Santa Madre di Dio, ancora una volta hai manifestato il tuo affetto materno verso la nostra città venendo a visitarci. Nel momento in cui ritorni nel tuo santuario, desidero porre ancora una volta nel tuo cuore materno le nostre preoccupazioni più serie, i nostri desideri più vivi.
– In primo luogo desidero affidarti e raccomandarti i nostri giovani. Che non perdano mai la speranza nel futuro, e non dimentichino mai che il futuro è affidato come compito anche a loro. Dona loro un cuore sano ed una coscienza immune da ogni forma di relativismo: un cuore e una coscienza capaci di portare in sé tutto quel patrimonio di umanità che ha nome «Bologna».
E fra i giovani, in particolare ti affido coloro che sulla tua parola hanno iniziato il cammino che li porterà agli ordini sacri: i nostri seminaristi.
– Ma non possiamo tacere davanti a te la nostra preoccupazione per il bene della famiglia – il tesoro più prezioso di un popolo – oggi esposto a tante insidie. A Cana di Galilea, quando è venuto a mancare il vino tu hai detto ai servi: «fate quello che vi dirà ». Madre di Dio anche oggi al banchetto nuziale di molti sposi è venuto a mancare il vino. Pronunzia queste parole anche oggi agli sposi: che ciascuno riscopra la bellezza dell’amore
coniugale fra uomo e donna, la grandezza del vincolo indissolubile, la generosità nel dono della vita. Dona saggezza a chi ci governa perché comprenda che nessun edificio sociale può reggersi senza la difesa e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio.
«Fate quello che vi dirà »: dille queste parole a ciascuno di noi anche oggi, perché il nostro difficile «oggi» sia vissuto alla luce del Vangelo del tuo Figlio.