Omelia al Campo unitario nazionale di Azione Cattolica

La Parola di Dio ci presenta l’amicizia di due donne, Noemi e Rut, che hanno dovuto affrontare difficoltà. Rut è la moabita, la straniera. Cerca una possibilità per lei. Non si rassegna e Noemi l’aiuta. Vuole andare in campagna aspigolare e cercare qualcuno di cui deve entrare nelle grazie. È la condizione di chi deve cercare,di chi non dà niente per scontato, sicuro. Non si fa prendere dal pessimismo, che rende accidiosi, dal giudizio di non contare perché costretti a “spigolare”. Noemi è l’amicizia di cui abbiamo sempre bisogno, la compagnia dell’associazione e quella che possiamo dare noi.

Rut ci indica la via dell’umiltà e di cominciare sempre dal poco. È come la regina di Saba e i tanti che ci precederanno nel Regno dei cieli perché si sono messi in movimento, non si sono difesi come i ricchi, convinti di avere tanto e di poter conservare quello che hanno, ma non si sono rassegnati, non hanno accampato diritti, non sono stati a lamentarsi, come gli orgogliosi.
Gli umili partono dalla loro fragilità, che non nascondono, anzi, come sono si mettono a servire il prossimo e Dio per primo.

Imparare a spigolare significa non sentirsi inutilmente preziosi, tanto da non abbassarsi ai gesti umili. Da lì, sempre, possiamo ripartire. Spigolare significa non perdere nulla, come fa il ricco, che lo ritiene troppo poco o inutile, o il rassegnato, che pensa non valga la pena. Avere attenzione per il piccolorichiede tempo. È il particolare, quello che spesso sembra inutile perdita di tempo eimpossibile da valorizzare. Eppure sappiamo che l’amore si rivela proprio nei particolari, nei dettagli. Nella Gaudete et Exsultate (GE 143; 144) Papa Francescoafferma: «La vita comunitaria, in famiglia, in parrocchia, nella comunità religiosa o in qualunque altra, è fatta di tanti piccoli dettagli quotidiani.

Ricordiamo come Gesù invitava i suoi discepoli a fare attenzione ai particolari. Il piccolo particolare che si stava esaurendo il vino in una festa. Il piccolo particolare che mancava una pecora. Il piccolo particolare della vedova che offrì le sue due monetine. Il piccolo particolare di avere olio di riserva per le lampade se lo sposo ritarda. Il piccolo particolare di chiedere ai discepoli di vedere quanti pani avevano. Il piccolo particolare di avere un fuocherello pronto e del pesce sulla griglia mentre aspettava i discepoli all’alba.

La comunità che custodisce i piccoli particolari dell’amore, dove i membri si prendono cura gli uni degli altri e costituiscono uno spazio aperto ed evangelizzatore, è luogo della presenza del Risorto che la va santificando secondo il progetto del Padre». Solo così, proprio nei piccoli dettagli che ci sembrano inutili, la vita nostra e dell’amato è resa luminosa, perché raggiunta dai raggi della verità che «superano talmente lo splendore tenebroso delle feste della terra».

Il mondo ci rende voraci, consumatori di emozioni, mentre il particolare richiede sensibilità, amore, tenerezza. Non si produce in maniera distratta, automatica, superficiale, senza coinvolgersi. È un po’ come quando dobbiamo dimostrare di non essere un robot e siamo costretti a stare attenti ai particolari perchénessuna intelligenza artificiale lo può programmare (ancora!). L’atteggiamento di Rut è il contrario dell’abbondanza, dello spreco, della ricerca del risultato, del numero, del benessere rapido, con la successiva delusione o con la pericolosa esaltazione. Le spigolatrici cercano quello che è abbandonato perché nessuno è scartato e perchéraccogliendone pezzo a pezzo dobbiamo avere una relazione con ciascuno, in modo familiare e personale. Tutti diventano preziosi.

Penso anche agli anziani, che spesso lasciamo soli, come se non avessero niente da donare, mentre hanno un mondo dacomunicare e semi di santità da valorizzare e che possono sempre far crescere tanti altri frutti. Tutto e tutti hanno un valore. Tutti, però, lo devono sentire e nella spigolatrice c’è una cura della persona, c’è il gusto della relazione, dell’amicizia, dell’incontro che non è mai con una massa, ma sempre con la storia originale di ognuno. Ecco l’umiltà di Rut, spigolatrice. L’umiltà rende belli e la bellezza del cristiano non è mai l’efficienza, il potere, ma solo il servizio, perché questa è la gloria di Gesù.

L’umiltà non è affatto mediocrità, come la forza, l’affermazione di sé, la supponenza, l’arroganza non è fare cose grandi! L’umile non si accontenta di parole e gesti mediocri, ma inizia dal piccolo, da ciò che sembra non avere valore e che invece permette di donare la vita. Rut trasmette vita. L’arroganza, la prestazione, l’esibizione sono sterili, perché fanno vivere per se stessi. Il contrario della cristianità non è la modestia, ma una Chiesa madre, generativa, vicina, attenta ai particolari come unamadre che serve. La vita, se la affrontiamo con l’umiltà del servizio, è sempre più larga del nostro cuore e riserva sorprese se è piena di Dio, donata Lui. Umili come chi fa, come chi non gioca con le parole, non si accontenta dell’esibizione, dell’apparenza, del giudizio altrui.

Credibili e credenti e, aggiungerei, credibili perché credenti. È credibile non chi ha un’apparenza ancora più curata, ma solo chi ha amore e cura l’altro, il prossimo e non la sua figura. Non leghiamo fardelli pesanti, cioè non complichiamo ciò che è semplice, non rendiamo difficile quello che è per tutti, come se il Vangelo lo capissero i farisei e non i piccoli. L’apparenza, l’esteriorità, richiedono in realtà uno sforzo esigente, un grande sacrificio, ma è solo per brillare noi, non per trasmettere luce e darla a chi è nel buio.

Essi sono davanti agli uomini ma vedono solo se stessi mentre gli umili sono davanti a Dio e, quindi,incontrano davvero gli uomini. Chi tra di voi è grande sarà servo. Dobbiamo e possiamo compiere le cose grandi di Dio: rendere bella e piena la vita dei poveri, dei sofferenti, dei piccoli, cambiare questo mondo così segnato dal male, dall’odio che arma le mani, le menti, i cuori. Servo è la definizione stessa di Gesù, che vuol dire “partire da me, ma non per me”. Umile e grande, perché pieno di amore. Sia così pernoi e per tutte le nostre realtà, per questa nostra Chiesa che sogniamo bella come una madre spigolatrice che cura tutto e tutto di tutti perché ama.

Castel Gandolfo (Roma)
26/08/2023
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