Messa in occasione della Chiusura del Centenario dell’Opera don Guanella

“Tutto per il bene dei fratelli “, diceva don Guanella. È il vostro motto per questo centenario. Direi che va bene per tutta la vita! Tutto per il bene! Tutto: non qualcosa, quello che avanza, finché posso, se mi conviene, se mi va, se ho la ricompensa, se mi si vede, se ci guadagno. Tutto per il bene dei fratelli. Quindi gratuitamente. È molto vero. È molto evangelico e, come sempre, quello che è evangelico è anche molto umano. Spiega l’amore di Gesù, il nostro migliore amico. Lui per primo – e non si è stancato! – ha dato tutto per il bene dei fratelli, anche di quelli che non ne volevano sapere, che provavano fastidio, che gli volevano male. Ci ha dato il tutto, che noi stessi non capiamo: un amore senza fine e la vita senza fine. I piccoli, non i grandi, fanno tutto per il bene dei fratelli! I grandi fanno solo quello che serve a sé, come Erode, come i farisei, come i sapientoni che ti guardano sempre dall’alto in basso, che a volte ti fissano con insolenza, che ti fanno sentire sbagliato, che hanno sempre ragione loro o che sanno tutto loro. Ma i sapientoni non hanno capito quello che conta: l’amore! I piccoli ci aiutano sempre a capire questo e ce lo ricordano (perché siamo tutti smemorati e facilmente ci crediamo chissà chi o ci facciamo prendere dall’orgoglio che ci imprigiona nell’egoismo, il modo peggiore di volersi bene e quello che più di tutti ci fa male). I piccoli fanno tutto per il bene dei fratelli. I piccoli sono importanti perché chiedono tutto. Tutto! Per questo sono i migliori amici di Gesù: perché Gesù si è fatto piccolo, piccolissimo, servo, perché ci vuole bene. Dona tutto e chiede tutto. E tutti sono importanti e possono dare qualcosa. Ci vuole bene! E proprio a me, a te, a noi! E perché? Sempre quei sapientoni di prima passano il tempo a chiedersi il perché: non si fidano, non conoscono l’amore, pensano di capirlo con la testa ma senza il cuore, pensano che si compri e che non si riceva. I sapientoni interpretano, pensano con malizia che Gesù lo fa per suo interesse, per sua convenienza, per soldi e così mormorano, sono sospettosi, gli sembra strano.

Perché lo fa? C’è solo una risposta, una risposta libera che ci riempie di gioia: perché mi vuole bene. Solo per questo! I grandi non sanno ricevere i regali e non li sanno fare! Per questo non sono mai contenti, mentre i piccoli hanno tanta gioia e la regalano agli altri, perché ci mettono amore, tutto l’amore che hanno. Solo per amore, perché solo così c’è gioia. E solo per amore si fa tutto per il bene dei fratelli, anche sacrificarsi. Perché amare qualche volta richiede sacrificio, cioè sforzo, insistenza, pure fatica. Pensate che quando qui c’erano settecento ragazze c’erano venti, massimo trenta suore, che facevano tutto! Senza barriere, a cominciare da quelle del cuore. Questa è stata sempre una casa per tutti, compresi i tanti ospiti provenienti dall’estero (Egitto, Turchia, Lussemburgo, Germania, Croazia). Una casa che fin dall’inizio ha aperto le porte a chi aveva bisogno senza limitarsi ai confini italiani. L’amore supera tutti i confini! Quando uno fa le cose per amore non fa fatica, e se le fa le fa volentieri, perché le fa per una persona che ama e solo per amore. Oggi chiudiamo il centenario di questa casa di amore, dove si cerca di fare tutto per il bene dei fratelli e delle sorelle e cioè quello che serve a lui, che lo fa stare bene, che gli dona sicurezza, che lo aiuta, che realizza i suoi desideri, anche quelli che non sa dire; quello che lo protegge, a volte anche dalle cose che non sa e che gli fanno male. Qui tutti hanno trovato il bene, e lo avete trovato assieme. È la provvidenza di Gesù, che ci fa tanti regali – ma quanti! – e ci ha fatto questo regalo meraviglioso di una casa di bene. Certo, come tutte le case anche con qualche problema, e chi non ce l’ha! Ci sono quelli che pensano di non averli e guardano sempre solo la pagliuzza, criticoni che non si criticano mai e che hanno sempre qualcosa da ridire. Solo sugli altri! Ma è una casa bellissima perché anche i problemi sono affrontati con amore e, qualche volta, diventano motivo per amarsi ancora di più. Tutto per il bene. E il bene non finisce, non è mai inutile, serve sempre anche quando sembra inutile. Non è mai inutile e tutto diventa colorato. E tutti noi possiamo farlo, perché siamo preziosi e rendiamo preziosa la vita degli altri.

