Santa Messa in suffragio di S.E. Card. Carlo Caffarra

Le celebrazione dell’Eucarestia ci fa vivere sempre in maniera tutta umana e tutta divina l’incontro con Cristo, via, verità e vita, legame che unisce la nostra povera e fragile vicenda umana con il cielo, con la casa che non conosce tramonto. Sento gratitudine questa sera per essere riuniti nella Cattedrale che lo ha visto presiedere per tanti anni e guidare la nostra cara chiesa di Bologna per ricordare il Cardinale Carlo Caffarra, ringraziare il Signore per il dono della sua santità, cioè del suo esempio a tratti davvero eroico nel suo sforzo fisico e della sua testimonianza di cristiano e di appassionato servo della chiesa. La amava profondamente, in modo viscerale mai superficiale tanto meno da posizioni acquisite o di interessata o ideologica contrapposizione, sempre profondo, al punto da soffrire quasi fisicamente se la vedeva offesa o se veniva male interpretata la sua fedeltà al successore di Pietro. Quante certezze ha predicato e soprattutto vissuto, essendo lui stesso una certezza di accoglienza, di chiarezza e di tanta sensibilissima umanità! “Il Signore è sempre sulla barca, perciò le tempeste non devono farci paura. Dobbiamo avere fede” era una delle frasi che un suo amico ha ricordato di avere ascoltato di più dal cardinale. Nelle difficoltà amava citare Newman. «Troppe volte ormai il cristianesimo si è trovato in quello che sembrava un pericolo mortale; perché ora dobbiamo spaventarci di fronte a questa nuova prova? Questo è assolutamente certo. Ciò che invece è incerto, ed in queste grandi sfide solitamente lo è, e rappresenta solitamente una grande sorpresa per tutti, è il modo in cui di volta in volta la Provvidenza protegge e salva i suoi Eletti. Normalmente la Chiesa non deve fare altro che continuare a fare ciò che deve fare: “Mansueti hereditabunt terram et delectabuntur in multitudine pacis”».  E questa era la sua e nostra certezza.
Ha scritto nella GE Papa Francesco: “Ogni santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo”. A me il Cardinale ha sempre ricordato l’aspetto del fiducioso abbandono alla volontà di Dio, come le mani tese dell’uomo protese verso Gesù raffigurate nel suo stemma. “I santi che già sono giunti alla presenza di Dio mantengono con noi legami d’amore e di comunione. Possiamo dire che «siamo circondati, condotti e guidati dagli amici di Dio. Nessuno, allora deve portare da solo ciò che in realtà non potrebbe mai portare da solo. “La schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta” disse Papa Benedetto nella sua omelia di inizio Pontificato.
Ringrazio di cuore Mons. Massimo Camisasca che prontamente ha accettato l’invito a ricordare il Cardinale, essendo oltre che amico di lunga data uno dei due vescovi consacrati dal Cardinale, insieme a Mons. Turazzi che predicò nella celebrazione ad mese dalla scomparsa. Ringrazio la sua famiglia, che ho imparato ad amare, sentendo in loro una continuazione di legame con il loro e nostro Carlo, e nei quali riconosco tanti suoi tratti spirituali e anche fisici! Godiamo questa Eucarestia perché in essa vediamo pienamente il ricamo bellissimo della nostra vita che ci fa comprendere la parte inversa con l’inevitabile confusione di fili e anche di tante domande che restano aperte. Una fa scoprire l’altra.
“Che cosa ho il diritto di sperare? Nulla. Che cosa posso ragionevolmente sperare? Molto poco. Che cosa mi è dato di sperare? Tutto, perché mi è dato di sperare la visione del volto di Dio” aveva detto circa due anni or sono, aggiungendo: “Non puoi testimoniare il dopo morte se non ne hai gustato, se non ne hai sperimentato le primizie. Esiste un luogo nel quale tu puoi gustare come l’antipasto del banchetto eterno? Sì. È la Liturgia: un pezzo di paradiso caduto in terra”.
Preghiamo per lui e con lui per i suoi, che facciamo nostri, tre amori del suo episcopato ma direi della sua vita, del suo cuore e della sua grande intelligenza: i sacerdoti, le famiglie, i giovani.
Il Signore che adesso il Cardinale non vede più come primizia ma faccia a faccia aiuti noi a sperare tutto per godere della visione del volto di Dio cercandolo e annunciandolo nel nostro pellegrinare terreno.

06/09/2018
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