Omelia in suffragio di Sante Tura

PARROCCHIA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA
VENERDÌ 15 OTTOBRE 2021, ORE 10

S. MESSA ESEQUIALE
IN SUFFRAGIO DEL DOCENTE UNIVERSITARIO
PROF. SANTE TURA
FONDATORE DELL’ISTITUTO SERAGNOLI DI EMATOLOGIA

OMELIA
(Is 25, 6-9; Sal 22; Gv 14, 1-6)
di Mons. Ernesto Vecchi, Vescovo Ausiliare Emerito di Bologna

Ringrazio il parroco Don Mario Fini per avermi invitato a presiedere questa celebrazione eucaristica esequiale in suffragio del Prof. Sante Tura, deceduto nella sua abitazione, alle 22,30 di lunedì 11 ottobre 2021, all’età di 92 anni, dopo aver ricevuto i Sacramenti della fede. Sante è entrato nell’eternità il giorno in cui la Chiesa di Bologna ricorda il Beato Giacomo da Ulma, religioso domenicano, ricco di santità e di operosità artistica e celebriamo le sue esequie nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di Santa Teresa d’Avila, vergine e dottore della Chiesa.

Col Prof. Tura ho condiviso il primo tratto della sua vita bolognese, in casa del Cardinale Giacomo Lercaro in Arcivescovado, dove io entrai appena ordinato Sacerdote nel 1963, mentre lui, neolaureato in medicina, era intento nei percorsi di specializzazione e di ricerca.

La morte di una persona cara è sempre un dramma, che scuote profondamente il corso della nostra vita. Essa ci pone di fronte alla realtà di un’esistenza precaria, che alimenta l’inquietudine e ripropone i grandi interrogativi sul senso ultimo della nostra vita.

In questa circostanza triste, ma aperta sull’orizzonte della fede, nella memoria di mamma Giuliana, ci stringiamo attorno ai figli Francesco, Stefano, Elisabella, Camilla, ai nipoti e a tutti i familiari e amici, per implorare la misericordia di Dio, perché conceda al nostro fratello Sante il perdono e la pace eterna.

Nella prima lettura che abbiamo ascoltato, il Profeta Isaia annuncia, in prospettiva storica, la distruzione della «città del caos» (Cf. Is 24,10), l’antica Babilonia. È il tema del giudizio di Dio sui “poteri forti” del mondo che, nel trattare le “cose della terra”, si comportano come se Dio non esistesse e puntano tutto sull’autosufficienza umana, che – da sola – rischia di condurre la città degli uomini alla rovina (Cf. Is 24, 10-12).

Ma Isaia – che significa «Dio salva» – esprime soprattutto l’aspetto redentivo del giudizio divino operante sacramentalmente nella nuova Gerusalemme (Cf. Ap 21, 2), la Chiesa, che è il regno di Cristo presente nel «mistero». Ogni volta che noi siamo convocati per celebrare l’Eucaristia, si attua l’opera della nostra redenzione e la Chiesa si manifesta come sacramento universale di salvezza e principio di unità per tutti i popoli (Cf. Lumen Gentium, nn. 3;9;48).

Ne consegue che con questa Messa, noi entriamo in profonda e misteriosa comunione con la realtà totale di Cristo Redentore, che ha detto «Fate questo in memoria di me» (1 Cor 11, 24). Pertanto, attraverso il rito, noi diamo concretezza all’annuncio proclamato dal Profeta: «Il Signore preparerà su questo monte un banchetto per tutti i popoli». È un convito che – grazie al suo essere “memoriale” della morte e risurrezione del Signore – porta in sé il principio di un cambiamento radicale (Cf. Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, n. 11), che innesta in noi la stessa vita di Dio, ci purifica e ci dona la caparra della nostra futura risurrezione.

Pertanto, con l’Eucaristia, la Chiesa offre a tutti noi la chiave interpretativa della nostra sofferenza – causata dal peccato delle origini – e indica la via per trasformarla in valore redentivo. Infatti, grazie alla Messa, che è la Pasqua di Cristo, sorge «sul monte» la nuova Gerusalemme, la Chiesa, che – come dice Isaia – strapperà il «velo» dell’ambiguità, del dubbio e della paura «che copre la faccia di tutti i popoli» (Cf. Is 25,7).

Queste cose il Prof. Tura le sapeva bene e ha sempre cercato di farne l’opzione fondamentale della sua vita, nella piena fedeltà al suo carisma scientifico, messo in evidenza in questi giorni, nei suoi aspetti più concreti e promozionali.

Dopo la morte del Cardinale Lercaro e del suo primo collaboratore, Mons. Arnaldo Fraccaroli, il Prof. Tura vedeva nella mia persona il referente più vicino al mondo lercariano, che egli considerava parte integrante della sua storia umana e professionale. Per questo ha sempre accettato di far parte del Consiglio di amministrazione della Fondazione Lercaro, chiamata a dare continuità all’azione di sostegno agli studenti bisognosi.

Sante Tura è stato riconosciuto come il grande padre dell’Ematologia, il medico a 360 gradi, dotato di intuizione, empatia e curiosità. Nell’esercizio della sua attività di medico, il paziente era sempre al centro, senza distinzione di persone.

Il Professore era considerato non solo un luminare e una colonna portante dell’Associazione italiana contro le leucemie, ma soprattutto un Maestro nella scienza medica, apprezzatissimo nel mondo, persona di straordinaria generosità professionale e umana.

Di fronte alla morte, che in questo tempo di contagio si è moltiplicata – come ha detto Papa Francesco il 27 marzo 2020 – dobbiamo tutti riflettere su noi stessi e discernere tra ciò che è essenziale e ciò che è superfluo. Davanti a tante crisi che non risparmiano nemmeno la Chiesa; di fronte al disorientamento della politica, dell’economia e dei rapporti sociali, indeboliti dall’attacco frontale alla famiglia come Dio comanda, dobbiamo prendere sul serio il messaggio del Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato. Gesù ha detto: «Io sono la via la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Cf Gv 14,6) e ha aggiunto: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me … io vado a prepararvi un posto … perché siate anche voi dove sono io» (Cf Gv 14,1-3).

Mettiamoci, dunque, nelle mani di Dio e confidiamo nella sua infinita misericordia. È lui che ci ha confermati nella speranza con le parole sublimi del Salmo 22: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare … felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita”.

La Madonna della Fiducia – tanto venerata dal Cardinale Lercaro e dai suoi ragazzi – custodisca i nostri buoni propositi, dia loro concretezza nelle opere di misericordia spirituali e corporali e accompagni il nostro fratello Sante, lungo i sentieri del Paradiso, dove la gioia è senza fine e la domenica senza tramonto.

PARROCCHIA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA - Bologna
15/10/2021
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