammata solo desiderando colui che l’ha creata e separa quelle che lo amano dalla pericolosa mondanità e le pone nella nobilissima disciplina della santa religione”. Parla di danza, di una relazione affettiva e quindi di un amore che realizza la persona. “Carissime sorelle, vi prego di usare con prudenza le armi spirituali e di non stare mai senza di esse, se volete trionfare sui vostri avversari; guardatevi di non farvi ingannare sotto forma di bene, perché, alcune volte, il diavolo appare in sembianza di Cristo o della Vergine Maria, in qualche figura di angelo o di santo”. La lotta contro il male ci libera da un’idea di amore come benessere individuale.

“S’ingannano coloro che vanno al servizio di Dio convinti di trovarvi dolcezza, soavità di spirito e pace mentale: non sono queste le cose che Dio richiede ai suoi servi fedeli, ma al contrario li invita alla battaglia e dice: Chi vuole seguire me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua e Lui stesso diede l’esempio quando discese dal cielo non certo per riposare, ma ricevere per onore disprezzo, per riposo fatica, per ricchezza povertà, per sazietà fame e sete e per combattere tanta e tale guerra da morire, in poco tempo, sul campo di battaglia. Chi vuole andare a Dio per la via facile, tra dolcezze e soddisfazioni, s’inganna: per l’amore che Gli portate, non vogliate altra consolazione se non di finire la vostra vita in stato di vera obbedienza; praticatela, e possederete in questo mondo anche la santa orazione e tutte le altre virtù e acquisterete il regno del Cielo; ricordatevi del beato Paolo, semplice, che acquistò la grazia di fare miracoli dopo poco tempo nel quale servì Dio in pura obbedienza”.

La pace di Cristo, dolce amore, sia sempre nei vostri cuori, amatissime madri e sorelle, e in quelli di tutto il popolo cristiano, per il quale e dal quale sempre sia benedetto e lodato il nostro vero e unico Dio, in perfetta Trinità e Verbo incarnato. Amen.

Santuario del Corpus Domini
10/03/2024
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