Santa Messa in preparazione alla Pasqua per gli operatori del diritto

La Parola di Dio non la scegliamo. È lei che ci sceglie e ci parla. Oggi sembra proprio diretta a voi, operatori nella giustizia a vario titolo. In realtà lo è sempre, ma in tutte e due le letture si parla di processi, giudizio, condanna. Vederci assieme è già una grande consolazione. Non possiamo mai pensare il nostro sevizio e la nostra responsabilità limitata, come se fosse un di più la relazione, pensarsi con altri. Quando avviene tutto diventa complicato, rallentato, fastidiosamente difficile, per voi e per quanti debbono usufruire del vostro lavoro. E vi ringrazio, perché spesso lo portate avanti anche ben oltre quanto vi è chiesto. Fatelo sempre, perché il servizio al bene comune ci rende tutti più consapevoli e ci riempie di soddisfazioni!
Prima di interrogarci su cosa chiede a noi oggi questa Parola, vorrei evocare alcune delle considerazioni che ho ascoltato in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario. Si lamentava la lentezza dei tempi, soprattutto della Corte di Appello, dovuta a tantissime pendenze e alla scarsezza dell’organico. Si registrava l’aumento dei delitti aventi ad oggetto l’indebita percezione di contributi e finanziamenti concessi dallo stato, di concussione, mentre diminuisce sensibilmente (12%) l’omicidio. Secondo l’Istat, nel 2015 in Italia gli omicidi sono stati 479, il numero più basso dall’ Unità d’ Italia. Negli Anni 50 gli omicidi variavano da 1.400 (prima metà degli Anni 50) a 1.110. Nel 2015 sono diminuiti complessivamente anche i furti (meno 7,3%); quelli in abitazioni addirittura meno 8,3%. L’ Italia è al trentesimo posto nella classifica “rapporto tra omicidi e popolazione per 100.000 abitanti”: 0,80 omicidi per 100.000 abitanti, classifica che va letta al contrario: al primo posto ci sono i Paesi con tasso omicidiario più elevato, a scendere quelli dove si ammazza di meno). Si uccide di più in Russia, Lituania, Estonia, ma anche in Belgio (1,80 omicidi per 100.000 abitanti,) Finlandia (11°), Francia (21°), Irlanda (23°), Regno Unito (25°), Svezia (27°) e Norvegia (29°). Siamo al 157°posto. Purtroppo la classifica si inverte per quanto riguarda criminalità economica, tributaria, ambientale e per la corruzione. Alcuni accusano la mitezza delle pene e invocano una presunta durezza, ignorando che non è questa a garantire la sicurezza, ma una prevenzione intelligente, un reinserimento previdente, la certezza del diritto. Il Presidente Colonna auspicava la sinergia, il dialogo tra le varie componenti, lo spirito di collaborazione, tanto che, parlando di se stesso, diceva che chi sta al vertice deve essere al servizio di tutti coloro che fanno parte dell’istituzioni, non per umiltà immotivata, ma perché solamente condividendo la responsabilità con altri e valorizzando tutte le professionalità riesce ad assumere consapevolmente decisioni che pure gli competono.Sottoscrivo le sue considerazioni e auspico che il dialogo tra le istituzioni cresca, perché solo questo consentirà la fiducia reciproca di avere fatto tutto quanto era nelle rispettive possibilità. Non qualcosa, ma tutto quanto è necessario è possibile!
Oggi permettetemi di ricordare con rispetto e dolore Davide Fabbri, ucciso a alla Riccardina di Budrio, pensando alla sua signora e al suo papà, come a tutta la cittadinanza colpita dall’efferatezza del male. La pace e la convivenza sono l’aspirazione insopprimibile del cuore umano che richiede intelligenza, fermezza, ma anche tanta abnegazione, lotta all’indifferenza che sappiamo è sempre complice del disegno del male, che vuole rovinare la convivenza, nel piccolo di Riccardina di Budrio, come nel grande di interi paesi o le minacce nucleari.
C’è tanta ingiustizia. Colpisce i deboli, come Susanna,innocente. Mi sembra che la sua vicenda ci ricorda di non piegare mai la giustizia al nostro personale interesse, come fecero i due giudici, approfittando della propria posizione. Questo può avvenire in tanti modi. Credo che dentro ognuno di voi avvenga la discussione con Daniele, che deve cercare di salvare un innocente ed arrivare ad un giudizio, ad un discernimento giusto. È la vostra fatica quotidiana, lo sforzo che ci è richiesto perché mai interessi personali, inclinazioni, ruolo, considerazione possano influenzarvi. Discutete sempre con il Daniele che è in voi e che la Parola di Dio vi aiuterà a anteporre a qualsiasi altra valutazione.
Infine Gesù si confronta con una colpevole. Gli uomini vanno da lui e gli chiedono di condannare il peccato ed il peccatore. Gesù all’inizio non risponde. In questo modo invita tutti alla calma, a non agire sull’onda dell’impulsività, e a cercare la giustizia di Dio. Ma quelli insistono e aspettano da Lui una risposta. Hanno pietre in mano. La parola di Dio ci pone sempre di fronte al nostro cuore. “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. Chi è senza peccato? E’ facile dire “siamo tutti sporchi” per fare ognuno quello che vuole e non ascoltare più nessuno! Anzi, cerchiamo la pagliuzza proprio per non prendere sul serio nessuno, per non vedere la nostra trave, tanto tutto è sporco! Gesù è senza peccato e lui dobbiamo stare a sentire! Quanto bene ci fa essere consapevoli che anche noi siamo peccatori! Quanto bene ci farà avere il coraggio di far cadere a terra le pietre che abbiamo per scagliarle contro gli altri, e pensare un po’ ai nostri peccati! Non minimizzarlo, non fare finta, tanto che poi non lo riconosciamo più per noi (come è possibile sapere vedere una pagliuzza ma non una trave?). Chi cambia, chi si libera dal peccato vede nell’altro la speranza, non la sconfitta, la persona, non la colpa!
Voi dovete giudicare. È il vostro lavoro. Questo Vangelo mi sembra ci ricorda che nelle nostre decisioni – perché dovete decidere – non dobbiamo mai dimenticare che la pena è per la rieducazione, che l’uomo è al centro e che non è mai per sempre il suo peccato. Distinguere il peccato, quindi stabilire la condanna, dal peccatore ci aiuta e cercare per tutti la via della redenzione senza la quale la giustizia diventa solo punitiva, applicativa e senza speranza. Papa Francesco non si stanca di ricordarci questo, parlando della misericordia per cui la pena deve tendere al recupero.
L’incontro con Gesù, con il suo amore fino alla fine è sempre una resurrezione, un nuovo inizio, perché libera dal passato ed apre ad una vita nuova. Che sia una Pasqua di gioia e di speranza per tutti voi.

03/04/2017
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