Omelia per la solennità dell’Assunta nel Santuario della Rocca di Cento

Questa festa dell’Assunta ci coglie tutti in un momento di grande attesa. Ma, forse, dovremmo dire che la vita tutta è sempre una grande attesa, di conoscere, di capire, di vedere, di conservare. Portiamo con noi la tanta sofferenza che ha segnato questi ultimi mesi, la nostra ma anche quella dei tanti di cui abbiamo visto il dolore, penso in particolare alle vittime della pandemia della guerra. Attesa di consolazione e di speranza. La pandemia ci ha portato via nella solitudine tanti nostri anziani, motivo per cui siamo consapevoli che non dobbiamo lasciare più nessuno solo e che la fragilità deve essere sempre protetta, rivestita di tenerezza e amore perché non sia una condanna o una vergogna ma motivo di cura, necessaria per tutti.

La pandemia della guerra ci presenta un orrore al quale non vogliamo mai abituarci. Non possiamo essere spettatori, magari filmando l’avvenimento e poi cercando una terapia per lo shock provato! Cosa faremmo se fosse coinvolto nostro figlio o nostra madre? Le brutalità cui assistiamo ci rivelano come l’uomo, anche digitale e moderno, è l’inquietante lupo di sempre, e ci portano a temere di chiunque. Ogni guerra è “nostra”, è una pandemia che riguarda tutti. Non dimentichiamo che è sempre preparata e aiutata dagli odi, dalla violenza delle parole e dall’aggressività fisica, dal non guardare con benevolenza il prossimo, da tanta ignavia personale e pubblica, dalla logica dei nazionalismi così distruttivi e incendiari. Cosa accadrà quindi? Crescerà ancora la già enorme povertà? Gli importanti e incoraggianti segnali di ripresa – una produzione industriale invidiabile – saranno messi in discussione dal costo delle materie prime, dalla mancanza di mano d’opera, dalla crisi energetica conseguenza della guerra in Ucraina? Cosa accadrà con le elezioni che suscitano tante discussioni ma non altrettanti ideali e visioni per il futuro? Troveremo il vero interesse nazionale e sovranazionale per una ricostruzione che aiuti l’uomo che verrà, che ami e difenda la vita sempre e per tutti, e che sia più forte delle inevitabili difficoltà?

Ecco, in queste tante domande e angosce ci aiuta Maria, la donna del futuro, perché ci porta Gesù e si fa portare da Lui. Con Lei oggi contempliamo il nostro povero e fragilissimo corpo mortale che si vestirà d’immortalità. Anche noi renderemo grazie per sempre a Dio che ci dà la vittoria, l’amore che non finisce “per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!”. L’assunzione in cielo è un mistero che ci annuncia e ci ricorda qual è la nostra destinazione: essere assunti con il nostro corpo risorto nel cielo di Dio. Maria, la prima che ha creduto alla Parola del Signore, è la prima ad entrare. Chi come Lei vive per Gesù vive per il prossimo, trova se stesso tanto che comprende quanto è preziosa la sua umiltà, liberandosi dalla droga dell’orgoglio. Amare Gesù ci fa ritrovare l’incanto della vita, la sua bellezza, nascosta nel creato e in ogni persona, tanto che ogni incontro, anche quello più ordinario, può essere una scoperta che trasmette luce e amore. Senz’amore invece niente ha valore, tutto è grigio, fastidioso, inutile.

In Oriente l’Assunzione è la festa della dormizione. La morte è un sonno, non la fine. La tradizione vuole che gli apostoli vennero tutti portati intorno a Maria nel suo letto di morte. Il cristiano non muore mai solo ma è sempre circondato dalle invisibili ma reali presenze degli amici di Dio, delle relazioni che portiamo con noi. Sopra Maria distesa è raffigurato Gesù, che la stringe a sé prendendola in braccio per portarla in cielo. E’ il contrario della nascita di Gesù sulla terra: Maria nasce al cielo, figlia di suo figlio. Il corpo assunto significa che non perderemo la sensibilità umana, tutta. Essa diventerà pienamente espressione della sensibilità di Dio, in un amore pieno e reciproco. Il mistero dell’Assunta ci riapre al cielo della nostra destinazione. Mercoledì scorso Papa Francesco, riferendosi alla nostra destinazione finale, ha affermato che “il meglio deve ancora venire”. Sì, il meglio! E lo iniziamo a gustare e a capire sulla terra. Gesù quando parla del Regno lo descrive come un pranzo di nozze, una casa con molte dimore, come la perla preziosa tanto desiderata, come un albero che protegge dal sole della vita. Non saremo noi soli a trovare noi stessi, ma troveremo noi stessi perché saremo una cosa sola con Dio, nella comunione con i suoi santi, i suoi e nostri amici. Un compimento di amore. Con il “sì” Maria diviene la madre del Figlio. Con il nostro sì possiamo farlo nascere e crescere in noi.

Qual è allora la beatitudine della vita, quella che cerchiamo con la nostra stessa vita fino alla sua fine? È per tutti o è esclusiva? Gesù è venuto perché la sua gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena. Per questo risponde a quella donna che pensa la felicità per pochi e non possibile a chiunque, indipendente dalla nostra volontà: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola” e che proprio per questo la vivono. Non è detto che non sbaglino, che non abbiano bisogno di aiuto, che siano perfetti. No. Cercano di viverla come una parola di amore, con amore, e si aiutano a farlo. Ecco la via del cielo che passa per la nostra umiltà. È l’amore esigente, non la legge! Ma l’amore è un giogo dolce e leggero, che dona senso alla nostra vita.

Signore, abbiamo bisogno del cielo per vivere sulla terra. Il nostro cuore è pieno di domande e di paure grandi. Aiutaci a sentire il tuo amore che innalza gli umili. Liberaci dalla violenza e dall’odio sulla lingua e tra le mani, dal paternalismo che ci fa guardare l’altro dall’alto, dalla paura e dalla diffidenza che ci nascondono la bellezza della vita. Insegnaci a essere beati rendendo beati, come tua Madre. Beati siamo noi se crediamo nell’adempimento della tua Parola, non quando tutto è finito, nelle cose facili e risolte. Crediamo che la tua Parola non delude anche quando sembra sia inutile e vano osservarla: l’amore non finisce mai. Signore, tu ci affidi a Maria, nostra madre. Grazie perché la tua madre è la nostra e ci vuoi beati con Lei. In questo nostro povero mondo, attraversato da tanta sofferenza, ci indichi la via del cielo, che inizia nell’essere figli suoi e fratelli con Te e con tutti. Amen

Santuario della Madonna della Rocca a Cento
14/08/2022
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