Oggi qui vediamo due colori: il bianco e il rosa. Bianco come la luce e l’amicizia, come diceva Don Guanella, l’innocenza del cuore, la bellezza di voler bene e basta, liberi da diffidenza e da calcoli che rovinano tutto, semplicemente e profondamente come deve essere (non siamo profondi se non siamo semplici, finiamo per essere solo complicati che complicano le cose belle!). E poi il rosa, perché amore significa tenerezza e gentilezza, cortesia, speranza, come il rosa di un sole che sorge e la dolcezza infinita di una vita che tramonta per andare a illuminare altre terre, tenero come un piccolo gesto di amore. E l’amore si vede sempre nei piccoli gesti, mica nelle grandi dichiarazioni! Chiudiamo il centenario e ne apriamo un altro! Ringraziamo e capiamo che regalo Dio ci ha fatto! E se ci ha fatto un regalo così vuol dire che siamo importanti davvero! Sapete, a volte Dio ci fa i regali e noi nemmeno li guardiamo! Che tipi inutilmente complicati che siamo! E quando ce ne accorgiamo, perché finalmente ci facciamo voler bene e amiamo, allora tutto diventa un regalo, tutto e tutti, e anche i problemi diventano un regalo, e quindi bellissimo. Questa è la provvidenza: saper vedere che tutto e tutti sono un regalo. È la bellezza di questa casa e oggi diciamo a Dio, e ce lo diciamo tra di noi: grazie di questo regalo che è per tutti, specie per quelli che non ricevono regali e per gli altri che pensano che non lo siano! Un regalo per quelli che non li ricevono: se il mondo capisse questo, sarebbe un’altra cosa! Io manderei qui a scuola tanti di quei sapientoni! Vogliamo che questa sia sempre una casa dove tutti quelli che hanno bisogno di aiuto possano trovare sicurezza, amore, protezione nelle difficoltà, spesso amarissime della vita. Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato con Dio nell’opera di don Guanella in questi primi cento anni di storia della Casa Santa Maria, affinché Dio esaudisca per i vivi i desideri di bene che portano nel cuore e ai defunti sveli il suo volto di Padre buono. Provvidenza, allora, è Dio che ci aiuta sempre, anche quando non ce ne accorgiamo! Lui c’è e aiuta sempre. Quanto è importante farsi aiutare e aiutare senza vergogna, perché siamo tutti bisognosi di aiuto.

