Messa per il centenario del Battesimo di Giuseppe Fanin

Giovanni Battista ci indica il Signore Gesù presente in mezzo a noi, dentro la nostra umanità, proprio in quella che abbiamo. Abbiamo bisogno di Eli che ci insegna ad ascoltare, a capire che è il Signore che ci parla, e ci ricorda di rivolgerci al Signore e dirgli: il tuo servo ascolta. È il Signore che ci parla, anche se noi facciamo fatica a capirlo, e pensiamo che sia una parola umana. Invece attraverso le parole umane, attraverso qualcosa che ci accade, il Signore vuole dirci tante cose. Abbiamo bisogno di Giovanni Battista che ci indica: “Ecco il Signore”. Quando questo accade la vita cambia. Il Signore parla per aiutarci a vivere e così capiamo cosa stiamo a fare in questo mondo. «Ecco l’agnello di Dio!».

E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Il Signore ci fa sempre una domanda, ci aiuta a capire le tante che agitano il nostro cuore. Non come gli esperti, quelli che hanno una risposta pronta su tutto ma poi ti lasciano solo, spesso con qualche confusione in più oppure con quello che sapevo già, non conoscendo il motivo e la forza per essere diverso. Gesù si ferma. Non va avanti. Non è disinteressato come quelli che si guardano sempre allo specchio, che devono curare continuamente il loro profilo, l’apparenza, e quindi non vedono gli altri o li vedono solo in relazione a sé. Questo è il relativismo del mondo che rovina l’io. Gesù si interessa subito a noi, a ciò che abbiamo nel cuore. Parla e cerca di aiutarci a capire. Chi cercate? Chi cerchiamo? Ecco la domanda! La risposta di Andrea è un’altra domanda: Dove abiti? Dove stai, dove ti possiamo trovare? Ci sei, sei vero? Ti possiamo raggiungere? Non sei un fantasma, uno troppo grande che rimane nascosto? Dove abita Gesù? Qual è il suo indirizzo? Ecco, il Signore abita qui, nella sua casa, nel suo Corpo, nella Parola, nei suoi fratelli corpo sempre di Gesù. Abita nei nostri cuori, nel suo tempio che è il nostro corpo. Abita nei suoi fratelli più piccoli, il nostro prossimo, dove lì possiamo sempre trovarlo. Quando lo capiamo facciamo anche noi come Andrea: “Abbiamo trovato il Messia!”. Ho capito che Gesù non sta sulle nubi, dappertutto e da nessuna parte, non è un’entità diffusa e inesistente che poi, alla fine, vuol dire che faccio quello che penso io.

Oggi ricordiamo qualcuno che ci aiuta a capire dove sta Gesù, dove lo possiamo trovare e come trovarlo. Giuseppe Fanin l’aveva trovato. Voleva proprio bene a Gesù. Non era uno straordinario, ma un cristiano, un cristiano serio. Perché ci sono i cristiani a metà, quelli che possono non fare nulla, che ascoltano e non fanno nulla se Dio parla a loro, che pensano che Gesù serve solo la domenica e basta, oppure non serve perché servo solo io. Giuseppe era proprio una brava persona, un uomo perbene (ce ne fossero di questi, forse ce ne sono molti di più di quelli che pensiamo. Anzi, certamente è così, ma aiutiamoci ad essere perbene, cioè quelli che fanno il bene). Fanin era perbene perché era cristiano, non era cristiano perché perbene. I cristiani sono sempre persone perbene, ma perbene davvero, per bene!

Era cristiano e aveva anche, come Gesù, paura della morte, ma amava più della paura che pure aveva. Amava chi? Gesù. Lo pregava, cioè stava con lui. Pensiamo, spesso, che il Signore non ci dica nulla. Ma che tipi che siamo! È Lui che non ci dice nulla oppure siamo noi che non ascoltiamo? Quanto tempo dedichiamo alla preghiera, cioè a parlare con Lui e ad ascoltarlo? Si può ascoltare qualcosa se abbiamo sempre le cuffie accese, cioè le cose da fare, tante parole da dire? O dobbiamo fare un po’ di silenzio? Era un cristiano, battezzato, che aveva capito che Gesù è il nostro pastore che asciuga ogni lacrima. Aveva imparato a donare, ad essere buono per davvero, ad amare Gesù, perché chi ama Gesù impara ad amare tutti gli altri, a non avere paura a donare la vita. Se la teniamo per noi che ci facciamo? Ecco dove sta Gesù! Il seme porta frutto. Il suo seme, penso sia così per Giuseppe, ha potuto portare il suo frutto abbondante, che continua ancora.

Rinnoviamo le promesse di essere cristiani, per nascere sempre al suo amore, pieni della sua luce e della sua forza, quelli che Dio vuole e di cui c’è bisogno, che non hanno paura. Lui aveva degli amici. Il cristiano non è un uomo solo. Si impegnò nella Fuci, per gli altri, per la compartecipazione agricola. Non volle mai difendersi con le armi. La scelta del cristiano è la non violenza, disarmare i cuori. La violenza è terribile, ideologica, folle, rende l’altro un nemico. E dobbiamo dire che forse troppo poco abbiamo chiesto perdono e poco lo abbiamo dato e questo non va mai bene perché l’odio, anche inerte, torna. Solo con il perdono lo si vince.

E l’odio è pericoloso, si trasforma, arma le mani, le menti, i cuori. Per questo il cristiano è senza armi, perché non si può amare con le armi nel cuore, nella mente e nelle mani. Tutti allora dissero: “Giustizia sì per gli assassini, vendetta no, perché Giuseppe Fanin perdona dal Cielo; con lui perdoniamo anche noi! Ma la giustizia umana intervenga per impedire che il sangue dilaghi!”. Il cristiano è fiero di Gesù. Non è orgoglioso di sé, ma di Gesù.  Di avere un Dio così. Non è timido, perché Gesù ama, non tratta mai senza rispetto. “So la grandezza dell’amore di cui ti ho fatto dono. In questi giorni ho compreso che cosa significhi amare con amore cristiano, amare nella creatura la bellezza della sua anima e così amare Dio”. Il dramma sociale dei braccianti e dei contadini, il problema dei contratti agrari, e in particolare quello della compartecipazione, egli li vide inquadrati in un’azione positiva di emancipazione delle classi più diseredate dei lavoratori agricoli. Fanin è morto indifeso per scelta, perché pensava che la violenza si combatte da cristiani, fino alla fine, quella specie di uomini che vincono il male amando, per la causa della libertà. È morto, quindi per tutti.

La morte è la nascita, il dies natalis. La luce che accendiamo è la nostra fede. L’amore è più forte di tutto, anche della morte che spegne la vita. Ecco perché il cristiano è un uomo davvero forte. Perché ama ed è amato. Ecco dove abita Gesù e dove lo troviamo. E dove lo troveremo perché ci fa abitare con Lui. Ma dobbiamo seguirlo, solo vivendo con Lui. Come fece Fanin. Grazie Giuseppe della tua testimonianza. Luce e stella nel buio della violenza.

Lorenzatico, chiesa parrocchiale
13/01/2024
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