omelia ordinazioni diaconali

Bologna, Cattedrale

La parola ricorrente in questa liturgia per l’ordinazione dei diaconi è la parola “servire”.
Carissimi, voi oggi diventate – con una responsabilità nuova e una nuova totalità di donazione del vostro tempo, delle vostre forze, del vostro essere – servi del Signore Gesù, il solo che davvero meriti il nostro ossequio, la nostra attenzione, la nostra obbedienza. Ma proprio questa “diaconia” di colui che si è fatto “servo” del vero bene degli uomini vi deputa al servizio di quanti incontrerete nel vostro ministero.
Il rito odierno esprime con chiarezza che il servizio dei fratelli che oggi assumete è quello di offrire a tutti la vita vera e di offrirla prima di tutto attraverso l’annuncio del Vangelo di Cristo nella sua purezza e nella sua integrità.

Il Vangelo è salvezza di tutto l’uomo e di tutti gli uomini.
Gesù salva tutto l‘uomo: non solo sostiene la vita nel tempo con i sacramenti e la grazia, ma anche le dischiude l’ingresso all’eternità dei risorti e dei beati. Non abbiate allora timore ad annunciare agli uomini la speranza di questa salvezza piena, e non lasciate che l’impegno cristiano si impigli in attese secolaristiche e soltanto intraterrene.
Gesù salva tutti gli uomini: senza discriminazioni di razza, perchÈ in lui non ci sono più nÈ giudei nÈ greci; senza opposizioni di classe, perchè in lui non ci sono più nÈ schiavi nÈ liberi; senza prevaricazioni di un sesso sull’altro, perchè in lui non c’è più nÈ uomo nÈ donna. La forza della sua redenzione – che voi farete conoscere a tutti – è più forte di ogni divisione, perchÈ accoglie, purifica, eleva, armonizza ogni diversità e ogni valore.

Nessuno può essere dimenticato da quest’opera di evangelizzazione e nessuna scelta può essere esclusiva. Gesù è venuto a “evangelizzare i poveri”: cioè tutti, dal momento che tutti noi uomini siamo miserabili, tremendamente bisognosi di verità e di riscatto.
Il comando di Gesù: “Predicate il Vangelo a ogni creatura” (cf Mc 16,15) sia in voi più forte e pungente delle mondane e stolte paure di essere accusati di invadenza e di proselitismo, che oggi serpeggiano nella cristianità.
E farete attenzione a non intaccare la completezza e a non alterare l’armonia complessiva dell’annuncio, magari privilegiando unilateralmente gli aspetti graditi o almeno accettabili alla cultura dominante, e tacendo invece o attenuando ciò che contrasta le idee e i comportamenti di moda.
Il gesto della consegna del libro dei vangeli da parte del vescovo vi ricordi sempre che per restare nell’autenticità del vostro servizio occorre che leggiate il Vangelo con gli occhi e col cuore della Chiesa, la quale anche in questo campo è “cattolica”, cioè sa capire e proclamare il disegno del Padre “secondo il tutto”, senza censure e senza unilateralismi.

Infine non dimenticherete che la predicazione integrale del Vangelo include anche le sue esigenze etiche e comportamentali.
Il convincimento e il vivo senso della misericordia di Dio – che terrete desti nel vostro spirito e comunicherete instancabilmente ai fratelli – non legittima affatto a questo proposito ambiguità o compromessi. San Paolo, annunciando che “è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini”, aggiunge subito che essa postula la ferma volontà “di rinnegare l’empietà e i desideri mondani, e di vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza” (cf Tt 2,11–13).

Il Regno di Dio è vicino: ecco la “buona notizia” che voi non cesserete mai di far risonare. Ma nessuno vi entrerà, se contestualmente egli non lo avrà lasciato entrare nel suo cuore strappando da sÈ ogni ostacolo e ogni inclinazione aberrante. Il perdono di Dio è alla portata di tutti, quali che siano i suoi peccati. Ma nessuno lo può ricevere, se non c’è pentimento e proposito di abbandonare la strada della prevaricazione.
A chi si oppone seriamente alla sequela di Cristo, – e voi oggi dimostrate di avere questa volontà –, è promesso il centuplo già in questa vita. Ma a patto che accetti insieme le rinunce, le fatiche, le tribolazioni connesse con la professione cristiana.

Quanti si fanno discepoli di un Maestro crocifisso, sono chiamati a percorrere con animo sereno e fiducioso la “via della croce”: con animo sereno e fiducioso, perchè il Signore aiuta sempre e sa commisurare le difficoltà alle nostre forze e alle nostre debolezze.
Questo, che vale per tutti, vale più ancora per voi che generosamente oggi vi consacrate al servizio di Gesù, della Chiesa, dei fratelli.
Se sarete fedeli alle promesse che pronuncerete in questo rito, e cercherete per prima cosa che si affermi il Regno di Dio dentro di voi, riceverete anche il “resto” in soprappiù: il “resto”, cioè il pane quotidiano, il dono dell’amicizia tra i fratelli, la liberazione dal male, la vittoria su ogni insidia, la pace del cuore.

10/10/1998
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