Nessuno, ma proprio nessuno, può fare da solo. Aiutare, chinandoci perché qualcuno possa aggrapparsi a noi, come diceva Annalena Tonelli con tanta sapienza umana: “In questo inferno di mondo, dove pare che LUI non ci sia, lo rendiamo vivo ogni volta che ci fermiamo presso un uomo ferito. Alla fine, io sono veramente capace solo di lavare i piedi in tutti i sensi a quelli che nessuno ama, a quelli che misteriosamente non hanno nulla di attraente in nessun senso agli occhi di nessuno. Luigi Pintor, un cosiddetto ateo, scrisse un giorno che non c’è in un’intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi. Così è per me. È nell’inginocchiarmi, perché stringendomi il collo, loro possano rialzarsi e riprendere il cammino, o addirittura camminare dove mai avevano camminato, che io trovo pace, carica fortissima, certezza che tutto è Grazia”. Niente di più importante! Ha ragione. Il primo che l’ha fatto, perché imparassimo anche noi a farlo, è Gesù. È lui che si è chinato dal cielo perché anche noi, tutti, possiamo cingergli il collo per rialzarci! Ecco cosa insegna a tutti questa casa. Tanti cercano la forza. Chi la cerca nei soldi, chi nelle armi, chi nelle apparenze, chi nei vestiti, chi nelle avventure, chi nel corpo. Ma lì non c’è la forza. Qui c’è tanta forza, proprio dove c’è tanta fragilità. Quanta forza c’è in questa casa! E quanto tutti la troviamo, quella che i famosi sapientoni di prima disprezzano e invece non lo sanno. Ma solo questa forza cambia la vita, la rende bella, la rende come Dio la vuole e anticipa già oggi il regalo che troveremo pieno in cielo. Questa madre, che sono le sorelle, i fratelli e tutta la famiglia don Guanella (ufficiale e non, quelli che hanno dato tutto per il bene dei fratelli e quelli che hanno imparato a farlo vedendoli, tutti, religiosi, personale, laici, volontari,) è stata proprio come Maria a Cana.

Si è accorta, come avviene a chi si preoccupa degli altri, a chi ama, a chi vuole tutto il bene dei fratelli, che il vino è finito. Non si accontenta, rassegnata, che non si possa fare nulla. Vuole la gioia degli altri. È una madre! Si è accorta anche quando noi non lo sapevamo chiedere, oppure ci sembrava un sogno troppo grande o eravamo tristi e pensavamo non si potesse fare più nulla e che tutto era andato male. Gesù trasforma l’acqua della nostra vita ordinaria, di tutti i giorni, nel vino buono, buonissimo, perché pieno di amore, del suo amore che regala attraverso il nostro, e il nostro che regala il suo. Continuiamo a fare quello che ci dirà. E ci dirà sempre: l’amore cambia la vita! Il mio amore rende la vita bella, piena, anche quella che sembra non ci sia, che sembra finita, che gli altri disprezzano. Macché! La trasforma in tanta vita, vera, gioiosa. Quello che sembra finito, “che non si può fare nulla”, che “ormai è andata così”: Gesù ci dice no, io trasformo l’acqua in vino buono, buonissimo, perché il mio amore dona sempre una forza nuova, una possibilità in più, inaspettata. Era un grande sogno una casa come questa. L’acqua di tutti i giorni si è trasformata con intelligenza in bellezza, in forza, in spirito. E io, che non contavo nulla, ho una vita piena di gioia! Don Guanella sapeva che non bisogna far aspettare, l’amore ha fretta e mette fretta. Alle suore diceva di avere «le ali ai piedi». Non è qualche trucco, ma solo l’amore che fa correre. Al termine della celebrazione diremo come Gesù, contento proprio perché i piccoli erano innalzati: Ti benedico Padre. E noi lo benediciamo per questa casa e gli chiediamo di farla crescere nella forza in un mondo che si distrugge perché non ha capito il bene e lo cerca solo per sé e non sa cosa vuol dire la forza vera, quella che conta, che muove tutto, senza pregiudizi, senza separazioni, senza barriere con tutta la storia di ognuno, senza discriminazioni.

Con don Guanella ci affidiamo a Gesù attraverso Maria: “O Vergine santa conducetemi per mano voi. Sorreggetemi in tutte le vie di stento, di fame, di angustie, per le quali mi chiami il Signore. Con la mediazione vostra io so che certamente trionferò in ogni prova di travaglio ancor durissimo”.

Roma, Casa Santa Maria della Provvidenza
13/01/2024
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